La venerabile Madre De la Touche e la santità sacerdotale |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Margerita Claret de la Touche è nata a Saint Germain-en-Laye il 15 marzo 1868. E’ entrata nella Visitazione di Romans il 20 novembre 1890. Il 6 giugno 1896 ha il suo primo incontro con il padre Alfredo Charrier, s.j., che diventa il suo principale confidente e direttore spirituale. Il 5 giugno 1902 riceve le prime comunicazioni soprannaturali in merito a un’Opera da fondare per unire di più i sacerdoti fra loro e farli annunciatori e testimoni di Dio Amore Infinito, perché il suo regno di amore si diffonda nel mondo. Tali comunicazioni vengono regolarmente trasmette al p. Charrier e annotate per scritto dalla suora; parte di questi scritti formeranno il materiale del libro Il Sacro Cuore e il Sacerdozio (per le vicende relative alla stesura di questo piccolo libro si veda la Presentazione). Il 6 marzo 1906 ella , insieme con tutta la comunità, si trasferisce a Revigliasco (Torino), a causa dell’espulsione dalla Francia. Il 16 maggio 1907 viene eletta superiora, e in tale carica resterà sei anni, ... ... durante i quali la comunità si trasferirà prima a Mazzè (Torino) e quindi a Parella (Torino); queste due ultime località si trovano nella diocesi di Ivrea il cui vescovo – mons. Mateo Filipello – prende a cuore la vicenda della nostra suora e si fa promotore nell’attuazione dei desideri manifestati dal Signore. Nel maggio 1910 esce la prima edizione de “Il Sacro Cuore e il Sacerdozio”. L’Opera per i sacerdoti, con la demoninazione di Alleanza Sacerdotale, verrà istituita in diocesi di Ivrea da mons. Filipello il 16 giugno 1918. Nel frattempo suor Luisa Margherita aveva aperto in Vische (To) una nuova Visitazione con l’intento speciale di pregare per i sacerdoti (19 marzo 1914). A Vische essa muore il 14 maggio 1915. L’Alleanza Sacerdotale è il ramo centrale di un ‘Opera più vasta, l’Opera dell’Amore Infinito, che comprende pure: gli Amici e le Amiche di Betania, e le Missionarie dell’Amore Infinito (Istituto Secolare); tutti i rami hanno lo scopo di vivere la consacrazione a Dio Amore e di pregare per i sacerdoti. Gesù si manifesta a lei, la prepara, le parla la ispira. Nel giorno del S. Cuore del 1902 (era il 6 giugno), mentre pregava davanti al SS. Sacramento affinché il Signore le conceda la grazia di ben formare le novizie di cui è incaricata, la voce del Maestro le rivela la sua vera missione con queste parole: “Ti darò delle anime di uomini, delle anime di Sacerdoti”. In un primo momento rimane sorpresa, ma poi cresce in lei la consapevolezza di essere stata affidata ai sacerdoti e che il Signore altresì glieli affida: “Soffro molto, ma sono felice perché soffro per i Sacerdoti!”. A distanza di un secolo, il suo messaggio è attuale. Il S. Padre Benedetto XVI, indicendo l’Anno Sacerdotale, ha inteso “far percepire sempre più l’importanza del ruolo e della missione del Sacerdote nella Chiesa e nella società contemporanea”. La venerabile riflette nei suoi scritti affinché i sacerdoti siano consapevoli della loro identità e della loro missione. Da questa radice nasce l’offerta che ella fece della sua vita per il Clero. Anzi, lo stesso Gesù le fa capire che vuole che la “nostra cara Visitazione sia l’ausiliaria orante del Sacerdozio”. Questa richiesta, pur essendo diretta ad una particolare famiglia religiosa, evidenzia in realtà un appello che riguarda tutte le Claustrali. Madre Margherita, da parte sua, scrive pagine bellissime da cui traspare tutto il suo amore per il Sacerdozio: “Vorrei poter proteggere, difendere, custodire queste anime sacerdotali che Gesù mi ha insegnato ad amare tanto; vorrei poterle avviluppare nel Cuore del Divin Maestro, affinché esse sfuggano ai pericoli che le minacciano. Non potendo nulla per esse, vado da Gesù: gli dico che l’amo, che lo voglio amare con tutto il cuore, con tutte le mie forze; con la mia tenerezza, con le mie amorose suppliche, cerco di strappargli le grazie necessarie ai miei Sacerdoti. In questo intimo dolore materno che mi strazia il cuore, l’Amore infinito, vivente nella mia anima, spande una pace, una dolcezza , un riposo tutto celeste”. Si sarebbe potuto rappresentare in modo più profondo l’anelito alla maternità spirituale? La sua spiritualità è caratterizzata essenzialmente da due elementi: la consapevolezza dell’Amore di Dio – cosa che la conduce ad una fiducia totale, ad un abbandono filiale e confidente tra le braccia del Padre – e l’unione mistica al Cristo Sacerdote. La via percorsa è semplice e accessibile a tutti. Sulle orme di S. Francesco di Sales la Venerabile de La Touche comprende che il mondo ha bisogno della carità che sgorga dal Cuore del Salvatore. Per questo esorta innanzitutto le sue Claustrali (fu prima maestra delle novizie e poi superiora delle monache visitandine) a vivere una carità fine e delicata, facendo fiorire i sentimenti di Cristo e diventando così quasi un riflesso del suo Cuore Misericordioso. Molte pagine di questa venerabile Madre riportano quel che Gesù le va insegnando riguardo all’essere e alla missione del Sacerdote. Nell’attacco all’identità stessa del Prete, che oggi mette in discussione molte delle sue certezze, le parole di questa Monaca, vissuta un secolo fa, portano tanta luce e sono fonte di grande consolazione. Sì, il Prete rimane sempre un uomo debole e fragile, ma il Cristo Sacerdote lo rende quasi una “incarnazione” di sé per continuare la sua opera. Il Signore ha bisogno di sacerdoti santi perché le anime conoscano sempre più il suo Cuore, si lascino illuminare dalla sua verità e riscaldare dal suo amore. Don Marcello Stanzione |
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