Luigi Tosti: un nemico della Croce di Cristo |
Il giudice Luigi Tosti a causa del suo acceso anticlericalismo sembra essere un personaggio ottocentesco. Tosti è animato da un’odio irrefrenabile contro i cattolici, per egli la Chiesa è un’associazione a delinquere e tutti i preti sono pedofili. Tra le tante sue malefatte ha anche denunciato un vescovo per abuso della credulità popolare perché il vescovo a chi gli si accostava dopo la consacrazione della Santa Messa per ricevere la Santa Comunione dava il Corpo di Cristo ma per Tosti Cristo non è mai esistito per cui il vescovo è stato denunciato da Tosti come un impostore… Tosti ha un’odio implacabile contro il Crocefisso per cui si è rifiutato di esercitare il suo lavoro di giudice nelle aule giudiziarie dove era esposto il Crocefisso. Per accontentarlo gli era stata messa a disposizione un’aula senza alcun simbolo religioso ma lui “ il giudice” lo stesso aveva rifiutato di tenere udienza chiedendo la rimozione del Crocefisso da tutti i tribunali italiani. Alla fine è intervenuta la cassazione rilevando che ... ... l’esposizione del Crocefisso nelle aule dei tribunali e negli uffici pubblici non può essere avvertito come un pericolo per la libertà religiosa di chi non è cristiano e con la sentenza 5924 ha confermato la rimozione dalla Magistratura del Tosti. “ La presenza di un Crocefisso – scrive la Cassazione- può non costituire necessariamente minaccia ai propri diritti di libertà religiosa per tutti quelli che frequentano un’aula di giustizia per i più svariati motivi e non solo necessariamente per essere tali utenti dei cristiani con la conseguenza” che il giudice Tosti non poteva “ rifiutare la propria prestazione professionale solo perché in altre aule di giustizia ( rispetto in quella in cui operava) era presente il Crocefisso”. Nella Lettera ai Filippesi (3, 18), San Paolo parla “dei nemici della croce di Cristo”. Non si tratta qui semplicemente degli avversari della fede cristiana e dei persecutori dei discepoli di Cristo e della Chiesa. Il punto di vista di San Paolo è di denunciare l’opposizione fatta nel mondo alla croce di Cristo, al suo insegnamento di penitenza, all’appello di Gesù : “Se qualcuno vuole seguirmi rinneghi se stesso, porti la sua croce e mi segua”. Questa “croce di Cristo”, prototipo di ogni croce umana, della “(nostra) croce”, incontra “(dei nemici)” in certi uomini “che vanno per il loro cammino”, avendo fatto, secondo la forte espressione di San Paolo, “loro dio il ventre. Essi si vantano di cose di cui dovrebbero arrossire, essi non amano che le cose materiali, che la terra”. Crapulatori di ogni categoria, vittime della triplice concupiscenza, l’orgoglio, la lussuria, la frenesia di sembrare, ecco l’assemblea numerosa intorno ai beni puramente terrestri, uomini di danaro, di piacere, degli assetati di onori, di tutti i vantaggi di questo mondo e veramente in inimicizia dichiarata o silenziosa ma reale con “la croce di Gesù”. Poveri uomini ! Povero mondo ! La vita soprannaturale ed anche la vita spirituale, semplicemente, senza che sia esaltata fin al piano specificatamente divino del soprannaturale, hanno bisogno d’ideale e comportano un’indispensabile rinuncia. Il compimento puro e semplice del dovere non va senza abnegazione, senza trionfo sul proprio egoismo, dalle radici e dalle spinte multiple. Dal dovere che è un obbligo stretto fin all’eroismo della virtù, della giustizia rigorosa senza la quale noi priviamo Dio ed il prossimo di quello che noi dobbiamo loro rispettivamente fino al dono totale di sé nella santità eroica e lo zelo totale, vi sono tutti i gradi e tutte le sfumature, ma, alla base ed al vertice, la croce è il segno della vita conforme alla volontà di Dio, al bene del prossimo ed alla società umana. Se vi fosse maggiormente il culto della croce nello spirito e nel cuore degli uomini, vi sarebbero meno miserie, concezioni folli e criminali ! Senza l’esaltazione della croce nell’anima degli uomini e nel mondo contemporaneo, non si dissiperà l’atmosfera pesante e coperta di nubi sempre pronte ad esplodere in piogge devastatrici e rovinose per la pace e la felicità umane. “La croce di Cristo”, “stendardo” della Redenzione, del popolo di Dio, di ogni uomo sensibile e comprensivo davanti a questo segno della più grande e della più fraterna assemblea umana ! Don Marcello Stanzione |
< Prec. | Pros. > |
---|