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Il filosofo Amerio e l’omosessualità come violazione della vera natura umana PDF Stampa E-mail

Il filosofo Amerio e l’omosessualità come violazione della vera natura umana Romano Amerio nacque a Lugano dal medico condotto  Giuseppe e da Maria Moroni-Stampa  il 17 gennaio 1905 ed ivi morì il 16 gennaio 1997 alla vigilia dei suoi 92 anni. Il suo unico fratello, Franco, divenne sacerdote salesiano e fu per oltre 55 anni docente di filosofia al liceo salesiano di Valselice ed autore di vari testi scolastici assai apprezzati e di un libro di grande successo: “ Il nuovo catechismo antico” edito dalla Sei negli anni 70’. Romano studiò alla Cattolica di Milano, laureandosi in filosofia cum laude con una tesi sul pensiero religioso di Tommaso Campanella ed in seguito si laureò sempre cum laude all’università di Monaco di Baviera  in filologia classica, prima di diventare, nel 1951, per un biennio libero docente di storia della filosofia alla Cattolica. In seguito preferì insegnare al liceo classico di Lugano. Consulente del vescovo di Lugano Angelo Jelmini durante i lavori della Commissione centrale preparatoria del Concilio ecumenico Vaticano II, Amerio fu per molti anni in ... 

...  stretta consonanza intellettuale e religiosa con il cardinale Giuseppe Siri.

Oltre a “Stat Veritas” seguito a “Iota unum”, un classico di teologia cattolica postconciliare, edito anch’esso dalla  casa editrice Lindau di Torino, si devono ad Amerio un’imponente edizione critica in trentaquattro volumi degli scritti di Tommaso Campanella, tre volumi dedicati alle “Osservazioni sulla morale cattolica” di Alessandro Manzoni e importanti studi su Epicuro, Dante Alighieri, Giordano Bruno, Paolo Sarpi, Descartes e Giacomo Leopardi.

Riguardo all’omosessualità nella sua opera più importante “ Iota unum” il grande filosofo cattolico scrive al riguardo una paginetta molto illuminante:

“Non ci addentriamo nell’argomento della sodomia in cui l’opinione della teologia secondò la propensione dello spirito del secolo il quale disdisse dappertutto in Europa la legittimità dei rapporti omosessuali. Basterà rivelare anche qui la negazione delle nature, in particolare della struttura naturale e moralmente inviolabile dell’atto sessuale.

Infatti si sostiene che eterofilia e omofilia sono soltanto due modi dell’identica dimensione sessuale e che la loro differenziazione sia un effetto di influssi puramente sociali.

Così la sodomia, condannata severamente nella filosofia, nel costume e nella disciplina della Chiesa, cessa di essere una perversione per diventare un’espressione della sessualità e viene cancellata dal novero dei peccati che gridano vendetta al cielo (con l’omicidio volontario, l’oppressione dei poveri e la defraudazione delle mercede dell’operaio).

La differenza naturale viene sopraffatta da una sofistica dell’amore, il quale viene fatto capace di instaurare una comunione spirituale di persone al di là delle guide naturali e in oltraggio dei divieti morali.

Lo scandalo passò nella Chiesa olandese dai teologumeni alla prassi e si ebbero celebrazioni liturgiche dell’unione di omosessuali e persino una  Missa pro homophilis che “Notitiae”, organo della Commissione per l’esecuzione della riforma dei riti, si trovò in obbligo di deplorare (marzo 1970, p. 102).”

Don Marcello Stanzione

 
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