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L’Europride 2011 e la vergognosa lotta omosessualista alla vera natura della famiglia PDF Stampa E-mail

L’Europride 2011 e la vergognosa lotta omosessualista alla vera natura della famigliaLa lobby omosessualista ha dato alla loro marcia a Roma di sabato 11 giugno 2011 un particolare valore simbolico. Roma è la sede dell’odiatissimo Papa Cattolico e durante la loro vergognosa ed immonda manifestazione di invertiti ci sono stati numerosi carri e slogans contro i cattolici. Non si capisce perché gli striscioni apparsi sul Colosseo da parte del gruppo cattolico Militia Christi sia stati fatti togliere immediatamente dalle forze dell’ordine mentre le sfilate cattofobiche dell’europride omosessuale cioè una manifestazione di odio anticristiano siano state permesse ... ripeto la “ marcia su Roma” ha un grande significato simbolico per gli omosessualisti europei e a capo del loro corteo c’erano il bisessuale Pannella ,  la lesbica Concia e l’invertito pugliese Vendola. Per gli insulti e le offese lanciate contro il Santo Padre e contro i cristiani, noi cattolici ci aspettiamo almeno una nota di condanna della turpe manifestazione da parte del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la ... 

...  diocesi di Roma.

Attualmente mentre in Italia c’è un largo fronte contro le assurdità delle pretese omosessualiste in altre parti del mondo c’è stato un terribile sbracamento morale:  ad esempio in Belgio: i matrimoni tra omosessuali sono autorizzati da giugno 2003.

Le coppie omosessuali hanno gli stessi diritti delle coppie eterosessuali, salvo in materia di filiazione.

Nel 2006 hanno ottenuto il diritto di adottare bambini.

Spagna: il governo Zapatero ha legalizzato a luglio 2005 il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Queste coppie, sposate o no, possono anche adottare bambini.

Canada: la legge sul matrimonio delle coppie omosessuali e il diritto di adottare sono entrate in vigore a luglio 2005. Già in precedenza la maggioranza delle provincie canadesi autorizzava l’unione tra persone dello stesso sesso.

Africa del Sud: nel novembre 2006 l’Africa del Sud è diventata il primo Paese del continente africano a legalizzare l’unione tra due persone dello stesso sesso mediante il “matrimonio” o “partenariato civile”.

Norvegia: una legge del gennaio 2009 mette sullo stesso piano le coppie omosessuali ed eterosessuali, sia per il matrimonio e l’adozione di figli che per la possibilità di beneficiare di un’assistenza alla fecondazione.

Dal 1993 avevano la possibilità di unirsi mediante un partenariato civile.

Svezia: pioniera in materia di diritto all’adozione, dal 2009 la Svezia consente alle coppie omosessuali di sposarsi civilmente o religiosamente. Dal 1995 queste erano autorizzate a unirsi mediante “partenariato”.

Portogallo: una legge dell’1 giugno 2010 modifica la definizione di matrimonio eliminando il riferimento al “sesso diverso”. Esclude il diritto all’adozione.

Islanda: il Primo ministro islandese, Johanna Sigurdardottir, ha sposato la sua compagna, il 27 giugno 2010, giorno dell’entrata in vigore della legge che legalizzava i matrimoni omosessuali. Fino ad allora gli omosessuali potevano unirsi legalmente ma l’unione non era un vero e proprio matrimonio.

Argentina: il 15 luglio 2010 è diventata il primo Paese ad autorizzare il matrimonio omosessuale in America latina, la più grande regione cattolica del mondo. Le coppie omosessuali possono adottare bambini e avere accesso agli stessi diritti degli eterosessuali.

Due Paesi che autorizzano i matrimoni gay su una parte del loro territorio sono gli Stati Uniti (Stati dell’Iowa, Connecticut, Massachusetts, Vermont, New Hampshire e la capitale Washington) e il Messico (la capitale federale).

Altri Paesi hanno diritti legislazioni su un’unione civile che concede diritti piò o meno estesi agli omosessuali; tra questi in particolare la Danimarca che ha dato il via nel 1989 creando un “partenariato registrato”, la Francia che ha instaurato il PACS (1999), la Germania (2001), la Finlandia( 2002), la Nuova Zelanda (2004), il Regno Unito (2005), la Repubblica Ceca (2006), la Svizzera (2007), l’Uruguay e la Colombia.

In realtà il modello di famiglia che resta massimamente maggioritario è quello composto da un solo uomo e una sola donna che hanno generato i loro figli. Sono queste coppie che assicurano la permanenza del legame coniugale e la sicurezza di quello sociale.

Eppure oggi a causa del potere sui mass media della lobby omosessualista siamo nella confusione più completa. Come ricordava mons. Tony Anatrella purtroppo oggi i metodi e i linguaggi usati dai sociologi per valutare e parlare di “diversi modelli familiari”, hanno condotto a modificarne le rappresentazioni sociali. C’è quindi un divario tra la realtà naturale della coppia e della famiglia, e il modo in cui i sociologi, inventando nuovi concetti, tentano di rappresentare ciò che è una coppia o una famiglia.

Essi confondono la nozione di “casa” , come entità socio – economica e amministrativa, con la nozione di “coppia” e di “famiglia”, che si basa sull’alleanza tra un uomo e una donna nel matrimonio.

In nome di una discutibile concezione dell’eguaglianza, essi mettono sullo stesso piano tutte le unioni di tipo affettivo e ne concludono che tutte le situazioni esistenti devono essere autorizzate dalla legge e disporre degli stessi diritti.

In queste condizioni , non si vede più quale sia lo scopo del matrimonio, o quale sia il significato della coppia formata da un uomo e una donna.

E’ lo “zoccolo duro” del matrimonio e della famiglia che qui viene profondamente destabilizzato, provocando l’insicurezza sociale. Cosa diventa una società, quando i suoi cittadini non sono più spinti a impegnarsi nel matrimonio originato dal legame formato da un uomo e una donna, legame che è una delle poste maggiori del rapporto sociale?

L’abbassamento delle percentuali di nuzialità e di fecondità, la perdita del senso dell’avvenire e del ricambio generazionale, il bisogno di liberarsi dai riferimenti fondamentali della società e l’abbandono educativo dei figli, provocano l’arresto della trasmissione della vita.

In questo senso, le istituzioni europee commettono un grave errore, confondendo l’eguaglianza tra le persone e l’eguaglianza tra situazioni la maggior parte delle quali sono contrarie al bene comune.

Come non vedere che numerosi Paesi europei si sono messi in un processo suicida e che le decisioni, prese in campo coniugale  e familiare dal Parlamento Europeo di Strasburgo e dalla Commissione dell’ONU sulle Popolazioni, si oppongono al diritto naturale e familiare?

In nome di irrealistiche rivendicazioni, numerose associazioni omosessualiste stravolgono il linguaggio e le realtà che riguardano il significato della coppia e della famiglia, per attribuirlo all’omosessualità. Queste associazioni credono che un duo, composto da persone dello stesso sesso, sia comparabile a una coppia formata da un uomo e da una donna. Ma non è così. Infatti le realtà psicologiche non sono identiche in questi due tipi di relazioni.

La società si basa sulle identità maschile e femminile e non su “orientamenti” che sono in contraddizione con l’identità sessuale. Se ad ognuno va portato rispetto, ciò non vuol dire che questo rispetto possa essere strumentalizzato allo scopo di pretendere, in nome dell’egualitarismo, che tutto si equivalga e che ogni “orientamento sessuale” vada legalizzato.

L’omosessualità non rappresenta nessun valore simbolico né sociale a partire dal quale si possa ripensare la coppia, il matrimonio e la famiglia.

Crederlo è un  errore altrettanto grave di quello marxista che, mediante, il comunismo, ha rovinato umanamente, economicamente e moralmente i Paesi dell’Europa orientale.

In un altro campo, riprendiamo gli stessi errori intellettuali di quelle ideologie che ci hanno condotto a numerosi vicoli ciechi. Mons. Anatrella  ricorda che la nozione di “coppia” si applica solo all’unione tra i due sessi.

Essa deriva dalla parola latina copulatio, che esprime l’accoppiamento tra maschio e femmina; solo maschi e femmine possono copulare, accoppiarsi. Più precisamente, la copula significa innanzitutto il “legame”, e la sua definizione indica chiaramente che si tratta dell’unione di cose diverse che si mettono insieme.

Solo un uomo e una donna formano quella coppia che origina una famiglia. Due persone dello stesso sesso formano solo un duo, che non presenta nessuna delle caratteristiche della coppia né della famiglia formate da un uomo e da una donna. Solo un uomo e una donna hanno quello differenza sessuale e quella complementarietà delle quali la società ha bisogno.

Due persone dello stesso sesso sono alla ricerca dell’identico e dell’eguale, nell’autosufficienza della monosessualità L’idea di sposare o di creare unioni civili fra omosessuali, equivale a pretendere d’iscrivere nella legge la negazione della differenza sessuale, ingannando su una delle invarianti umane.

Tutte le società si basano sulla proibizione dell’incesto e dell’omicidio, sul rispetto della differenza sessuale e delle generazioni. Rimettere in questione una di queste varianti, contribuisce a destabilizzare l’insieme del quadro portante della società e a svalorizzare il senso delle leggi fondanti dell’umanità. In queste condizioni, non ci si può meravigliare nel vedere che i cittadini, a cominciare dai più giovani, rispettano sempre meno le leggi.

Se queste invarianti umane non vengono più rispettate, allora niente ha più valore né è degno di rispetto.

Ma questo discorso è difficile da far capire in una società che nega il corpo e la realtà carnale della sessualità. Si preferisce appellarsi ai “sentimenti” più elementari, per mascherare il fatto che si stabilisce una separazione tra corpo e sentimenti, tra copro e sessualità, tra corpo e procreazione.

Il nuovo puritanesimo delle società secolarizzate si allaccia alla vecchia filosofia e antisessuale di tipo gnostico, allo scopo di meglio negare la differenza sessuale mediante la banalizzazione dell’omosessualità. Le società occidentali si chiudono nella menzogna sul significato della coppia e della famiglia. Ma questo significato non è la libera disposizione dei parlamentari e dei gruppi di pressione. Sta ai cittadini il compito di ritrovare il buon senso delle realtà umane, e di testimoniarlo là dove i politici non sanno più rispettarlo e nemmeno concepirlo.

Don Marcello Stanzione

 
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