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SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO E IL PURGATORIO PDF Imprimir E-Mail
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SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO E IL PURGATORIOLe anime purganti si manifestano soprattutto allo scopo di ottenere suffragi da coloro che, avendo con esse vincoli di conoscenza, amicizia, carità e giustizia, dopo morte dimenticano di soccorrerle, o non lo fanno a sufficienza. S. Maria Domenica Mazzarello (Mornese 1837- Nizza Monferrato 1881). Maria Domenica, fondatrice delle suore salesiane, era la maggiore dei figli di un avveduto contadino che con la fa,miglia si trasferì in collina lontano dal paese: insieme ai fratelli e alle sorelle Maria lavorava duramente, molte ore al giorno, nei campi e nelle vigne; questo tipo di vita rese il suo carattere forte e tenace.  Spesso si recava in chiesa per assistere alla Messa e partecipare attivamente all’associazione mariana avviata dal parroco don Pesterino, il quale si ispirava all’esempio di S. Giovanni Bosco allora attivo a Torino. Tutto ciò accadeva nel 1855; cinque anni dopo, in seguito all’esplosione di un’epidemia di tifo, l’associazione dovette iniziare a dedicarsi all’assistenza dei malati. Anche Domenica era impegnata e contrasse il virus, giungendo in punto di morte. Indebolita dai postumi della malattia dovette dedicarsi al mestiere di sarta: con l’amica Petronilla impiantò un laboratorio che dava lavoro a ragazze del luogo. ...

... Possiamo considerare questo l’inizio delle suore salesiane: si realizzava con le ragazze ciò che don Bosco faceva per i giovani, unendo una vita di pietà al lavoro e all’educazione, secondo un metodo molto naturale e gioioso. Ella fu eletta superiora e le prime undici suore pronunciarono i voti nel 1872. le religiose vivevano in un edificio pensato in origine come scuola per ragazzi. Sei anni dopo sei suore partirono per la missione in Argentina, in aiuto ai salesiani  mentre nel 1879 fu fissata la casa madre a Nizza Monferrato, collocandola in un ex convento di cappuccini. Nonostante la sua limitata istruzione fu molto abile in Italia, Francia e Sud America. Era dotata di una naturale gentilezza e allegria, e si impegnava assiduamente nell’insegnamento e nella formazione; il suo metodo era “incoraggiare, non reprimere”. Nel 1881 salutò da Marsiglia la partenza di alcune delle sue suore per il Sud America. Ammalata gravemente da sei settimane, tornò a Nizza Monferrato e chiese a don Bosco se sarebbe guarita: egli le fece capire che la riposta era negativa ma la incoraggiò a “essere una guida anche nella morte”. Il 27 aprile ricevette l’unzione degli infermi e disse al prete: “Ora dammi il mio passaporto, io posso partire in ogni momento , non è vero?”. Pochi giorni dopo morì, all’età di soli quarantaquattro anni. Il suo corpo è tumulato a fianco di quello di don Bosco nella chiesa di S. Maria Ausiliatrice a Torino. Fu canonizzata nel 1951. Attualmente la congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice conta millequattrocento case presenti in cinquantaquattro paesi. Santa Maria Domenica Mazzarello alle sue suore di Sampierdarena fece una volta questa confidenza: “Non so se sia cosa  soprannaturale e intendo che non diate al mio racconto altra importanza di quella che vuole il Signore. Ciò che vi posso accertare si è che vi dico la verità. Il mattino dopo il mio arrivo da Torino a Nizza, mi trovavo molto stanca e domandai alla Madre assistente se potevo fermarmi un poco di più a letto. “Ma si, ma si, Madre! – mi rispose – si fermi e riposi tranquilla.  Quando sarà tempo di alzarsi per la Messa, verrò io a chiamarla. Non si alzi prima, che verrò certamente: stia sicura!”. La ringrazia e cercai di addormentarmi. Due o tre minuti dopo che la Madre assistente si era ritirata ,mi sento come un gemito ed una voce: “Madre! Madre!”. Credendo fosse la Madre assistente che mi chiamasse, dissi: “Ma è possibile? Sei andata via adesso, e già mi chiami?”. E la voce, senza rispondere alla mia comanda, continuava sempre: “Madre1 madre!”. Allora chiesi: “Chi siete?” e mi rispose che era suo Arecco. “Ma tu sei morta; come ti trovi qui? Sei forse in Purgatorio?”. Tiro la tenda e vedo davvero suor Luigina Arecco. Io non vi so dire come fosse; ma era lei e le dissi: “Dimmi ciò che vuoi, suor Luigina , ma non farmi paura! Sei salva?”. Si, per la misericordia di Dio; ma sono in Purgatorio”. “ e ci starai molto?”. “Grazie alla rettitudine nell’operare e ai suffragi della comunità, starò solo fino a Pasqua. Ma, se lei farà pregare, il Paradiso ci andrò ancor prima. Per questo il Signore mi permise di venirglielo a dire”. “si, si, volentieri , sta sicura, poverina! Ma ora dimmi i miei difetti, affinché mi possa correggere”. E , siccome non mi rispondeva, aggiunsi: “Su, presto, dimmi che cosa c’è che non  va bene?”. Mi rispose anche a questa domanda e scomparve. Ed io mi alzai e discesi in chiesa a fare la S. Comunione in suo suffragio”. (Favini, S. Maria Domenica Mazzarello, pp. 275-276; Torino, S.E.I.)

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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