La beata suor Maria della Passione e l’apparizione di un’anima dannata |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions La Beata Maria della Passione nacque a Barra, oggi popoloso quartiere di Napoli, il 23 settembre 1866, da Leopoldo Tarallo e Concetta Borriello. Al battesimo, celebrato nella parrocchia “Ave Gratia Plena”, le fu dato il nome di Maria Grazia. In famiglia ricevette una solida formazione umana e cristiana, che completò facendo la prima comunione a sette anni e la cresima a dieci. Da giovane aspirò intensamente alla perfezione cristiana. Desiderava abbracciare la vita consacrata, ma, fortemente contrastata dal padre, riuscì a realizzare questo progetto solo a venticinque anni, quando fu accolta a San Giorgio a Cremano tra le Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia, da poco fondate dalla Serva di Dio Maria Pia Notari. Era il 10 giugno 1891. nella famiglia religiosa Maria Grazia tarallo assunse il nome di Suor Maria della Passione. Condusse quasi tutta la sua vita nella casa di San Giorgio a Cremano. Se ne allontanò solo nel 1894- 1896 per concorrere all’apertura di una nuova ... ... casa in Castel San Giorgio, in provincia di Salerno. In comunità, ricoprì con impegno vari uffici, da quelli più umili di cucineria, guardarobiera e portinaia, a quelli di maggiore responsabilità. Nel 1910, infatti, fu nominata Maestra delle Novizie, curando così la formazione delle giovani che si preparavano alla professione religiosa tra le Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia. Realizzò in pienezza la vocazione religiosa, manifestando un grande amore alla passione di Gesù Crocifisso, all’Eucarestia e alla Vergine Addolorata: “Mi chiamo Suor Maria della Passione” – era solita dire – “ e debbo somigliare al Maestro”. Condusse vita esemplare ed edificante nella carità, e tutta la comunità l’ammirava, percependo la ricchezza dei suoi doni mistici, che si manifestavano in forma di visioni, estasi e profezie. Fece della sua vita austera un’offerta a Dio per la redenzione dei peccatori e per la santificazione dei sacerdoti. La sua aspirazione – come confidava a qualcuno – era quella di “farsi santa amando Cristo nell’Eucarestia, soffrendo con Cristo crocifisso, guardando Cristo nella persona del fratello”. L’ultimo periodo della sua vita, durante il quale si nutrì della solo Eucarestia, fu particolarmente doloroso a causa delle infermità. Circondata dall’affetto delle consorelle e compianta dai tanti che la stimavano per gli eccezionali doni mistici e la fama di santità, morì il 27 luglio 1912 a San Giorgio a Cremano, dove il corpo è ancora oggi conservato nella chiesetta delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia. Il cardinale Giuseppe Prisco, arcivescovo di Napoli, ne introdusse la causa di canonizzazione nel 1913. papa Giovanni Paolo II dichiarò le sue virtù vissute in modo eroico nel 2004. Papa Benedetto XVI, infine, l’ha proclamata Beata con decreto del 19 gennaio 2006. la beatificazione di Maria della Passione è stata celebrata nella Cattedrale di Napoli il 14 maggio 2006. La beata suor Maria della Passione fece una singolare esperiena di una terribile visione di un’anima dannata. Suor Maria della Passione trovandosi una notte nella sua stanza della Casa Religiosa di Castel San Giorgio, le apparve un corvo, il quale tentava di avventarsi contro per beccarle gli occhi. Ella, atterrita, faceva ogni sforzo per schivarlo. Dopo varie riprese, udì una voce come proveniente da quell’uccello: “Io sono un’anima dannata ed il mio cadavere trovasi qui sepolto nella vostra chiesa”. Detto ciò scomparve. Il giorno seguente suor Maria della Passione narrò tale fatto straordinario alla superiora e al confessore; e come effetto dello spavento subito, nella notte si trovò tutta ingiallita, come colpita da itterizia. Trascorso un certo tempo da questa apparizione., allorché la Madre fondatrice suor Maria Pia Notari volle rifare il pavimento della chiesa di quella Casa, i muratori nel rimuovere il vecchio pavimento trovarono a fior di terra sotto di esso il cadavere di un uomo in mutande, non completamente disfatto e che portava sulla testa il segno di una ferita riportata come per colpo di scure. Subito se ne diede avviso ai superiori locali e alle autorità del paese. I superiori allacciando il rinvenimento di quel cadavere coll’apparizione del corvo avuta da suor Maria della Passione, si convinsero sempre di più che quella fu una vera e propria apparizione di quell’anima dannata alla Serva di Dio. Va notato che la pia suora ebbe pure visioni celestiali frequenti e anche di anime purganti. Coloro che deposero a suo riguardo nei processi canonici ritengono tutte vere le apparizioni che narrano, dicendo che la veggente era sana, non isterica, “era un carattere calmo, semplice, riservato, e senza affettazione”, (che non soffrì mai malattie nervose, né isterismo… che il medico di comunità… una volta chiamato per visitare la nostra suora, dopo di averla osservata disse che ella non era affetta da alcun male e che piuttosto” le sue indisposizioni provenivano dal fatto che era un’anima straordinaria”. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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