Quando la cultura italiana influenzava quella straniera |
Ornella Orsini, studentessa venticinquenne presso l'Università degli studi di Salerno diventata dottoressa in lettere moderne conseguendo la laurea specialistica negli ultimi giorni di novembre con la tesi dal titolo "Il Libro del Cortegiano di Baldassare Castiglione tra Italia e Inghilterra" ha contribuito a far luce su una verità finora taciuta sull'importanza della cultura italiana: nel cinquecento erano la lingua e la cultura italiane ad influenzare l'Inghilterra al contrario di ciò che accade oggi. Infatti nella tesi la dottoressa dimostra come "Il Libro del Cortegiano" di Castiglione sia la fonte d'ispirazione di un'opera inglese di quello stesso periodo: "The Art of English Poesy" di George Puttenham. Per capire in che modo ciò accada è necessario spendere qualche parola sul "Libro del Cortegiano". Il "Libro del Cortegiano", è un trattato scritto da Baldassare Castiglione tra il 1508 e il 1516 e pubblicato definitivamente nel 1528, poco prima della sua morte. Baldassare trasse l'ispirazione per il ... ... "Libro del Cortigiano" dalla sua esperienza come cortigiano della duchessa Elisabetta Gonzaga alla corte di Urbino. Il "Libro" si presenta come un dialogo in quattro libri che si occupano di come si diventa un vero cortigiano. L'opera cerca di consigliare il nobile (il cortigiano) che soggiorna a corte al servizio di un principe, per aiutarlo ad ottenere onori personali da parte del suo principe ed il saper conversare è prospettata come la nuova arte indispensabile per raggiungerli rispetto alla vecchia arte cioè l'esercizio delle armi. Il compito del cortigiano è infatti primariamente quello di piacere al principe e la conversazione è appunto uno degli strumenti per generare tale piacere con motti di spirito e giochi di parole accompagnati dal sorriso da parte del cortigiano che parla. In pochi posseggono questa capacità naturalmente, ed è per questo che essa deve essere acquisita con esercizio, con arte: ma se è frutto di uno sforzo, ne segue che lo sforzo che la produce deve essere celato, perché esso non è piacevole a vedersi: questo atteggiamento ha il nome di "sprezzatura". Come esempio tipico di "sprezzatura" si può addurre il caso dell'attore; a tutti noi pare un pessimo attore quello in cui è palese lo sforzo che compie di recitare, ossia quello in cui ci accorgiamo che sta recitando; ci sembra invece un ottimo attore quello che impersona la parte come se fosse la sua vera natura. Il discorso di Castiglione non è rivolto solo al cortigiano, ma anzi ci invita tutti a diventare cortigiani, ad esser piacevoli con gli altri, intrattenendo la malagrazia e la spiacevolezza dell'egoistica individualità di ciascuno di noi, individualità che la cortesia reprime e dissimula: ma si tratta di qualcosa che si spinge oltre all'ipocrita dissimulazione, giacché si realizza una reale smussatura dell'aggressività, e ciò si attua grazie al mettere in pratica l'arte della cortesia. Nella tesi si sottolinea inoltre che nel cinquecento la cultura italiana influenzava l'Inghilterra. Infatti la lingua italiana era usata nella corte inglese di Elisabetta I ed inoltre l'influenza di molti trattati italiani sulla moda, la musica, la danza e il notevole apporto dei vari letterati italiani residenti in Inghilterra favoriscono inoltre il crescente interesse per la nostra lingua e cultura. Infatti trovò facile accoglienza in Inghilterra la traduzione dei principali manuali sull'istruzione e sull’educazione del cortigiano: primo fra questi fu "Il Libro del Cortegiano" di Baldassare Castiglione tradotto da Thomas Hoby nel 1561 che influenzò George Puttenham nella scrittura del suo "manuale di condotta" per il poeta-cortigiano, intitolato The Art of English Poesy (1586). Come dice il titolo, il trattato di Puttenham parla di poesia. Dei tre libri in cui è diviso l'ultimo libro, intitolato Of Ornament (Sull'ornamento), parla del "decoro" da avere in un appropriato comportamento cortese: questo decoro deve essere usato nella scrittura, nella parola, e nel comportamento. La stessa retorica vale tanto per la poesia quanto per la condotta. L'analogia socio-poetica è presa a prestito dal "Libro del Cortegiano" di Castiglione. Ma mentre il libro di Castiglione cerca di disegnare il ritratto del cortigiano ideale all'interno di una corte ideale in cui cortigiano e corte sono due termini inseparabili di un'organica unità culturale,"The Art" di Puttenham si rivolge al poeta professionista che non appartiene al circolo cortese e che usa la poesia come mezzo per entrarci. Puttenham sostiene che il poeta deve comportarsi in modo tale da portare degnamente il credito della sua professione di cortigiano la quale consiste, nell'essere astutamente capace di nascondere lo sforzo dell'arte. E' evidente che la "sprezzatura" di Castiglione è presa a prestito da Puttenham nel suo trattato, seppur chiamata con un nome diverso: dark conceit. Non c’è dubbio che oltre Castiglione anche altra parte della cultura italiana era vivamente presente in Puttenham. Nella tesi si sostiene infatti che nella biblioteca di Puttenham erano inclusi il "Principe" di Machiavelli, un commento scritto da Carlo Sigonio sulla "Retorica" di Aristotele oltre che una copia del "Libro del Cortegiano". Sembra che avesse anche una grammatica italiana. In "The Art of English Poesy" Puttenham fa riferimento a Dante, Petrarca e Ariosto, i grandi poeti del Rinascimento italiano. Quale migliore notizia per riscattarci da un presente in cui ormai si sta perdendo la centralità della cultura italiana? Don Marcello Stanzione |
< Prec. | Pros. > |
---|