Il demonio attraverso gli insegnamenti del Cardinale Biffi |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Il cardinal Biffi è nato a Milano il 13 giugno 1928, è stato ordinato sacerdote il 23 dicembre 1950 e quindi quest’anno fra poco festeggerà 61 anni di consacrazione presbiterale. E’ stato insegnante di teologia e parroco prima a Legnano e poi nella Chiesa di Sant’Andrea a Milano. Paolo VI lo nominò vescovo ausiliare di Milano ed in seguito fu nominato arcivescovo di Bologna. Ritiratosi nel 2003 per raggiunti limiti d’età, conserva il titolo di cardinale arcivescovo emerito di Bologna. E’ autore di numerosi testi di teologia. In questi giorni ha pubblicato con l’editrice Cantagalli di Siena “Memorie e digressioni di un italiano cardinale” che è una nuova edizione amplificata con oltre cento nuove pagine di un suo libro del 2007. Riguardo alla problematica del diavolo il cardinale scrive in un articolo dal titolo “ L’enigma del male e l’esistenza del demonio” recentemente pubblicato sulla rivista apologetica cattolica il Timone del novembre 2011: “A questo mondo esiste il male: un insieme ... ... impressionante di ingiustizie, di malvagità, di aberrazioni, di sofferenza (inflitta, subita,. Occasionale) di inesattezze, di prepotenze, di arroganti stoltezze, che si impone a tutti: credenti e non credenti. Con una differenza: per il non credente (che accetta solo ciò che è terrestre e visibile) è una pura e semplice sconfitta della ragione; il credente può invece mettersi in ascolto della Rivelazione divina, la voce che è risonata dall’alto, nella speranza di capire qualcosa. La Rivelazione antica, già nel suo primo libro, ci parla di un’origine del male antecedente all’uomo; un’origine che è indicata non in una forza cieca e senza volto, ma nell’azione di precisi protagonisti. L’ANTICA RIVELAZIONE Il racconto di mostra che il dolore e la colpa scaturiscono si dalla libera e assurda decisione dei progenitori, ma per istigazione di un altro essere (il serpente), che li ha preceduti sulla strada della ribellione a Dio; un essere dotato già di tutte le caratteristiche che la Rivelazione successiva attribuirà al demonio: volontà di tentazione, attitudine di menzogna, desiderio di portare alla morte. L’identificazione esplicita del serpente genesiaco col demonio è fatta dal libro della Sapienza: “Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo” (Sap 2,24); e dall’Apocalisse: “IL grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana e che seduce tutta la terra…” (cf Ap 12,9). Nel seguito della Rivelazione, le profezie di Zaccaria (verso il 520 a. C.) presentano Satana (l’avversario, l’oppositore, il nemico) come un angelo corrotto e cattivo che si compiace di accusare i giusti presso Dio : “Satana era alla sua destra per accusarlo” (Zc 3,1), e nella stessa veste lo si trova nel celebre prologo del libro di Giobbe (Gb cc. 1-2). Queste descrizioni servono bene a mettere in luce la malvagità del soggetto, perché nell’opinione degli antichi nulla è ritenuto tanto perfido come la falsa accusa in tribunale contro un innocente. Il diavolo è dunque un angelo che misteriosamente ha scelto di essere cattivo (ribelle al creatore e ostile al disegno di Dio). IL DEMONIO Il demonio, che ha colmato di sé per secoli le ansie, le paure, le fantasie della cristianità, oggi gode di poco credito. E non solo non è più un problema per gli uomini senza fede e per una società largamente areligiosa: anche molti cattolici consapevoli pare che non ritengano plausibile la sua esistenza. Diversi teologi, che pur si immaginano di essere ortodossi, sono impegnati in un lavoro di “demitizzazione”, dopo il quale del diavolo non si salva nemmeno la coda. Ma perché i credenti (teologi e non teologi) non si rimettono piuttosto al parere del Signore Gesù, l’unico vero maestro, il solo che può dirci con autorità come stanno le cose? GESU’ E IL DEMONIO Gesù non dimentica mai l’esistenza di questo fosco personaggio. La sua missione si apre addirittura con la scienza sconcertante del demonio che tenta il Figlio dell’uomo nel deserto e ne viene respinto, quasi a evocazione e contrapposizione della prima infelice tentazione nel giardino di delizie (cf Mt 4,1-11). Il demonio è poi tra i protagonisti della splendida parabola della zizzania, dove c’è forse la più plastica raffigurazione del mistero del male del mondo: “il nemico che l’ha seminata è il diavolo” (Mt 13,39). Da questo incombente nemico Gesù vuole che i suoi discepoli preghino di essere liberati: “Liberaci dal maligno” (Mt. 6,13). Il momento della passione è visto da lui come quello del massimo scatenamento di questa potenza tenebrosa: “Questa di questa potenza tenebrosa: “Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre” (Lc 22,53). Da Cristo Satana è chiamato addirittura “principe di questo mondo” (Gv 12,31; 14,30; 16,11), e la missione apostolica è concepita come una lotta per rovesciarlo dal suo trono: “Lo vedevo Satana cadere dal cielo come folgore” (Lc 10,18). IL BATTEZZATO E IL DEMONIO Nella fedeltà all’unico vero maestro e alla sua verità, l’uomo rinato nel battesimo non si lascerà fuorviare dai “sapienti” e dagli “intelligenti”, che molte volte inclinano a sorridere di questo discorso come se fosse una favola per bambini: egli invece prenderà sul serio l’attiva presenza del demonio nella nostra vicenda individuale e collettiva. Riuscirà così – pensando a questa superiore istigazione – a spiegarsi il permanere del fenomeno eccessivo e disumano della violenza gratuita, degli attentati contro la gente incolpevole e indifesa, dell’accanimento contro la vita innocente, dell’idiozia della droga, della corruzione morale universalmente esaltata e propagandata; mali tutti che troppo spesso danno l’impressione di eccedere gli ambiti della “normale” stupidità e della “normale” perfidia dei figli di Adamo. Chi è posto alla scuola di cristo ha imparato che il demonio è il più grande nemico della vita umana ed è il re del falsari: “E’ omicida fin dal principio… e quando dice il falso, parla del suo, perché e menzognero e padre della menzogna” ( cf. Gv 8,44). Perciò non si meraviglia nel vedere il mondo – che tutto giace sotto il potere del maligno (1 Gv 5,19) – sottoposto a un’incredibile invasione di crudeltà e di calunnie, di corruzione e di falsità ( a danno specialmente dei piccoli, della predicazione del Vangelo, dell’opera salvifica della Chiesa). E sta in guardia, anche perché la parola di Dio ci ammonisce che Satana, per ottenere le sue sciagurate vittorie, spesso “si maschera da angelo di luce” (cf 2 Cor 11,14); cosa che è largamente comprovata dall’esperienza. Certo ci sarebbe da sgomentarsi, se non sapessimo che è sempre al lavoro per sostenerci e aiutarci anche Colui che il Signore chiama “lo Spirito di verità” che ci guida “alla verità tutta intera” (cf Gv 16,13). Per merito del Paràclito, gli animi intellettualmente onesti alla fine trovano la strada per arrivare a una fede non inquinata; per merito suo la luce del vangelo, nonostante le mille bugie ideologiche, continua a risplendere ; per merito suo gli apostoli di Cristo non si lasciano intimidire e rendono testimonianza alla verità anche quando devono sfidare le capziosità e le prepotenze dei dominatori di questo mondo. LA SCONFITTA DI SATANA La Rivelazione ci dà per fortuna un’altra notizia, felice stavolta e risolutiva: il nostro grande nemico (che dalla Scrittura non è presentato mai come un Dio del male, ma piuttosto come una creature pervertita) è destinato a una disfatta totale e irrevocabile. Secondo l’insegnamento di Gesù, alla fine del mondo il Re dirà ai cattivi: “Via, lontano da me, maledetti; nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli” (Mt 25,41). San Paolo scrive ai Romani: “Il Dio della pace stritolerà ben presto Satana sotto i vostri piedi” (Rm 16,20). Infine, il libro dell’Apocalisse ci descrive vivacemente l’ultima ribellione e la disfatta conclusiva delle forze demoniache: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per secoli dei secoli” (Ap 20,10). Come si vede, la Bibbia, che si apre con la presentazione del male nella sua origine (Gn 3), si chiude con la descrizione del male nella sua sconfitta; sconfitta che è già in atto in virtù della morte e della risurrezione del Signore, ma che attende di essere compiuta e manifestata quando Cristo verrà “ a giudicare i vivi e i morti” e a porre i suoi sigilli a questa vicenda di peccato e di pena che è la storia umana. UN’INTUIZIONE FOLGORANTE Mi piace concludere la nostra riflessione citando un’intuizione folgorante di Léon Bloy: “Il male di questo mondo ha un’origine angelica e non può essere espresso in una lingua umana” . (Le sang du paure, Conclusion). Don Marcello Stanzione |
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