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La beata Anna Caterina Emmerick in lotta con il demonio PDF Stampa E-mail

La beata Anna Caterina Emmerick in lotta con il demonioLa suora agostiniana tedesca Anna Caterina Emmerick (1774-1824) è considerata una delle più grandi mistiche di tutti i tempi. Ebbe visioni significative della vita della Madonna e di quella di Gesù di cui ha portato le stigmate. Nella sua esistenza spesso fa capolino il demonio che era assai infastidito dalla santità di Caterina Emmerick che è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004 e la sua memoria viene festeggiata dalla Chiesa Cattolica il 9 febbraio.  Non appena Anna Caterina divenne sufficientemente forte per resistere agli aperti attacchi di Satana, Dio Onnipotente permise che fosse tormentata da lui. Ma il maligno tentò invano di allontanarla dal sentiero della perfezione lungo il quale stava camminando così coraggiosamente. Ella disprezzava la sua furbizia, la sua malizia e il suo potere. Più lei diventava umile, più difficile era per lei comprendere come potesse intimorire un'anima. I suoi primi attacchi erano diretti alla sua vita. Ella ci dice di se stessa: ...

...  "Quando ero una bambina, la mia vita è stata spesso in pericolo, ma con l'aiuto di Dio mi sono sempre salvata. Sapevo molto bene che quei pericoli non erano accidentali; sapevo che venivano dallo spirito maligno. Di solito avvenivano quando non stavo pensando alla presenza di Dio, o quando avevo negligentemente commesso qualche colpa. Non potevo mai attribuirli al caso. Dio ci protegge sempre se noi non ci allontaniamo da lui. Il suo angelo è sempre al nostro fianco ma noi dobbiamo renderci degni della sua attenzione. Come bambini grati, non dovremmo mai lasciarlo. Dovremmo costantemente chiedere la sua assistenza poiché il nostro amico aspetta di distruggerci. Quando avevo soltanto pochi anni, i miei genitori uscirono un giorno e mi lasciarono a casa da sola, mia madre mi disse di badare alla casa.

Di lì a poco entrò una vecchia signora che, per una ragione o per un'altra, voleva liberarsi di me per un po'. “Corri” mi disse; “vai a prendere delle pere dal mio albero! Corri presto, prima che torni tua madre!”. Io cedetti alla tentazione, dimenticai gli ordini di mia madre dei corsi nel giardino della vecchia signora con una tale fretta che inciampai sopra un aratro mezzo nascosto nel fieno e, battendo violentemente il petto contro di esso, caddi a terra svenuta. Mia madre mi trovò in questo stato e mi fece riprendere repentinamente. Sentii per lungo tempo gli effetti di questo incidente. In seguito mi è stato mostrato che il diavolo si era servito della vecchia donna per tentarmi alla disobbedienza mediante una golosità e che, cadendo in tentazione, avevo messo in pericolo la mia vita. Ciò mi fece inorridire per questo vizio e compresi quanto è necessario che l'uomo neghi se stesso".

Quando Anna Caterina iniziò le sue veglie notturne gli attacchi dello spirito maligno divennero sempre più intensi e più frequenti. Egli cercò di terrorizzarla allontanandola dalle sue preghiere con terribili rumori ed apparizioni, persino con colpi. Spesso lei sentiva mani fredde come il ghiaccio afferrarla dai piedi, sbattendola a terra, e lanciandola in alto nell'aria; ma, nonostante fosse bloccata dal terrore, la bambina non perse mai il coraggio. Continuava la sua preghiera con fervore raddoppiato fin quando Satana non era costretto ad abbandonare.

Ella perfino ritornava nel luogo in cui era stata maltrattata dicendo: "Miserabile disgraziato! Tu non mi manderai via. Non hai potere su di me! Non ostacolerai la mia preghiera!".

Questi attacchi si rinnovavano quando pregava per le anime del Purgatorio o quando faceva penitenza. Ma poiché ella sapeva sempre come resistere al nemico e le anime amate spesso erano visibili e la ringraziavano per il sollievo che dava loro, essi servivano solo ad animare il suo coraggio e di farsi animo per nuovi sforzi.

A volte di notte andava a pregare davanti ad un rozzo crocifisso che stava verso il centro del villaggio. La strada si incrociava con uno stretto sentiero laterale sul quale spesso c'era ad affrontarla un'orribile bestia come un cane con una testa enormemente grande. All'inizio ella era solita indietreggiare di qualche passo per la paura; ma presto facendosi coraggio diceva a se stessa: "perché scappi davanti al nemico?". Poi con il segno della croce premeva repentinamente vicino al mostro. Ma lei tremava violentemente, i capelli rizzati dalla paura e volava piuttosto che camminare sulla strada che la conduceva al crocifisso, la bestia che la inseguiva, a volte persino la toccava. Tuttavia ella superò velocemente la paura e continuava a camminare coraggiosamente vicino al suo nemico che, incapace di sopportare la sua sconfitta, spiccava il volo.

Poiché il diavolo non poteva obbligarla con le apparizioni a desistere dalla penitenza, istigava un miserabile ad attaccarla vicino al crocifisso; ma aiutata dal suo angelo, coraggiosamente difendeva se stessa e l'obbligava a ritirarsi. Grazie alla protezione dell'angelo, fu risparmiata da innumerevoli pericoli. Una volta lo spirito maligno cercò di spingerla giù da una scala a pioli; ancora la gettò in una profonda fossa, spingendola ripetutamente verso il fondo per farla annegare. Ma il suo angelo la tirò fuori e la pose sul bordo sana e salva.

Questi attacchi avevano un profondo significato che forse non può essere capito subito. Scopriamo in essi non soltanto la rabbia e la malizia del maligno che vuole distruggere lo strumento scelto da Dio, ma anche la parte essenziale della missione a lei assegnata. Questa era infatti di attirare su di sé la furia del maligno, di esporsi ai suoi assalti, quindi di allontanarlo da alcune altre anime i cui peccati le renderebbero impotenti a resistere. Lei prendeva il posto di quelli che avevano subito castighi; soffriva per quelli che si esponevano al pericolo di perdersi; ella pagava i loro debiti con i suoi combattimenti.

Come assunse su di sé le malattie corporali del suo vicino per liberarlo da esse, così sopportò anche al posto suo gli attacchi del demone, sostenne la battaglia in sua vece e guadagnò per lui la vittoria. Ella non solo prese il posto dei membri della Chiesa, ma difese anche i tesori che erano stati affidati ai suoi pastori e che erano allora esposti alla furia del demonio.

I suoi dolorosi esercizi, le sue veglie ecc. non dipendevano dalla sua volontà; erano tutte disciplinate dal suo angelo custode, mediante istruzioni ricevute in visioni. La sua propria volontà non la spinge a fare il lungo percorso della croce di notte, o a pregare nei campi aperti - sono tutte parti del compito assegnato a lei.

La sua attuazione richiede che lei debba attraversare la strada solitaria che porta al centro del villaggio per espiare la negligenza di un pastore accidioso che dorme mentre il lupo irrompe nell’ovile; ella deve combattere con l'animale feroce ed evitare che divori il gregge. È buttata giù da una scala oppure gettata in una fossa? Tutto ciò è per un'anima in peccato mortale che ella strappa al demonio nel momento in cui egli si sente sicuro della sua preda. Se visioni sconvolgenti e fantasmi le riempiono l'anima di orrore, questi sono i terrori da cui libera i morenti, che si possono preparare in pace per l'ora della morte.

Questi attacchi di Satana si raddoppiavano ogni qualvolta le sue preghiere confondevano gli sforzi della sua malvagità, o rovinavano i suoi piani.

"Una volta", lei disse, "stavo andando in chiesa al buio quando un grande cane mi superò. Allungai la mano e ricevetti un colpo così violento in faccia che vacillai. La faccia e la mano in chiesa si gonfiarono e si coprirono di vescichette. Quando tornai a casa ero irriconoscibile. Fui curata con impacchi di acqua battesimale. Sulla strada verso la chiesa c'era una siepe sopra la quale dovevo saltare. Quando mi avvicinai di mattina presto il giorno di San Francesco, avvertii una grande figura nera che mi tratteneva. Lottai e riuscii a oltrepassarla. Non ero spaventata. Lui, il demone, era solito stazionare in mezzo alla strada per costringermi a distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì mai".

Il diavolo allora cercò di esasperarla con attacchi più astuti e subdoli. La mortificazione dei suoi primi anni che le aveva fatto acquisire una tale forza di resistenza, gli era odiosa. Cercò di tentarla con un po' di autoindulgenza, ma lei raddoppiò la sua austerità non appena si accorse dell'artificio. Allora, facendo l'opposto, cercò di portare le sue pene all'eccesso; ma lei, su consiglio del suo padre spirituale, subito si moderò.

 Nonostante che Satana non abbia mai desistito dal tormentare Anna Caterina in ogni modo concepibile, non poté mai suscitare in lei il minimo movimento opposto alla perfetta purezza. Egli non osò presentare questa tentazione ad un'anima dotata del dono della profezia e fiduciosa nella protezione visibile del suo angelo. Il suo sarebbe stato un percorso di dolori, ma nessun segno di concupiscenza sarebbe mai sorto sul suo cammino. È vero che lui a volte ha posto oggetti impuri davanti alla sua immaginazione, ma lui non sarebbe mai riuscito a indurla a dare uno sguardo ad essi. Infatti egli spinse i suoi schiavi maligni a tentare violenza contro la giovane vergine; ma con il coraggio di una leonessa, buttò i malfattori a terra. "Il mio Signore e il mio Dio non mi abbandona!" disse. "Lui è più forte del nemico!". Questa fiducia nella protezione divina era il suo scudo, la protezione che la difese dagli attacchi diabolici per tutta la sua esistenza.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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