L’Angelo speciale di San Padre Pio. Intervista a don Stanzione |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Non tutti sanno che i santi hanno avuto un rapporto molto particolare con gli angeli. Anche Padre Pio l’ha avuto con San Michele Arcangelo. Per spiegarci tale devozione, abbiamo chiesto a Don Marcello Stanzione, autore di numerosi libri sugli angeli tra cui Gli angeli di San Pio da Pietralcina, edito dalla Segno di Udine, di esporci le sue ricerche. Don Marcello, come nascono i suoi studi sugli angeli? “Da vent’anni mi occupi di studiare il mondo angelico. Questa è stata una missione che ho compreso proprio a San Giovanni Rotondo. Andai nella città che ospitò il santo Frate di Pietralcina per un pellegrinaggio, nel 1993, e dopo aver pregato per diverse ore sulla tomba, andai a ristorarmi. Il ristorante era pieno e a un certo punto mi chiesero se una signora poteva accomodarsi accanto a me affinché potesse mangiare. Risposi affermativamente e iniziai così a parlare con lei. La donna mi disse che pregava tutti i giorni gli angeli mostrandomi anche un libro al riguardo. ... ... Questo però non era di stampo cattolico, ma esoterico/cabalistico e andava a creare solo confusione. Rimasi colpito di come i cristiani pregassero questi “angeli new age”. Da quel momento ebbi una sorta d’indignazione che aumentò ancora quando scoprii che nelle librerie laiche non vi erano libri di spiritualità cattolica che trattassero l’argomento. Da allora mi misi all’opera affinché vi fosse una diffusione adeguata”. Allora fu un’ispirazione di San Pio? “Si, penso proprio che questa sia stata una chiamata per diffondere la devozione cristiana agli angeli venuta da Padre Pio”. Che rapporto aveva Padre Pio con gli angeli? “Fin da giovane il santo Frate di Pietralcina aveva una particolare devozione per loro. C’è un piccolo aneddoto che fa capire quanto San Pio da Pietralcina avesse confidenza con queste creature e risale in particolare ai suoi primi anni di sacerdozio”. Ci spieghi meglio… “Il santo Frate aveva l’abitudine di lasciare sempre aperta la porta di casa. Alle persone che gli domandavano se non avesse paura dei ladri, lui rispondeva sempre: “No no! Me lo guarda l’agiolino”. E’ interessante anche come lui raccomandasse ai fedeli la devozione a San Michele Arcangelo. Infatti molti penitenti venivano da lui inviati a espiare le loro colpe proprio presso il santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano”. Li vedeva spesso? “Aveva un rapporto quotidiano e molto forte con loro, addirittura a un suo figlio spirituale fece una profezia dicendo: “Tu avrai nove figli, tanti quanti sono i Cori Angelici”. La vita di Padre Pio era molto orientata al diffondere la devozione verso gli angeli”. Ne aveva uno in particolare che prediligeva? Come dicevo poco fa, Padre Pio aveva una dedizione particolare per l’Arcangelo Michele anche perché vi è un episodio molto legato a questa celeste creatura”. Quale? “Una volta il suo frate infermiere, padre Mariano Palladino, gli disse che una mistica aveva visto in visione Padre Pio che combatteva contro il demonio fin da tenera età. Il santo Frate udendo queste parole confermò tutto e aggiunse: “Se non fosse stato per San Michele il demonio mi avrebbe messo sotto i piedi”. Quali erano le preghiere che dedicava a loro più spesso? “Non vi sono fonti certe su quali preghiere dedicasse Padre Pio agli angeli, ma si di sicuro faceva la Corona Angelica, detta anche “Rosario di San Michele”, e si presume la “quaresima di San Michele”, dal 14 agosto al 29 settembre. Infatti, se si va ad analizzare le tappe fondamentali del santo Frate di Pietralcina si può notare come molte ricadano proprio in quell’arco di tempo, in particolare nel mese di settembre”. Perché lo Stimmatizzato era così legato all’Arcangelo Michele? “Proprio perché lo aiutava nelle battaglie contro il Demonio. Solo Dio può sconfiggere Satana e ha dato la possibilità, essendo comunque il Demonio un angelo, di combatterlo con le stesse “armi” e quindi donando a noi il suo massimo difensore. In pochi lo sanno, ma in onore dell’Arcangelo Michele Padre Pio fece mettere una sua immagine sui muri della Casa Sollievo della Sofferenza. Non è possibile vederla perché l’icona è stata posizionata in alto, ma vi è ancora oggi. San Pio amava dire che bisogna militare sotto lo stendardo di San Michele Arcangelo”. Padre Pio pregava spesso gli angeli? “Già durate la Santa Messa vi è una forte presenza angelica, come per esempio nel Gloria o quando chiediamo il perdono a Dio. E di conseguenza San Pio faceva grandi riferimento agli angeli nelle sue preghiere. E’ capitato spesso anche che li vedesse durante la celebrazione oppure in altre occasioni”. In particolare quando San Pio ricorreva alle creature celeste? “Principalmente quando doveva rispondere alle lettere o quando confessava persone straniere. Si dice che riuscisse a parlare numerose lingue proprio grazie all’intervento oppure suggerimento degli angeli”. Mi racconta un aneddoto che riguarda San Pio e gli angeli? “Diceva sempre ai suoi fedeli: “Quando avete bisogno di me, mandate i vostri angeli custodi perché non pagano il biglietto del treno e non consumano le suole delle scarpe”. Vi sono numerosi testimoni che confermano come Padre Pio percepisse le voci “interiori” dei loro angeli custodi”. Ha un altro episodio da riferirci? “Una volta andò a confessarsi da Padre Pio un seminarista francese il quale, come tutti i ragazzini, faceva un po’ il saputello. A quel punto il Santo gli fece qualche domanda e poi si mise a elencare tutti i peccati commessi dal giovane. Il seminarista rimase allibito. San Pio allora gli chiese se credeva agli angerli, ma come risposta ricevette un : “Mah, il non ne ho mai visto uno…”. Come replica il Frate gli diede uno schiaffo e disse con grande trasporto: “E’ bellissimo e luminoso”. di Alessandro Bianchi L'intervista è stata fatta a Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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