"I Santi e il Demonio" testo di Don Stanzione e Carlo Di Pietro. Introduzione a cura di Mons. Gemma |
“La vita dell’uomo sulla terra è battaglia” (Gb 7, 1), avvisa la santa Scrittura. E l’apostolo Pietro indica con chiarezza anche quale sia l’avversario e l’impulsore di questa lotta che connota la vita di ogni uomo. Egli dice: “Fratelli, siate sobri e vigilate, perché il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1Pt 5, 8). Non diverso il pensiero dell’apostolo Paolo che, nella lettera agli Efesini a questa lotta insistente rivolge il suo pensiero e quello dei fedeli : “Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”(Ef 6, 11-12). Poi si sofferma ad elencare le armi che il cristiano deve prendere per risultare vincitore. Questa lotta tra bene e male è poi personificata, nell’Apocalisse, nella guerra che il drago rosso ... ... ingaggia con la donna, figura della Chiesa, che genera figli a Dio con la grazia. Nella visione è anche chiaramente preconizzato l’esito finale della battaglia: la sconfitta definitiva del drago. Di qui l’inno di vittoria messo in bocca ai salvati: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava dinanzi al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino a morire” (Ap 12, 10-11). Il quadro disegnato dalla Divina Rivelazione, che qui abbiamo appena tratteggiato, trova riscontro nella vita di ogni cristiano. Egli è coinvolto in questa lotta gigantesca tra il bene e il male, è chiamato ad assumere le armi suggerite dall’apostolo Paolo e, forte della sua speranza teologale, è sicuro della vittoria. Tutto ciò trova plastica ed esemplare espressione in coloro che fra i discepoli del Signore Gesù hanno meglio risposto alle esigenze della vocazione cristiana e la Chiesa ha posto sull’altare, con la beatificazione e canonizzazione, perché costituiscano fari luminosi a rischiarare il nostro comune cammino. Bene hanno fatto, dunque, i due esimi Autori del presente volume a metterci dinanzi, come in una galleria di quadri attraenti, altrettante figure di santi di ogni tempo e di ogni estrazione, che si sono segnalati particolarmente in quella lotta contro il Maligno, nella quale il sottoscritto sin dall’inizio del suo episcopato si è impegnato con quelle armi che la Chiesa ci mette a disposizione. Egli può testimoniare con cognizione di causa e con esperienza quotidiana la necessità per tutti i cristiani, da una parte gli scettici per convincersi dell’esistenza e dell’azione malefica del nemico del bene e dall’altra tutti gli altri, di non scoraggiarsi in questa lotta costante dalla quale nessuno può ritenersi esentato. Un’altra cosa, penso, questo libro è destinato ad evidenziare: l’accanimento del Maligno si rivolge particolarmente contro coloro che più sono impegnati nell’esercizio della virtù e nel raggiungimento della perfezione cristiana, i santi appunto. Il demonio, infatti, non tenta se non i forti e gli impegnati, lasciando indisturbati coloro che languono nella palude della mediocrità. Vorrei anzi dire di più: l’avversione grave e palese del Maligno è in certo qual modo un segnale della bontà della strada che si sta percorrendo; infatti il satana aggredisce, talvolta in maniera sfacciata, i forti e i santi; mentre non si preoccupa di disturbare i mediocri, coloro per i quali la professione cristiana è poco più che un’iscrizione d’anagrafe. Se posso aggiungere un’altra considerazione è questa: salvo misteriosi disegni di Dio e accertati effetti di cause malamenti influenti, l’aggressione del Maligno, fino alla peggiore qual è la possessione, non necessariamente indica la quale che sia colpevolezza del soggetto aggredito – persino dei Santi sono stati posseduti -, bensì la certificazione di quella lotta di cui s’è detto che durerà quanto il mondo. Quello che è importante per tutti è l’essere sempre pronti a rintuzzare i dardi infuocati dell’avversione diabolica con tutti i mezzi a nostra disposizione. Gli Autori a questo riguardo – ed è una luminosa peculiarità del volume – chiamano in causa gli angeli di Dio. Anche qui occorrerebbe rifarsi alla ricca angelologia contenuta nelle pagine della Bibbia. Non sarà fuor di luogo notare come negli ultimi decenni stranamente questo capitolo della Divina Rivelazione è stato estenuato nella sua fondamentale rilevanza (ricorderemo a riguardo la grave omissione contenuta nel famoso catechismo olandese, contro la quale dovette intervenire a precisare la Santa Sede…). È meraviglioso, invece, constatare come nella vita dei santi, insieme alla sfacciata irruenza dell’angelo tenebroso, Dio in molti casi ha fatto intervenire in maniera prodigiosa l’opera angelica. I santi che ne hanno particolarmente usufruito, ci hanno lasciato testimonianze stupende. Vada ascritto agli Autori il merito di aver ricordato che questo intervento degli angeli, se per alcuni santi è stato visibilmente percepibile, per tutti noi è invisibilmente ma certamente assicurato. E così abbiamo un motivo in più per pregustare quella vittoria contro il male che è definitiva e ci è assicurata quale premio della nostra perseveranza in quella battaglia nella quale siamo continuamente impegnati. Diciamo grazie a chi ci offre in spirituale degustazione le pagine di questo libro. Esse sono destinate, non tanto a solleticare la curiosità che la materia trattata normalmente suscita, ma a ricavarne abbondante frutto spirituale. Per questo il Signore voglia benedire Autori e lettori. † Andrea Gemma |
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