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San Simone Stock ed il Purgatorio PDF Imprimir E-Mail
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San Simone Stock ed il PurgatorioNella Sacra Scrittura si narra che il profeta Elia, dopo aver vendicato l’onore di Dio facendo uccidere i profeti di Baal, salì sul monte Carmelo e pregò insistentemente, perché cadesse la pioggia. Mentre egli era immerso nella preghiera, il suo servo vide “una nuvoletta, piccola come la mano di un uomo” che proveniva dal mare. Cadde, finalmente, una pioggia abbondante, con soddisfazione e gioia di tutti. Sin dai primi anni del Cristianesimo, alcune anime pie considerarono la “nuvoletta” come simbolo e segno della presenza benefica di Maria nella Chiesa, perciò nel 93 dopo Cristo, demolirono un’antica costruzione ivi esistente ed edificarono una cappella in onore della Beata Vergine. Sorse, quindi, una comunità religiosa, che viveva lontano dal mondo, in preghiera e penitenza. Come Mosè aveva incontrato il Dio, vivente sul Monte Ob, i primi eremiti vedevano nel profeta Elia un esempio edificante di vita contemplativa, perché aveva lasciato tutto per cercare, sul monte Carmelo, Dio ... 

...  solo. Inoltre, per il voto di castità, vedevano in lui il primo esempio nell’Antico Testamento, del loro ideale di perpetua continenza. Ebbe così origine, secondo la tradizione, l’Ordine dei carmelitani. Questi rimasero sul Carmelo fino al tredicesimo secolo, quando, scacciati dai Saraceni, ripararono in Occidente, fondando alcuni monasteri in varie parti dell’Europa. Al tempo del patriarca Airemico essi erano conosciuti come i Frati eremiti della B. Maria del Monte Carmelo. Il 16 luglio del 1251, nel convento di Holna, in Inghilterra, il carmelitano Simone Stock pregava ardentemente la SS Vergine che si degnasse di dare al suo Ordine un segno della sua  particolare predilezione.

La Madonna esaudì le sue preghiere, gli apparve circondata da una schiera di angeli e avente nella mano destra uno scapolare di colore bruno-caffè . La Vergine disse al santo, che estasiato, la contemplava: “Prendi, o dilettissimo figlio, questo scapolare del tuo Ordine, segno della mia confraternita, privilegio a te ed a tutti i carmelitani: chi morrà con esso, non cadrà nel fuoco eterno”. Lasciò, quindi, nelle mani del santo religioso l’abitino e disparve. Simone fuori di sé per la gioia, essendo superiore di quel convento, radunò i confratelli e con le lacrime agli occhi raccontò la mirabile visione.

Furono confezionati numerosi abitini conformi a quello datogli dalla vergine e dopo averli benedetti li distribuirono non solo ai religiosi carmelitani ma anche a tutti i cristiani che ne facevano richiesta e che solennemente si impegnavano a vivere santamente sotto la protezione di Maria. Lo scapolare viene nominato per la prima volta nelle Costituzioni dell’Ordine Carmelitano del 1281, dove troviamo questa norma: “I fratelli devono dormire con la loro veste e con lo scapolare, sotto pena di severe punizioni”. Sembra una norma eccessivamente rigida, ma togliersi l’abito di dosso, allora, era visto come un’uscita dall’Ordine.

Nel 1322 ad Avignone la Madonna apparve anche al papa Giovanni XXII che la supplicava a tenere lontano dalla Chiesa Cattolica lo scisma minacciato dall’imperatore Ludovico IV. La Vergine gli disse: “Giovanni, Vicario del mio figlio, siccome ti ho sottratto agli agguati dei tuoi avversari, così io aspetto da te un’ampia conferma del Santo Ordine Carmelitano che mi è specialmente devoto… e se tra i religiosi o confratelli che verranno a morire, ve ne fosse alcuni, i cui peccati avessero meritato il Purgatorio, io, come loro affettuosa madre, scenderò in mezzo ad essi il sabato dopo la loro morte e libererò tutti quelli che troverò in Purgatorio e li condurrò con me nel soggiorno beato”.

I critici considerano spuria, cioè non autentica, la bolla di Giovanni XXII in cui parla, per tutti coloro che portano con devozione lo scapolare di essere preservati dall’Inferno e per le anime purganti di essere liberate il primo sabato dopo la morte (privilegio sabatino), tuttavia molti papi ne hanno parlato in senso positivo. In una bolla dell’11 febbraio 1950 Pio XII invitava i fedeli a “mettere in prima fila, tra le devozioni mariane, lo scapolare che è alla portata di tutti”.

Questo, per il magistero ecclesiastico, non è un amuleto o un portafortuna, ma è un simbolo della protezione della madre celeste, che deve suscitare nei cristiani che lo portano fiducia e amore in Maria, che amorevolmente li conduce alla scuola di Gesù. Certamente la Madonna porterà alla salvezza le anime di coloro che le venerano con devozione che cioè si sforzano di amare con tutte le proprie forze Gesù Cristo, osservando fedelmente i suoi comandamenti. Lo scapolare, portato addosso con devozione, è un richiamo costante alla bontà della SS Vergine.

Esso è un sacramentale della Chiesa, perciò non deve essere considerato come un oggetto o una cosa, ma come un segno che deve richiamare continuamente alla preghiera. Il suo valore è stato ribadito in due allocuzioni anche da Giovanni Paolo II , nelle quali egli parlava dei molteplici frutti spirituali derivanti dalla devozione allo scapolare.

Don Marcello Stanzione

 
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