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La presenza degli angeli buoni nella vita di Santa Veronica Giuliani PDF Stampa E-mail

La presenza degli angeli buoni nella vita di Santa Veronica GiulianiS. Veronica Giuliani  che la Chiesa festeggia il 9 luglio, nasce a Mercatello sul Metauro (PS- Marche/Italia) il 27 dicembre 1660 in una famiglia borghese e muore a Città di Castello (Perugia) il 9 luglio 1727. Il 28 ottobre 1677 (a 17 anni) riceve la vestizione religiosa e il nome di Veronica. Il 4 aprile 1681 (Venerdì Santo), a 21 anni, riceve la coronazione di spine di Gesù. Nel 1688 viene eletta maestra delle novizie a 27 anni. Il 5 aprile 1697 (Venerdì Santo) riceve le Sacre Stimmate a 37 anni. Il 15 gennaio 1712 le viene assegnato un secondo Angelo custode dalla Madonna. Nel 1715 c’è l’unione mistica con Maria SS. Il 5 aprile 1716 comincia a scrivere sotto dettatura della Madonna, perdendo la cognizione di se stessa e di ciò che scriveva, divenuta quasi “un’altra Maria”, come qualcuno ha detto anche Chiara d’Assisi. Il 17 giugno 1804 è proclamata beata da Papa Pio VII e il 26 maggio 1839 è proclamata santa da Papa Giuliani, curato da Fra Emanuele, da cui è tratto note fondamentali ...

...  del messaggio della santa:

1) il primato dell’amore infinito di Dio;

2) la realtà spaventosa dell’inferno alla quale molti oggi non credono più;

3) la dottrina dell’espiazione;

4) il ruolo indispensabile di Maria Santissima.

L’opuscolo è solo una breve sintesi tratta dal Diario della Santa composto da ben 42 grossi volumi di oltre 22.000 pagine che S-. Veronica scrisse, per obbedienza, a partire dal 1693 fino al 25 marzo 1727, anno della sua morte. Il Card. Palazzini, uno dei più grandi studiosi della santa, ebbe a dire: “Non è un’esagerazione affermare che Santa Veronica è ancora quasi sconosciuta. La missione di Santa Veronica deve ancora iniziare nella Chiesa”. E’ stato detto che “nessuna creatura umana, tranne la Madre di Dio, fu ornata più di voi di doni soprannaturali” (Papa Leone XIII) e che riunite in voi celebri santi; eppure non siete conosciuta”. Veronica, sin dalla primissima infanzia, sentì intorno a sé la presenza degli Angeli.

A Mercatello, ancora bambina, vide intorno a sé, molte volte, “come una luce” e successivamente seppe dal Signore che quella luce era il suo Angelo Custode. Sempre a Mercatello, il giorno della cresima, vide  intorno a sé due angeli, come testimonia al processo la signora Caterina Stefani, sua madrina (Summ., p 6§13). Veronica ha avuto visione reale del proprio Angelo in molte occasioni. Narra, ad esempio, in una circostanza, del suo patire tanto intenso e sconvolgente da non essere in grado di descriverlo e da cadere sotto il peso della croce postale sulle spalle dal Signore e, credendo di essere stata abbandonata, nel chiedere perdono delle sue colpe, le parve di vedere il suo Angelo Custode proteso a rialzarla. (Diario, I, 118).

La Santa in un’altra pagina del suo Diario scrive “…una notte, mentre facevo orazione, parevami di  avere la visione di Gesù coronato di spine, il quale mi disse che era venuto per fare un baratto con me; che voleva la corona che avevo in capo, e mi voleva dare quella che aveva Lui. In questo punto mi venne il timore che fosse il demonio.  Così mi disse: Non temere, non sono il demonio, ma il tuo Sposo crocefisso. E mi mostrava le sue sante piaghe con dirmi : Che brami? Che vuoi? Io dicevo: Signore , altro non voglio che il vostro santo volere, eccomi pronta a tutto. In questo punto mi parve di vedere il mio Angelo Custode, il quale mi cavò la corona che avevo in capo, e parvemi di vederla nelle sue mani: la quale era come un cerchino di ferro dal mio capo sentii gran pena”.( Diario, I, 116).  L’Angelo Custode si faceva spesso presente per rendere a veronica diversi servizi. Nell’adempimento dei suoi compiti di monaca e di badessa se lo sentì sempre accanto “come fosse stato una persona”. (Diario, II, 189 – 191, 198).

Il 19 luglio  1697 Veronica scrive: “Io sono ritornata in cucina, per altre robe, e quando sono ritornata oltre, ho trovato la dispensa acapezzata  (Assestata), e tutte le cose a suo luogo ed io che vi andavo per fare dette faccende, ho trovato così ogni cosa fatta. Anche questo penso l’abbia fatto il mio Angelo Custode; perché, dopo passato mezzogiorno, mi venuto un rapimento nel quale il Signore mi ha detto: Orsù! Fa pure le fatiche della religione, perché mi sono molto grate: ed io ti darò aiuto specifico, ed anche ti farò aiutare dal tuo Angelo Custode, come ho fatto questa mattina” ( Diario, II, 191).

Nell’agosto dello stesso anno: “In questi giorni, stando io così male, per il dolore che avevo, nelle piaghe dei piedi e mani, vi sentivo lo spasimo; in particolare, quando vi mettevano quel medicamento. Io, nel mio interno, sentivo in godimento grande di questo poco patire; ma non sapevo come potevo fare per fare l’ufficio e le fatiche. Tutto mi pareva impossibile; ma sentivo tanta fede nella virtù dell’obbedienza, che ero persuasa che tanto avrei fatto tutto. Così cercavo di fare quanto potevo; ma per la pena e dolore, nelle medesime faccende, mi si ritiravano i nervi, e non potevo operare. Più volte, all’improvviso mi compariva avanti il mio Angelo Custode e faceva le medesime faccende, per me, oppure, cole sue mani accanto alle mie, mi mitigava il dolore; e facevo tutto presto. Non vedevo come lo avevo fatto”( Diario, II, 226).

La presenza degli Angeli e in particolare dell’Angelo Custode nell’esperienza mistica di veronica si distende in una lunga teoria: è l’Angelo Custode che le porge la Comunione, allorquando i confessori la privano dell’Eucarestia; è l’Angelo Custode che per ispirazione del Signore, concorre a dare a Veronica maggiori sofferenze; è l’Angelo Custode che l’incita ad incamminarsi per la “strada molto oscura e stretta” delle sofferenze per raggiungere la completa perfezione e ad intrinsecarsi con il Signore. “In un subito, parvemi di trovarmi circondata da molti demoni i quali tutti stavano aspettando che uscisse quest’anima dal corpo per prenderla. Già si dichiaravano d’aver vinto; che io ero la loro; e che per me non vi era alcuno che mi difendesse. Il mio Angelo stavami accanto e pareva che godesse di vedermi così in abbandono. In detto tempo, provai siffate pene, nell’interno, per via di cognizione delle mie colpe e, nell’esterno, per via di dolori così atroci, che non vi è modo di poterle raccontare… In un tratto, parvemi vedere una strada molto oscura e s e stretta, e poi tornavano indietro; pochi vi andavano. Mi pareva che il mio Angelo mi dicesse che io m’incamminassi per quella via, ed, in un tratto, la passai” (Diario, III, 64).

Il 15 aprile 1714 scrive: “ Questa mattina, nella Santa Comunione, vi è stato il raccoglimento con la visione di Maria Santissima, del suo figlio Gesù, dei mie Angeli e della comitiva di Santi. In un tratto, a quei due (Angeli) si è accompagnato un altro che anche esso aveva in  mano un calice; ed ho capito che questo terzo Maria Santissima voleva che stesse in mia custodia; e che l’altro (stesse) sempre appresso il Padre e solo sarebbe venuto a me: quando il Padre lo manderà, come fa giornalmente, in tutte le mie necessità. In un tratto, ho veduto uscire dalle piaghe di Gesù rivi di sangue, ed i Santi Angeli raccoglierlo in quei calici che, riempiendosi in modo assai abbondante, versavano sopra di me. In quell’istante, l’anima mia ha provato la grazia di un nuovo battesimo, come provo, molte volte, nell’atto che il Padre mi dà la santa assoluzione” (Diario, III, 776).

Veronica dunque non si sentiva e non era mai sola nel patire, nel gioire. Sentiva di essere sempre assistita ed accompagnata da Maria Santissima, ma anche dai suoi Angeli, in modo specialissimo dal suo Angelo Custode. Il deserto della sua clausura era vivificato non solo dalla comunione con le sue sorelle monache, ma in ogni momento della sua vita, nelle incombenze quotidiane, come nella sua ascesi spirituale, dal suo Angelo Custode. Anche se delle sue penetrazioni mistiche non esprime mai certezza, nel timore di essere ingannata dal Maligno, la sua anima, nello scendere nelle profondità della sofferenza o nel salire le scale del godimento della sua intrinseca unione con Dio, vive in un modo popolato di Angeli che danno forza e luce alla sua anima, per percorrere sino in fondo, la dolorosa via della perfezione.

Non sono molti che si ricordano ora del loro Angelo Custode , eppure gli angeli, per disegno di Dio, accompagnano i nostri giorni. Dio ama  agire non da solo, ma servirsi delle creature che ha tratto dal nulla come messaggeri tra Lui e noi. Gli Angeli sono fedeli collaboratori della Sua volontà.

La Scrittura, in ciascuna sua pagina, ci mostra gli spiriti celesti quali ambasciatori presso gli uomini. Questi ambasciatori sono ancora al lavoro presso le anime di tutti noi, anche quelli che ritengono di non credere in Dio, per orientare misteriosamente le nostre anime, per risvegliare le nostre coscienze ogni qualvolta il pericolo si avvicina.

Gli Angeli non si stancano di suggerire nel silenzio dell’invisibile, le scelte migliori anche ai miscredenti. Nel severo monastero di Città di Castello, il carcere volontario di Veronica, discendeva dunque tutto il cielo. Le persone della SS. Trinità erano di casa, con il corteo di tutto il popolo celeste.

Il consolatore Gesù, per realizzare i suoi disegni, non ricorreva solo alla sua Madre Santissima, ma anche a tutte le altre creature del regno dell’invisibile.

Don Marcello Stanzione

 
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