25 Novembre 2011: conferenza di Don Stanzione su San Michele nella Cattedrale di Napoli |
Venerdì 25 Novembre 2011 in occasione della benedizione del restaurato busto argenteo dell’arcangelo Michele, uno dei patroni della città di Napoli, mons. Vincenzo De Gregorio Abate Prelato della reale cappella del tesoro di san Gennaro di Napoli ha invitato Il teologo don Marcello Stanzione ha tenere una conferenza sul Principe degli Angeli alle ore 16.00 nella Cattedrale partenopea. Michele, il cui nome in ebraico significa “Chi come Dio?” è, con Raffaele (Dio guarisce) e Gabriele (Potenza di Dio), uno degli angeli menzionati col proprio nome nella Sacra Scrittura ed è più volte oggetto della rivelazione biblica che gli attribuisce funzioni e compiti specifici. Nel libro vetero - testamentario di Daniele viene presentato come uno dei capi che corre in aiuto del profeta per difendere e proteggere il popolo d’Israele (Daniele 10,13.21; 12,1). Anche nel Nuovo Testamento Michele è presentato con la medesima caratteristica dio combattente e capo delle schiere angeliche, che contrastano satana e gli ... ... angeli ribelli facendoli precipitare sulla terra (Apocalisse 12,7-9). Nell’epistola di Giuda (9), Michele viene rappresentato in lotta con il diavolo cui contende il corpo di Mosè: quest’ultimo particolare richiama la concezione secondo cui Michele introduce i defunti nell’aldilà, attestata nelle antiche preghiere per i morti, nella letteratura e nell’epigrafia cristiana delle origini. Oltre a questi luoghi delle Scritture che citano esplicitamente Michele, ve ne sono numerosi altri che, arconti, arcistateghi, cherubini e serafini, sono stati interpretati, in ambienti giudaici, gnostici, e cristiani, molto spesso in riferimento a Michele, contribuendo ad arricchirne la caratterizzazione ed il culto attraverso i secoli. Nel Vangelo di Giovanni (5, 2-4), per esempio, si racconta che presso la piscina di Betzaetà si radunavano ciechi, zoppi, paralitici e che di tanto in tanto scendeva un angelo che agitava l’acqua: il primo che vi entrava ne veniva miracolosamente guarito. Quest’angelo, nell’antica tradizione cristiana, è stato spesso identificato con Michele: probabilmente proprio da questo episodio si originò la concezione di Michele taumaturgo che opera miracoli e guarisce gli infermi per mezzo dell’acqua. Anche nella letteratura ebraica di tradizione talmudica, Michele è l’angelo messaggero di Dio, protettore di Israele e poi della Chiesa, capo delle milizie celesti, liturgo, guaritore, psicagogo e psicopompo. Oltre che con questi attributi San Michele, nel corso dei secoli, è stato considerato difensore del bene contro il male in tutte le sue espressioni e manifestazioni. In un epigramma, composto nel V secolo da un anonimo alessandrino, in riferimento a uno dei sedici luoghi di culto dedicati all’Arcangelo a Costantinopoli viene ricordata questa funzione universale del santo: “Qui ci sono rimedi divini per uomini tristi, per mortali svigoriti nel corpo e nello spirito perché il male, contrariato, fugge via, o Michele, dinanzi al tuo nome, alla tua immagine, al tuo santuario” (Antologia Palatina 1,32). In questo Santo guerriero che esercita la sua funzione nella giustizia e nella carità, San Michele è stato proclamato ufficialmente patrono e protettore della Polizia di Stato da Pio XII il 29 settembre 1949. Nella devozione popolare e in alcune tradizioni l’arcangelo è anche considerato patrono di tutti i maestri d’arme, degli spadaccini e di tutti quei mestieri che si servono della bilancia, come farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai, pesatori di grano; inoltre, Pio XII nel 1941 lo ha proclamato patrono dei radiologi. Alfonso Maraffa |
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