La Reliquia di Santa Lucia da Siracusa a Campagna (SA) dal 9 al 13 Marzo 2011 |
Il nome Lucia (dal latino significa “luce”, “luminosa”, “splendente”) nell’antica Roma veniva dato ai bambini che nascevano alle prime luci dell’alba. Oggi con questo nome, si battezzano quei bambini che i genitori intendono porre sotto la protezione di una delle sante più amate e potenti della Cristianità, Lucia di Siracusa, la cui vita eroica ha ispirato santi, poeti, artisti di ogni epoca e paese. Lucia nacque in Sicilia, nella città di Siracusa, in un anno imprecisato alla fine del III secolo. Nobile e ricca di famiglia, rimase presto orfana di suo padre. Fu la madre Eutichia a mostrarle per la prima volta le gioie della fede in Dio che Lucia cominciò a sperimentare precocemente attraverso la lettura delle Sacre Scritture e la partecipazione ai riti praticati in segreto nelle catacombe della sua città. In quegli anni, infatti, i cristiani erano perseguitati per ordine dell’imperatore Diocleziano. In poco tempo quel grande amore che nutriva in cuor suo verso Gesù fece che Lucia lo scegliesse come suo sposo ... ... consacrandogli per sempre la sua verginità e donando la sua cospicua dote ai più poveri. La madre tuttavia l’aveva già promessa in moglie a un giovane che, accecato dall’ira, la denunciò alle autorità perché cristiana. Lucia fu così arrestata e condotta in tribunale al cospetto di Pascasio, il prefetto di Siracusa che le ordinò di abiurare la sua fede di fare dei sacrifici in onore degli dei pagani. L’intrepida fanciulla oppose un secco rifiuto e a nulla valse la minaccia di condurla in un postribolo dove sarebbe stata violentata. Anzi Lucia rispose che non si sarebbe mossa di un passo anche perché, disse, “il corpo non viene deturpato se non dal consenso dell’anima”. E il suo corpo, per opera dello Spirito Santo, divenne così pesante che nemmeno sei uomini e sei buoi riuscirono a spostarlo di un metro. Lucia fu allora cosparsa di olio e di pece bollente, poi fu posta sulla brace ardente. Ma ogni tortura miracolosamente fallì e il suo corpo non riportò neanche una scottatura. Condannata quindi a morte, prima di essere uccisa (trafitta alla gola con un pugnale oppure decapitata), secondo una tradizione leggendaria Lucia si strappò gli occhi e li inviò su un vassoio al prefetto Pascasio, che nel frattempo si era follemente innamorato di lei. Fu sepolta nello stesso luogo dove subì il martirio e qui nel VI secolo fu costruita una chiesa (l’attuale basilica-santuario di Santa Lucia al Sepolcro) per accogliere il gran numero di pellegrini che cominciò a venerare le reliquie di questa eroina della fede, ottenendo spesso guarigioni e altre grazie per sua intercessione. Chi si vuole mettere sulle tracce di santa Lucia non può mancare di iniziare il suo viaggio con una visita alla basilica-santuario di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa. Al suo interno, presso il, pilastro destro del presbiterio, è conservata la colonna in granito dove si sarebbe consumato il leggendario martirio della Santa. Dietro l’altare, invece, si trova la celebre tela del “Seppellimento di santa Lucia”, la prima opera siciliana dipinta da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, eseguita nel 1608 durante il suo soggiorno a Siracusa. A destra del presbiterio, una scala conduce alla cappella del Sepolcro, un tempietto ottagonale seminterrato che ospita il loculo utilizzato per la sepoltura del corpo di santa Lucia, oggi custodito a Venezia nella chiesa di San Geremia, mentre alcuni frammenti delle sue ossa si trovano nel duomo di Siracusa all’interno della statua che la ritrae e che viene portata in processione nel giorno della sua festa. Santa Lucia è patrona di donne di malavita pentite, ricamatrici, elettricisti, materassai, sarti, sellai, tappezzieri, ma in particolare è nota, per il significato del suo nome (collegato alla “luce”) e per il terribile episodio della perdita dei suoi occhi, come protettrice di ciechi e oculisti. Nei secoli poi la sua intercessione è stata ritenuta estremamente efficace per guarire dalle malattie degli occhi. Non a caso gli ex-voto che le sono stati offerti dalla devozione popolare per grazie chieste e ottenute riproducono quasi sempre gli occhi. E nelle spezierie medioevali era frequente la preparazione di un particolare collirio per la vista chiamato “Santa Lucia”. In Puglia, nel comune di Erchie (Brindisi), all’interno del santuario di Santa Lucia sgorga una sorgente d’acqua ritenuta miracolosa, con la quale pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia si bagnano gli occhi invocando la protezione o la guarigione dalle malattie. In Calabria anticamente si curava il polipo agli occhi passando sulle palpebre del malato un rametto di finocchi carico di semi mentre si ripeteva, intonandola come una cantilena, l’invocazione: “Santa Lucia ‘campu stavia, Escia purpura, escia purata, escia vena ‘nzanguinentata”. In Abruzzo coloro che rano affetti dalla stessa malattia agli occhi venivano, invece, segnati con una fede nunziale d’oro descrivendo per tre volte sopra le loro palpebre la forma della croce mentre tutti i partecipanti al rito dicevano: “Sanda Lucije pe lo minne andava, ddue donzelle se purtave: vune ‘nghe la croce, l’autre’nghe lu gangue; Sanda Lucije, ‘nghe la mene Sande, a nuiome di Patu, du Fije e du Spirite Sande”. Nell’atre S. Lucia è stata raffigurata con diversi attributi iconografici come la palma (simbolo dei martiri), il giglio (allusione alla sua purezza e al suo voto di rimanere vergine), il pugnale (lo strumento con il quale fu uccisa). Gli artisti, tuttavia, sono stati ispirati soprattutto dal leggendario episodio del suo accecamento e così gli occhi sono diventati i suoi attributi iconografici più ricorrenti, dipinti su vassoi o in coppe d’argento, all’interno di ampolle di vetro oppure su uno stelo quasi fossero fiori, come in un dipinto di Francesco del Cossa. Alcuni autori si sono poi spinti in alcune variazioni sul tema alquanto stravaganti, come Angeletto da Gubbio che ha raffigurato S, Lucia mentre tiene nella mano destra un vassoio con addirittura sei occhi e un altro fa bella vista nella mano sinistra. Ecco il programma: MERCOLEDÌ DELLE CENERI 9 MARZO 2011 (DIGIUNO ED ASTINENZA) Ore 18.00: Accoglienza Solenne delle Insigni Reliquie della Santa presso la piazzetta San Michele Arcangelo (Località Santa Maria la Nova) alla presenza delle Autorità Civili e Militari; i Gruppi Parrocchiali; le Associazioni Ecclesiali e tutto il popolo di Dio con breve processione fino alla Chiesa di Santa Maria la Nova. GIOVEDÌ 10 MARZO 2011: GIORNATA DELLA FAMIGLIA In mattinata: Venerazione e preghiera personale, visita alle scuole. In mattinata: Visita delle reliquie del Santo agli ammalati della Parrocchia, visita alle scuole. SABATO 12 MARZO 2011: GIORNATA DEI FANCIULLI E DELLA VITA In mattinata: Venerazione e preghiera personale e visita delle scolaresche. DOMENICA 13 MARZO 2011: GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO Ore 09.00: Trasferimento delle Reliquie della Santa presso la Cappella del Cimitero di Campagna “San Pio da Pietrelcina”, ove alle ore 09.30 sarà celebrata la Santa Messa. Don Marcello Stanzione |
< Prec. | Pros. > |
---|