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2 Dicembre 2011: don Stanzione al convegno su "Angeli e politica" a Benevento PDF Stampa E-mail

2 Dicembre 2011: don Stanzione al convegno su "Angeli e politica" a BeneventoL’associazione politica e culturale Millenium organizza il convegno “La simbologia angelica nella teologia politica”. Interventi: “Gli angeli della nazioni” di  Marcello Stanzione, teologo e saggista. “Gerarchie e milizie angeliche” di Julio Loredo, giornalista, redattore di Radici Cristiane. “Figure angeliche nella storia e militare del Meridione” di Gianandrea de Antonellis, storico e docente presso l’Università Europea di Roma. “Gli angeli dell’est” di Luca Bistolfi, giornalista e curatore di Torino Spiritualità. L’evento si terrà il 2 dicembre 2011, alle 18:30, presso il chiostro del Convento di San Pasquale, Via San Pasquale, Benevento. L’idea degli angeli protettori delle nazioni è presente sia nella bibbia sia nella teologia cattolica.  Secondo San Tommaso né l’uomo né nessun altra cosa possono rimanere completamente al di fuori del governo della Divina Provvidenza. Questo principio fondamentale venne applicato da alcuni dei primi scrittori e Padri Cristiani, in maniera abbastanza esagerata, ... 

...  tale da richiedere un particolare angelo per ogni cosa in questo mondo: tutti gli elementi, le stelle del cielo, ogni cosa vivente, inclusi gli insetti. Origene nega invece l’influenza dei demoni su tutte le cose che noi cristiani utilizziamo, mai gli ammette una corrispondente influenza e protezione di custodi invisibili, che egli successivamente chiama angeli divini: “Noi dunque dobbiamo rispettare non solo i frutti della terra, ma anche ogni ruscello che scorre e ogni soffio d’aria, perché il terreno produce quelle cose che si dice crescano naturalmente, perché l’acqua zampilla nelle fontane e rinfresca la terra con i suoi ruscelli, perché l’aria è pura, e supporta la vita di coloro che la respirano, solo grazie all’azione e al controllo di alcuni esseri che chiamiamo custodi invisibili, ma neghiamo che questi agenti invisibili siano demoni.”

San Tommaso e gli Scolastici rifiutano questa opinione considerata esagerata, ma essi ammettono che probabilmente c’è un angelo per ogni specie di cose viventi, oltre all’uomo, perché secondo la stessa Provvidenza è la specie che è destinata a sopravvivere e continuare all’infinito; perciò essi pensavano che occorreva una protezione speciale. “Tutti gli angeli ai quali sono affidate le cose puramente corporali sembra che appartengano al Coro delle Virtù; anche i miracoli spesso accadono per mezzo del ministero di questi stessi angeli.”

Poiché gli angeli sono ministri della Divina Provvidenza in questo mondo, sembra che non solo la vita e l’esistenza degli esseri umani individuali dovrebbe essere affidata alla loro protezione ma anche quella delle nazioni, città, chiese e comunità.

La versione sei Settanta del Deuteronomio,  32,8 dice: “Quando l’Altissimo divise le nazioni, come ha separato i figli di Adamo, egli stabilì i confini delle nazioni secondo gli angeli di Dio,” (la Vulgata dice: “Egli stabilì i confini del popolo secondo il numero dei bambini di Israele”), deve aver fornito agli scrittori greci cristiani il solido fondamento per credere che le nazioni e le città, oltre agli individui si trovano sotto la protezione degli Angeli Custodi. Dunque, tra gli altri, Clemente d’Alessandria: “I Reggimenti degli Angeli vengono distribuiti sulle nazioni e sulle città e alcuni vengono assegnati agli individui.” Tuttavia, nella visione del profeta Daniele troviamo una base più solida per questa verità.

In questa visione il profeta rivela che tre nazioni, gli Israeliti, i Persiani, e i Greci, avevano ognuno un protettore nazionale o Angelo custode che egli chiamano principe. Questo nome probabilmente implica che l’angelo custode nazionale appartiene al coro più alto della gerarchia minore (Principati, Arcangeli, Angeli), il coro dei Principati, o più probabilmente che essi sono Arcangeli; inoltre in qualità di custodi delle nazioni essi vengono chiamati principi. Questo è certamente il caso dell’Arcangelo Michele che Daniele chiama Principe della nazione ebraica: “Sai tu perché io sono venuto da te?” chiede l’Arcangelo apparso al profeta Daniele, “Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità: nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe”.

Questo angelo che parlò a Daniele era probabilmente l’Arcangelo Gabriele. Egli dice che sta andando a combattere contro il principe di Persia, ciò significa che egli sta andando a combattere contro l’angelo custode nazionale della Persia. Uscendo egli vide venire l’Angelo Custode nazionale della Grecia, ma sembra che egli non si aspetta di ottenere aiuto da lui. L’unico che l’avrebbe aiutato e assistito nella sua battaglia santa era San Michele Arcangelo, l’angelo custode della nazione ebraica di quei tempi.

Questa importante rivelazione fatta da uno dei maggiori spiriti celesti, l’Arcangelo Gabriele, ci dovrebbe sconcertare un poco.

Dopo tutto come possiamo riconciliare la carità, l’armonia e la pace esistente tra gli spiriti celesti combattendo e facendo guerre, che implicano inimicizia e discordia. Inoltre non c’è dubbio che questo parlare di guerra e combattimento si riferisce all’amore e allo zelo per la salvezza del popolo affidato alla loro protezione. Ogni angelo protettore nazionale ricerca il vantaggio spirituale e la salvezza del popolo del suo territorio, come dovere affidatogli.

L’Arcangelo Gabriele (che Daniele ha pregato per la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dei persiani in cui essi si trovavano) aveva assicurato l’assistenza dell’Arcangelo Michele, angelo custode nazionale della nazione ebraica, promuovendo la liberazione degli ebrei dalla schiavitù, ma egli aveva trovato un potente oppositore ai suoi sforzi nell’angelo custode nazionale o principe della Persia, che aveva resistito a tutti gli attacchi di Gabriele e di Michele con lo scopo di mantenere gli ebrei nella schiavitù più a lungo.

Questo grande Angelo del popolo persiano, che era una nazione pagana che non credeva nel vero Dio, aveva notato le numerose benedizioni che la presenza di questi schiavi ebrei fedeli avevano procurato ai persiani, infatti molti di loro avevano trovato la strada della salvezza. Egli tuttavia desiderava che quelle benedizioni continuassero per il bene dei suoi assistiti, e resisteva con tutto il suo amore e la sua potenza agli sforzi degli altri angeli, che guardavano gli interessi delle loro nazioni. Fu una battaglia d’amore perfettamente compatibile con la pace e la carità.

Ogni angelo sa cosa Dio vuole che egli faccia per il popolo del suo territorio, ma senza una rivelazione particolare egli non sa esattamente cosa Dio si aspetta dall’angelo di un’altra nazione, ecco le loro differenze. Inoltre, tutte le loro missioni vengono compiute con grande fermezza e reciproco amore – per la gloria di Dio e la pace degli uomini.

Il profeta Daniele usa qui un linguaggio di guerra e di contesa per esprimere l’ardente zelo e l’interesse mostrati da questi angeli nel compimento del loro dovere, come spiriti protettori nazionali.

Alfonso Maraffa

 
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