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Mons: Lefebvre ed il colpo da maestro di Satana PDF Stampa E-mail

Mons: Lefebvre ed il colpo da maestro di SatanaIl nome Marcel Lefebvre suscita in molti antipatia ed avversione, in realtà, almeno fino a poco prima dello scontro con PaoloVI, è stato considerato in Vaticano per molti decenni uno dei migliori vescovi a livello mondiale della Chiesa Cattolica. Monsignor Marcel Lefebvre (nato a Tourcoing, Francia, 29 novembre 1905 e morto a  Martigny, Svizzera, 25 marzo 1991) fu ordinato sacerdote nel 1929 e nominato vicario in una parrocchia operaia di Lille. Ben presto, entrò nella Congregazione missionaria dei Padri dello Spirito Santo, partendo per il Gabon nel 1932. Appena giunto in Africa, fu nominato professore di Dogma e di Sacra Scrittura al Gran Seminario di Libreville diventandone il direttore nel 1934. Nel settembre del 1947, fu consacrato vescovo e nominato Vicario Delegato del Senegal. L’anno successivo fu nominato Delegato Apostolico per tutta l’Africa francese. Rappresentante della Santa Sede in 18 Paesi africani, era responsabile di 45 giurisdizioni ecclesiastiche, due ...

...    milioni di cattolici, 1.400 preti e 2.400 religiose. Nel 1955 divenne il primo arcivescovo di Dakar dove rimase fino al 1962. Al suo ritorno in Francia, monsignor Lefebvre fu messo a capo della piccola diocesi di Tulle, dove rimase pochi mesi poiché eletto Superiore Generale dei Padri dello Spirito Santo. Al Concilio Vaticano II fu uno degli animatori del “Coetus Internationalis Patrum”, un gruppo di 250 vescovi che tentò di opporsi alla corrente progressista. La sua battaglia contro le novità introdotte dal Concilio lo portò alla fondazione della Fraternità Sacerdotale San Pio X e, in seguito, ad opporsi alle gerarchie vaticane. “I miei collaboratori e io stesso”, diceva, “non lavoriamo contro nessuno, né persone né istituzioni. Lavoriamo per costruire quello che la Chiesa ha sempre fatto e per nessun’altra ragione. Non siamo legati alla Chiesa Cattolica Romana e noi vogliamo continuare il Sacerdozio della Chiesa Cattolica e Romana. Nient’altro! Noi vogliamo operare per la Chiesa”. In un suo scritto datato 13 ottobre 1973, mons.

Lefevre dichiarava: “ La Genesi e più ancora Nostro Signore ci insegnano che Satana è padre della menzogna. Al versetto 44 c. 8 del Vangelo di san Giovanni il Signore apostrofa i Giudei in tal modo: “Il Diavolo è vostro padre e voi volete adempiere ai suoi desideri. Da sempre egli è un omicida che resta al di fuori della Verità, poiché non c’è Verità in lui, la sua parola è menzognera poiché è mentitore per natura, mentitore e padre della menzogna…”. Satana è un omicida nelle persecuzioni sanguinose, padre della menzogna nelle eresie, nelle false filosofie e nei discorsi equivoci che sono alla base delle rivoluzioni, delle guerre mondiali e di quelle civili. Di continuo attacca Nostro Signore nel suo corpo mistico: la Chiesa. Nel corso della storia si è servito di tutti i mezzi, di cui uno degli ultimi e più terribili è stata l’apostasia ufficiale delle società civili.

Il laicismo degli Stati era e continua a essere scandalo incommensurabile per gli animi dei cittadini. Con questo sotterfugio è riuscito, poco a poco, a laicizzare e a far perdere la fede a parecchi membri della Chiesa, al punto che i falsi princìpi di separazione della Chiesa dallo Stato, di libertà delle religioni, di ateismo e dell’autorità che ha la sua origine dai singoli, hanno finito per invadere i seminari e i presbiteri, i vescovadi e perfino il Concilio Vaticano II. Per far ciò Satana ha inventato delle parole chiave che hanno permesso la penetrazione nel Concilio degli errori moderni e modernisti: la libertà si è introdotta per mezzo della libertà religiosa o delle religione; l’uguaglianza per mezzo della collegialità, che introduce i pincìpi dell’egualitarismo democratico nella Chiesa e, infine la fraternità per mezzo dell’Ecumenismo, che abbraccia tutte le eresie, tutti gli errori e tende la mano a tutti i nemici della Chiesa. “Il colpo da maestro di Satana sarà dunque la diffusione dei princìpi rivoluzionari, introdotti nella Chiesa dall’autorità della Chiesa stessa”, ponendo questa autorità in una situazione di incoerenza e di contraddizione permanente. Fino a quando questo equivoco non sarà chiarito, i disastri si moltiplicheranno in seno alla Chiesa. Diventata equivoca la liturgia, altrettanto avviene per il sacerdozio e per il catechismo: la Fede che non può reggersi che sulla Verità, si sgretola.

La stessa gerarchia della Chiesa vive in un permanente equivoco fra l’autorità personale ricevuta col sacramento dell’Ordine e la Missione di Pietro o del Vescovo e i princìpi democratici. Bisogna riconoscere che l’inganno è stato ben architettato e la menzogna di Satana utilizzata in modo meraviglioso. “Attraverso l’obbedienza la Chiesa si sta distruggendo con le sue stesse mani” e si convertirà al mondo eretico, giudeo e pagano, per mezzo di una Liturgia equivoca, di un catechismo ambiguo, pieno di omissioni e di nuove istituzioni, basate su princìpi democratici. Gli ordini, i contrordini, le circolari, gli statuti e le ingiunzioni saranno così bene manipolate, così bene orchestrate, sostenute dall’onnipotenza dei mezzi di comunicazione sociale, di ciò che resta dell’Azione Cattolica divenuta filo-marxista, che ogni bravo fedele, ogni buon prete ripeterà, col cuore straziato, ma consenziente: bisogna obbedire. A chi, a che cosa? Non lo si sa con esattezza: alle Conferenze Episcopali? C’è di che perdersi, come nei libri liturgici, nei calendari diocesani, nelle preghiere odierne, ecc. Bisogna obbedire, salvo diventare protestanti, marxisti, atei, buddisti, indifferentismi, poco importa: bisogna obbedire, fra l’apostasia dei preti, l’assenteismo dei vescovi, tranne che per condannare quelli che vogliono conservare la Fede, il matrimonio dei consacrati a Dio, la Comunione dei divorziati, l’intercomunione con gli eretici, ecc ecc. Bisogna obbedire. I seminari si svuotano, vengono venduti così come i noviziati, le case religiose, le scuole; si sperperano i tesori della Chiesa, i preti profanano la loro veste, il loro linguaggio, la loro anima!... Bisogna obbedire. Lo vogliono Roma, le Conferenze Episcopali, il Sinodo presbiteriale.

Lo ripetono i portavoce delle Chiese, dei giornali, delle riviste: aggiornamento, apertura al mondo. Egli ha diritto di essere calpestato, calunniato e privato di tutto ciò che gli era necessario alla vita. E’ un eretico, uno scismatico e la sola cosa che meriti è la morte. A Satana è veramente riuscito un colpo da maestro: “far condannare coloro che conservano la fede cattolica proprio da chi dovrebbe difenderla e propagarla”. E giunto il momento di ritrovare il comune senso della Fede, la vera obbedienza alla vera Chiesa, nascosta sotto la maschera dell’equivoco e della menzogna. La vera Chiesa, la vera Santa Sede, il Successore di Pietro, i vescovi, in quanto si sottomettono alla Tradizione della Chiesa, non ci chiedono e non possono chiederci di diventare protestanti, marxisti o comunisti. Dalla lettura di certi documenti, statuti, circolari e catechismi si potrebbe trarre il convincimento di essere sollecitati ad abbandonare la vera Fede in nome del Concilio, di Roma, ecc. ecc. Noi dobbiamo rifiutare di diventare protestanti, di perdere la Fede, di abiurare come ha fatto la società politica dopo gli errori diffusi da Satana nella rivoluzione del 1789. Noi rifiutiamo di abiurare, fosse pure in nome del Concilio, di Roma, delle Conferenze Episcopali. Al di sopra di tutto noi restiamo aggrappati a tutti i Concili dogmatici, che hanno definito la nostra Fede per l’eternità.

Ogni cattolico degno di questo nome deve rifiutare ogni relativismo, ogni evoluzione della sua Fede nel senso che ciò che è evoluzione della sua Fede  nel senso che ciò che è stato solennemente definito nei tempi passati dai Concili non sarebbe più valido oggi e potrebbe essere modificato da un altro Concilio, a maggior ragione se è soltanto pastorale. La confusione, l’imprecisione, le modifiche dei documenti sulla Liturgia, la fretta nel porla in atto, dimostrano chiaramente che non si tratta di una riforma ispirata dallo Spirito Santo. Tale modo di agire è assolutamente contrario alle abitudini romane di operare sempre “cum consilio et sapientia”. E’ impossibile che lo Spirito Santo abbia ispirato la definizione della Messa , come dell’articolo VII della Costituzione, ed è ancora più incredibile che si sia sentita la necessità  di correggerla immediatamente, confessione, questa, di frode nella più importante realtà della Chiesa: il Santo Sacrifico della Messa. La presenza dei protestanti per la riforma liturgica della Messa, pone un dilemma al quale, lo confessiamo, sembra difficile sottrarsi. O significava che erano invitati a conciliare il loro culto con i dogmi della Santa Messa, oppure si voleva chiedergli ciò che nella Santa Messa, oppure si voleva chiedergli ciò che nella Messa cattolica non trovano di loro gradimento, con lo scopo di evitare il sussistere di una espressione dogmatica inammissibile. E’ evidente l’adozione di questa seconda soluzione, cosa inconcepibile e non certamente ispirata dallo Spirito Santo.

Quando si sa che questa concezione della “Messa normativa” è stata imposta da padre Bugnini sia al Sinodo che alla Commissione per la Liturgia, viene fatto di pensare che c’è Roma e Roma, la Roma eterna nella sua Fede, nei suoi dogmi, nella sua concezione del Sacrificio della Messa e la Roma temporale, influenzata dalle idee del mondo moderno, alla quale influenza non è sfuggito neppure il Concilio- che, per volontà e grazia dello Spirito Santo, è stato voluto soltanto pastorale. San Tommaso, nella questione sulla correzione fraterna, si domanda se conviene che, talvolta, venga esercitata nei confronti dei superiori. Facendo le debite distinzioni, l’Angelo della Scuola risponde che si deve farlo quando si tratta della Fede. Ora, in coscienza, si può dire che oggi la Fede dei credenti e di tutta la Chiesa non sia gravemente minacciata nella Liturgia, nell’insegnamento del catechismo e nelle istituzioni della Chiesa stessa?

Leggendo e rileggendo san Francesco di Sales, san Bellarmino, san Pietro Canisio e Bossuet ci stupiremo vedendo che essi dovevano lottare contro gli stessi errori. Ma oggi il dramma straordinario sta nel fatto che queste alterazioni della Tradizione vengono da Roma e dalle Conferenze Episcopali; perciò, se si vuole conservare la propria Fede, è giocoforza ammettere che nell’amministrazione romana sta succedendo qualche cosa di fallibilità della Chiesa e del Successore di Pietro; dobbiamo ammettere, del pari la tragica situazione nella quale si trova la nostra Fede cattolica, a causa delle orientazioni e dei documenti che provengono dalla Chiesa, ma la conclusione sarà sempre quella enunciata all’inizio: Satana regna  grazie all’equivoco e all’incoerenza, che sono le sue armi e ingannano gli uomini di poca Fede. Bisogna chiarire coraggiosamente questo equivoco, per preparare il giorno che la Provvidenza sceglierà per chiarirlo ufficialmente a opera del Successore di Pietro”. Più di qualcuno sostiene che questo papa della Provvidenza sia proprio Benedetto XVI che ha tolto la scomunica ai vescovi ordinati da Mons. Lefebvre e ha dato la possibilità a tutti i sacerdoti che lo volessero di celebrare la santa messa in rito antico cioè in quello tridentino di San Pio V.

Don Marcello Stanzione

 
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