E' nelle librerie "365 giorni con Santa Veronica Giuliani" |
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... Nello stesso periodo, Cristo stesso trasferì sul suo capo la propria corona di spine, la cui impronta comparve realmente sulla testa e sulla fronte della donna, e tempo dopo, fatta avere a Santa Veronica una visione della Vergine, che parlava con lui pregandolo di agire perché la dolce sposa fosse partecipe della Crocifissione, fece comparire sulle mani, sui piedi e sul costato della sua serva, le sacre Stigmate. Un momento di intensità mistica che la Santa descrive così: “ Io vidi uscire dalle sue Santissime Piaghe cinque raggi risplendenti, e tutti vennero alla volta mia…In quattro vi erano i chiodi, e in una vi era la lancia, come d’oro, tutta infuocata, e mi passò il cuore da banda a banda”. Una donna fisicamente gracile che seppe portare i cicli e sopportare le sofferenze alle quali, per amore, era sottoposto il suo corpo. La vita di una mistica come Veronica Giuliani non era molto facile e poiché i suoi superiori sospettavano che tutti quei fenomeni fossero riconducibili all’ostentazione e macchinazione diabolica, segregarono Veronica fuori dalla comunità sospendendo per lei la Santa Comunione. Le sofferenze fisiche unite a quelle morali contribuirono a rendere più eroica la virtù di Veronica che annotò di getto, senza trascriverle, le confidenze del redentore. Ventidue libri di splendido diario, scritti per obbedienza al suo confessore, intitolato “Tesoro nascosto” la Santa stigmatizzata ci ha fatto conoscere le sue gioie e i suoi dolori, lasciandoci una miniera di teologia mistica, che rappresenta una delle opere più belle della letteratura mistica italiana. Ineguagliabile imitatrice di Cristo, riprodusse nel contempo la serena figura di San Francesco, e come il “Poverello” riportò episodi della propria vita, sentimenti, sensazioni in una sorta di nuovi Fioretti. Di lei si sarebbe persa ogni traccia, se dando ascolto al proprio confessore, non avesse narrato quanto man mano andava accadendole in un minuzioso diario composto da ben dieci volumi. Alla sua morte i medici incaricati di esaminare il cuore, trovarono le immagini di una croce, di una corona di spine e di un calice. Oltretutto l’autopsia rivelò la presenza di una curvatura della spalla destra: sembrava avesse appunto imbracciato una croce. Una Santa dai distacchi netti, dai dolori atroci, una monaca dalla vita austera, votata all’espiazione, che il Signore ha preso sul serio con le prove a cui la sottopose, anche spesso attraverso le grettezze e i limiti umani della sua comunità di appartenenza. Una carismatica che passa attraverso distacchi, numerose prove fisiche e morali, con la gioia della sposa del Cantico dei Cantici, baciata dallo Sposo, cui si è lasciata assimilare perfino nelle stigmate. Una Santa non macerata dal dolore ma fiorita nell’amore, capace di vivere e donare a tutti la gioia del Risorto. Da lei l’invito a fare della vita un’offerta di riparazione e i espiazione perenne, per salvare in Cristo anche l’insalvabile. Alfonso Maraffa |
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