Catastrofismo ecologista e apocalisse 2012 |
Da oltre quarant’anni la questione dell’ambiente si è sempre più imposta all’attenzione pubblica mondiale e il cattolicesimo, attraverso il magistero sociale dei pontefici e attraverso le dichiarazioni di numerose conferenze episcopali, ha proposto come soluzione del fenomeno una precisa strategia che avesse come base una visione teologica, biblica ed etica che rinunciasse alle semplici citazioni dei luoghi comuni da tutti condivisi. Qualche tempo fa il cardinale Renato Raffaele Martino aveva spiegato che la Santa Sede partecipò all’esposizione internazionale su: “Acqua e sviluppo sostenibile” che si svolse a Saragozza e che tale decisione fu presa dai vertici vaticani proprio per fare da contrappunto a certe catastrofiche concezioni ambientaliste, che sono portate avanti da molti gruppi apocalittici, sia di stampo religioso che di stampo politico. Con il termine “ecologia” si intende lo studio scientifico della situazione ambientale del nostro pianeta, le cause del suo degrado e gli opportuni interventi per il ... ... miglioramento della situazione. L’ecologia è una scienza relativamente recente, il suo nome risale al 1866 e le fu dato da Haeckel. Solo agli inizi del 1900 si svilupparono ampiamente la climatologia, la pedologia, la fisiologia geografica vegetale e animale. Nel 1949 W. C. Allee in collaborazione con altri scienziati compose “Principles of animal ecology” e nel 1953 Odum scrisse il famoso “Fundamentals of ecology” che è uno dei testi classici di questa moderna scienza. Con il termine “ecologismo”, invece intendiamo diverse visioni ideologiche che esigono un rapporto nuovo tra uomo, natura e ambiente. L’ecologismo è contro l’industrialismo nella sua forma attuale e la soluzione del problema ambientale va trovata nel coraggio di dire “no” al consumismo e alla società materialistica fine a se stessa, per poter lasciare al “prossimo del futuro” acqua potabile, aria respirabile e foreste verdeggianti. A livello politico, il movimento ecologista è sempre stato contro, sia allo schema neoliberista del capitalismo avanzato, sia allo statalismo pianificato come fu realizzato nei paesi dell’area comunista prima del crollo del muto di Berlino, ed insiste soprattutto sul decentramento delle decisioni e sulla partecipazione economica e politica. Per i movimenti ecologisti è fondamentale il cambiamento nei modi di produzione industriale, ricorrendo per esempio alle fonti di energia non inquinanti, come l’energia solare, geotermica, eolica o marittima e non quindi al petrolio o al carbone, abolendo così l’utilizzo di antiparassitari, pesticidi ed erbicidi nell’agricoltura e riciclando i rifiuti. Occorre quindi passare, ma secondo i vari movimenti ecologisti, ad un nuovo modello di sviluppo sociale, in cui vengono utilizzati nuovi materiali per la costruzione delle città, nuove forme di produzione agraria con l’obiettivo di ridurre sia l’inquinamento che lo sfruttamento delle risorse naturali già di per sé inadeguate. Ovviamente, quando noi parliamo di ecologismo, non dobbiamo pensare ad un unico blocco di pensiero, in realtà ci sono in esso due tendenze principali: quella riformista e quella fondamentalista insieme ad altre tendenze meno emergenti. La tendenza riformista si propone di ottenere dei cambiamenti, anche tramite lo strumento legislativo per limitare i danni del sistema. Uno dei principali ideologi di questo filone è stato l’americano Commonner, il quale nel suo testo “Il cerchio da chiudere” degli anni ’70, proponeva lo sviluppo di quelle tecnologie che dovevano soddisfare sia l’ecosistema che l’industria. Quindi l’ecologismo riformista non è contrario alla tecnologia in se stessa, ma a quella che non tiene conto dell’insieme dell’ecosistema. Generalmente in Europa, in modo particolare in Italia e in Germania, i vari movimenti del “verdi” si ispirano normalmente all’ecologismo riformista. Invece il filone fondamentalista esprime un’avversione alla tecnologia. Secondo Evan Illich, recentemente defunto, sacerdote cattolico che da anni si era autosospeso dal suo ministero pastorale, la crisi moderna consiste nella situazione che la macchina si è sostituita all’uomo e gli strumenti si sono sostituiti ai fini; per cui è un “implacabile processo di asservimento del produttore e di intossicazione del consumatore”. Per Illich ci si può servire degli strumenti solo ribaltando la struttura profonda che regola il rapporto tra l’uomo e lo strumento, creando una economia conviviale, cioè un reticolo di piccole unità, poco complesse e a basso contenuto energetico, in relazione armonica con l’ecosistema. Altro famoso esponente dei fondamentalisti è uno dei massimi ideologici del new age: F. Capra per il quale la crisi ecologica è stata causata dal prevalere nella scienza della visione meccanicistica del mondo cartesiana e newtoniana. Capra si rifà quindi alla dottrina orientale del Tao che non considera il mondo come un insieme di oggetti esterni all’uomo, composti dagli atomi, ma considera il pianeta come un organismo vivente, dove l’uomo non si distingue più dal mondo fisico. Ovviamente tale visione solistica si oppone alla visione cristiana del cosmo che è antropocentrica. Per l’ecologismo fondamentalista, al centro vi è non l’uomo, ma la biosfera, e tale biocentrismo diventa la norma della morale. In conclusione il giudizio della Chiesa cattolica sui vari movimenti ecologisti, è assai complesso e diversificato, infatti vi sono molti aspetti che il cattolicesimo apprezza e condivide, ma su determinati punti vi è divergenza perché contraddicono la visione che la fede cristiana ha dell’uomo e della natura. Il cristianesimo considera la creazione come opera di Dio, che resta sempre il Signore del creato, cosicché l’uomo non ne diventa mai il padrone assoluto, ma riceve da Dio il mondo come un dono per il suo bene e, affinché come collaboratore di Dio, lo porti a compimento nel migliore dei modi. Per la teologia cristiana, le cose create sono il segno di Dio e ne portano l’impronta, ed è proprio attraverso di esse che l’uomo naturale, senza una particolare rivelazione divina, sperimenta la bontà e la bellezza di Dio. Scrive san Paolo nella Lettera ai Romani: “Dalla creazione del mondo in poi le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l’intelletto delle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Rom 1, 20). Il creato non ha solo una valenza economica, pragmatica e utilitaria, ma ha anche un valore religioso ed estetico, cioè attraverso la sua contemplazione l’uomo si deve elevare spiritualmente e filosoficamente alla divinità. Allora la devastazione ecologica e l’avvilimento della natura sono per i cristiani quasi un sacrilegio, cioè una grave profanazione di quel tempio di Dio che è il creato e rientra nella categoria morale di peccato sociale. A tale riguardo da pochi anni la Conferenza episcopale italiana ha stabilito in tutte le parrocchie una giornata nazionale di sensibilizzazione per il rispetto del creato. Riguardo poi al concetto di natura, l’ecologismo ha una fortissima accentuazione della sua divinizzazione, con il rischio di tornare a forme di panteismo pagano secondo le quali la natura era piena di dei e devas. Per la fede cristiana la natura è creatura di Dio ma non è una emanazione divina. Dio per i cristiani non si identifica nella natura, ma la trascende infinitamente. Inoltre, l’ecologismo presso alcuni gruppi è presentato come un messaggio messianico di salvezza, quasi una religione secolare che salva l’umanità dai disastri causati dalla tecnologia. Per la fede cristiana, la salvezza è di ordine religioso, trascendentale, ed è anzitutto liberazione dell’uomo dalla morte e dal peccato ed è partecipazione, tramite Cristo, della vita di grazia trinitaria. Inoltre, come ho già sottolineato, alcuni gruppi ecologisti sono eccessivamente catastrofici, a questo riguardo il premio Nobel, autore del film “Una scomoda verità” forse in buona fede sta creando una situazione di terrorismo psicologico delle masse. Infine l’ecologismo è biocentrico, perché per esso l’uomo fa parte della natura, ed è un vivente, alla pari con gli altri viventi. Il cristianesimo invece è antropocentrico perché pone l’uomo al centro e al vertice della creazione, è vero che l’uomo fa parte della natura sotto l’aspetto biologico-corporeo, ma si distingue da esso per quello spirituale, perché, a differenza degli altri esseri viventi, l’uomo è dotato di libertà, intelligenza e coscienza. Gli animali, secondo la dottrina cattolica, non essendo persone, non possono essere soggetti di “diritti”, ovviamente essendo creature di Dio, vanno considerati con amorevolezza e non sottoposti a sofferenze inutili. Un cattolico potrebbe essere benissimo allora contro la caccia, quando questa sia non più un bisogno di vita alimentare indispensabile, ma solo una forma di passatempo e di svago. Tutta la creazione è stata fatta da Dio per il bene dell’uomo, affinché egli se ne serva non solo per la sua vita e le sue esigenze materiali, ma soprattutto per la sua evoluzione spirituale. Gli pseudo –allarmi sul 2012 vengono categoricamente smentiti dagli scienziati che da tempo hanno messo in luce, e continuano a denunciare, la campagna terroristica senza senso sulla presunta fine del mondo o fine di un’epoca che non ci sarà. Tutte fandonie. Tutte invenzioni, insomma. Del resto, come non credere agli scienziati? Parla senza mezzi termini di “leggenda metropolitana” l’astrofisica Margherita Hack, professoressa ordinaria all’Università di triste dal 1964 al 1992, Direttrice dell’osservatorio Astronomico di Triste dal 1964 al 1987 e membro dell’Associazione nazionale dei Lincei, con all’attivo numerosi progetti elaborati dall’Esa e dalla Nasa. L’astrofisica “triestina”, militante atea, non ha dubbi sul fatto che nel 2012 nulla di male accadrà alla Terra. La paura del 2012, con tutti i miti che sono stati costruiti attorno e le descrizioni apocalittiche scritte sul web, in miriadi di pubblicazioni e in altrettante puntate televisive è una grande bufala, ha dichiarato in occasione della trasmissione Le Iene. Non che la Terra non abbia una fine, ma non l’avrà nel 2012. la Hanck afferma che la Terra finirà fra 5 miliardi di anni: verrà inghiottita dal sole. Il sole cambierà drasticamente. Il suo raggio aumenterà anche di 200 volte e la terra sparirà dentro il sole. Per quell’epoca lontana la razza umana , molto probabilmente, non esisterà più. Si sarà già estinta da un pezzo. Per colpa sua, afferma la scienziata. E comunque, se ci saremo, “verremo vaporizzati dentro il sole. Sarà una fine rapida. Della stessa idea l’astrofisico e divulgatore scientifico Corrado Lamberti il quale, pur premettendo che la scienza non si occupa di profezie, bolla come “immane sciocchezza” il clamore creato sull’attesa del 2012 e sulla trovata dei catastrofismi hollywoodiani. Non c’è documento maya in cui si parli di macchie solari o di magnetismo e nemmeno di fine del mondo alcun ambio di calendario del Conto Lungo. Sono solo stupide invenzioni di pubblicisti senza scrupolo”. La psicosi pare abbia provocato fin troppe vittime. Molti sono ancora in preda al panico e si spettano lo scoppio di terremoti , maremoti e crolli di varia natura. Gli allarmi avevano occupato così tanti spazi mediatici che persino gli scienziati della Nasa sono dovuti scendere in campo per tranquillizzare gli animi: “Niente di male accadrà alla terra nel 2012”. Gli scienziati della Nada gettano così acqua sul fuoco riguardo l’allarme per la possibile fine del mondo il 21 dicembre del 2012 raccontata in una predizione del calendario Maya, una paura rilanciata dal catastrofico film di Roland Emmerich “2012”. Per tentare di fermare l’allarmismo imperante, gli esperti dell’ente spaziale statunitense hanno pubblicato on line, sul sito della Nasa, un’intera pagina in cui, attraverso un questionario di domande e risposte, affrontano il tema della possibile fine del mondo predetta nel calendario Maya per il 2012. Fine del mondo nel 2012? Macché. “Il nostro pianeta si è sviluppato senza grossi problemi per più di 4 miliardi di anni, e gli scienziati di tutto il mondo non sono a conoscenza di alcun pericolo associato al 2012” scrivono gli esperti Nasa. Da tenere poi in considerazione l’infondata notizia secondo cui il pianeta Nibiru sarebbe in avvicinamento e potrebbe determinare un impatto terribile. Ora, questa ipotetica catastrofe ad opera del pianeta che pare essere stato scoperto dai Sumeri, si sarebbe dovuta verificare già nel maggio del 2003 ma, poiché allora nulla di tragico si rivelò, si spostò la data dell’impatto, ovviamente, in avanti, facendola slittare al 21 dicembre 2012. Queste leggende erano legate alla fine di uno dei cicli dell’antico calendario Maya al solstizio d’inverno nel 2012, affermano gli scienziati della Nasa, sottolineando però che “così come tutti i calendari che ognuno di voi ha nella propria cucina che non segnano nulla dopo il 31 dicembre, il calendario Maya non segna nulla dopo il 21 dicembre 2012. Questa data è la fine del lungo periodo Maya ma, allora, come tutti i vostri calendari riprendono il conto dal 1 gennaio, in un altro lungo periodo riprende sul calendario Maya”. Lo stesso Massimo Polidoro, confondatore e segretario nazionale del Cicap (Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul Paranormale) si relaziona al 2012 come a una data sulla quale “tanti hanno trovato un nuovo filone paranormale e misterioso da sfruttare”. Polidoro afferma che non esiste affatto una profezia Maya in stile Nostradamus (anche se- scrive c’è anche chi è riuscito a tirare dentro in questa nuova moda new age anche il poeta provenzale – che, tra parentesi, in nessuna quartina riporta, non a caso, il parere espresso da Gary Glatzmaier, docente di Scienze della terra all’Università della California di Santa Crus: “Le inversioni impiegano qualche migliaio di anni per compiersi. E quando ciò avviene, la terra non rimane affatto scoperta. Semplicemente, le linee magnetiche di forza vicine alla superficie della Terra si intrecciano e si fanno più complicate. Un polo magnetico sud potrebbe comparire in Africa, per esempio, o un polo nord a Tahiti. Strano , è vero. Ma il campo magnetico è sempre presente e non smette mai di proteggerci dalle radiazioni cosmiche e dalle tempeste solari”. “Per la cronaca, l’ultima inversione dei poli si è avuta 780.000 anni fa e non si sa quando si avrà la prossima. Di certo, comunque, non avrà luogo la prossima. Di certo, comunque, non avverrà dall’oggi al domani ma richiederà millenni”. Polidoro consiglia a tutti di stare sereni e non farsi incantare da allarmi infondati: “Non so cosa succederà il 21 dicembre 2012, ma di sicuro – conclude – non finirà il mondo solo per via di un solstizio d’inverno”. Un altro stimato e riconosciuto ricercatore , Marcello Corradini dell’Esa (European Space Agency) rasserena gli ipocondriaci e i terrorizzati dalla psicosi 2012: “Non succederà nulla” e il tanto gridato allineamento terra- sole –galassia, presentato come venti eccezionale e dai risvolti drammatici, in realtà è un episodio che si ripete ogni anno… Oltre a questo allineamento – che avverrà, certo, ma non sarà affatto fonte di disastri e catastrofi come propagandano dagli apocalittici – i divulgatori delle teorie del neomillenarismo parlano dell’arrivo del pianeta Nibiru che si scontrerà con la Terra proprio nel dicembre 2012. Secondo alcuni, i più ottimisti, si tratterebbe di un pianeta- astronave abitato da una razza aliena super –progredita che, come giù in passato, aiuterà gli umani; secondo i pessimisti, invece, si tratterrebbe di un pianeta disabitato dall’orbita molto allungata che non porterà affatto pace, progresso e armonia. Insomma, invasione o non invasione aliena? In realtà, esiste un rischio da Nibiru? L’European Space Agency se la spassa e dice chiaramente che questo presunto pianeta che i governi terrebbero segreto, secondo le teorie cospiratorie, altro non è che una stella ,e non certo un pianeta… Un altro sito, tutto dedicato al 2012 (Tuttosul2012.com, “una bussola per orientarsi nel mare della rete alla ricerca dei segreti dell’anno 2012”) elenca Libri, siti, riviste, dvd e recensioni, “tutte le informazioni più utili sulla famosa profezia maya del 21 dicembre 2012” e riporta notizie collegabili ai presunti segni premonitori della catastrofe: persino l’uragano Irene, che ha colpito gli States nell’agosto 2011, viene fatto rientrare in questa fase anticipatrice. Le dichiarazioni rilasciate a Lettera 43.it dal ricercatore del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e docenti di Chimica e Fisica alla Sapienza di Roma, Valerio Rossi Albertini, sono improntate alla disillusione dei credenti nel 2012, nel senso che egli afferma: “Chi ipotizza un giorno preciso sulla fine del mondo lo fa sulla base di pregiudizi, non sulla base di una misurazione”. Dunque, parlare di fine del mondo nel 2012 è un pregiudizio non supportato da alcun dato scientifico. “parlare di fine del mondo in generale non ha molto senso, mentre le singole ipotesi sulle catastrofi che potrebbero colpite la terra (un’asteroide, l’esplosione del Sole come supernova o del nostro pianeta per l’accumulo di millenarie sollecitazioni) sono possibili, ma al momento senza prove prodotte e riproducibili che ci parlino di una data esatta”. Inoltre, gli astronomi Maya erano molto evoluti, ma le loro teorie non si possono riportare al metodo galileiano delle evidenza sperimentali”. Il ricercatore parla piuttosto, in riferimento al 2012, non di fine, bensì di nuova epoca, nuova fase: “Da un lato, ex post è molto facile adattare frasi criptiche a situazioni particolari, com’è accaduto per esempio con le teorie di Nostradamus. Dall’altro, l’ambiguità delle interpretazioni lascia molto spazio al retrofront quando poi le teorie non si avverano. Rispetto al 2012, per esempio, si è diffusa la versione secondo cui i Maya parlano di “fine” del mondo, ma ci sono traduzioni che parlano invece, di “rinnovamento”, nel senso di fine di un ciclo del mondo e inizio di un altro. E in questo senso è vero, perché la Terra entrerà sotto la sfera di influenza di altre zone del cielo”. Ma non sarà certo la fine della Terra e la fine dell’umanità. Don Marcello Stanzione |
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