Padre Pio e gli Angeli |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Padre Pio aveva una particolarissima, delicata, rispettosa devozione per l'Angelo custode. Il suo «piccolo compagno d'infanzia», «il buon Angiolino», gli fu sempre d'aiuto. Fu l'amico obbediente, preciso, puntuale che, da grande maestro di santità, esercitò su di lui uno stimolo continuo per progredire nell'esercizio di tutte le virtù. La sua azione assidua e discreta fu di guida, di consiglio e di sostegno. Se, per un dispetto del demonio, alcune lettere del suo confessore gli giungevano macchiate d'inchiostro, egli sapeva come renderle leggibili perché «l'Angiolino gli aveva suggerito che all'arrivo della lettera l'avesse aspersa con l'acqua benedetta prima d'aprirla» (cfr. «Epistolario» I, pag. 321). Quando riceveva una lettera scritta in francese era l'Angelo custode a fargli da interprete: «Se la missione del nostro Angelo custode è grande, quella del mio è di certo più grande, dovendomi anche fare da maestro nella ... ... spiegazione di altre lingue» (o.e. pag. 304). Si avvaleva dell'aiuto dell'Angelo custode per diffondere il suo apostolato mariano: «Vorrei avere una voce sì forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché ciò non è in mio potere ho pregato e pregherò il mio Angiolino a compiere per me questo ufficio» (o.c. pag. 277). L'Angelo custode era l'intimo amico che al mattino, dopo averlo svegliato, con lui lodava il Signore: «La notte ancora, al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso ed allietato da questa visione dormo in un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte, aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori» (o.c. pag. 308). Negli assalti infernali era l'Angelo custode, l'invisibile amico, che leniva le sue pene: «II compagno della mia infanzia cerca di smorzare i dolori che mi affliggono quegli impuri apostati, col cullarmi lo spirito in segno di speranza» (o.c. pag. 321). Quando l'Angelo non era sollecito ad intervenire, Padre Pio, confidenzialmente, sapeva muovergli anche un aspro e fraterno rimprovero: «Non vi dico poi in che modo mi vanno percotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso a morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più a che santo votarmi. Mi rivolgo al mio Angelo. Dopo essersi fatto aspettare per un pezzo, eccolo infine aleggiarmi intorno e con la sua voce Angelica cantava inni alla divina maestà. Successe che lo sgridai aspramente d'essersi fatto così lungamente aspettare, mentre io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso. Per castigarlo non volevo guardarlo in viso, volevo allontanarmi, volevo sfuggirlo, ma egli poverino mi raggiunse quasi piangendo finché, sollevato lo sguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto spiacente. "... Ti sono sempre vicino - egli dice -io mi aggiro sempre a te d'intorno, questo mio affetto per te non si spegnerà neppure con la vita"» (o.c. pag. 311). Padre Pio riconobbe ed apprezzò la funzione di «messaggero» dell'invisibile amico. «Se hai bisogno - ripeteva ai suoi figli spirituali - mandami il tuo Angelo custode». Ed aveva un gran da fare, durante le ore del giorno e della notte, per ascoltare i «messaggi» dei suoi figli che tante creature Angeliche, obbedienti, gli portavano. Tratto dal testo "... ma gli Angeli esistono davvero?" Ed. Medjugorje |
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