Cristianesimo e suicidio del diacono Luca Seidita |
I giornali hanno dato ampio spazio al suicidio del diacono a cui era stata sospesa l’ordinazione sacerdotale. Ho conosciuto personalmente don Luca Seidita pochi mesi fa a Napoli, i miei amici padri Agostiniani del Vomero mi avevano invitato qualche giorno da loro perché il vescovo di Orvieto mons Giovanni Scanavino che è un agostiniano del loro ordine si recava nella loro parrocchia a fare le cresime. In quell’occasione conobbi don Luca che era segretario vescovile, cerimoniere e autista dell’alto prelato. Parlai a lungo con don Luca che mi dette anche il suo numero di cellulare invitandomi ad Orvieto alla sua ordinazione sacerdotale. Ho dei ricordi meravigliosi di quei giorni perché mons. Scanavino è una persona amabilissima e di grande intelligenza e cultura e ci fece molto ridere con le barzellette che ci raccontava in un modo molto arguto e ricordo don Luca come un giovane assai simpatico. Non sapevo che Luca avesse avuto un iter tormentato per arrivare al sacerdozio ... ... a causa di sue difficoltà nello studio ma certamente posso categoricamente escludere che avesse problemi di omosessualità come qualche cattiva lingua ha messo in giro, anche perché i “gay” si riconoscono facilmente… D’altro canto anche il povero mons. Martinelli ammazzato in Turchia era stato falsamente accusato di ciò…indubbiamente l’accusa di essere pedofili o omosessuali è una calunnia molto frequente nei riguardi del clero cattolico ed è quasi impossibile che un prete oggi non sia toccato da tale calunnia…. Certamente se mons. Scanavino sapeva che c’erano problemi per l’ordinazione di Luca avrebbe fatto bene prima a chiarirli con i dicasteri romani e poi a dare, una volta risolti, una data di ordinazione in modo da evitare la tragedia dell’annullamento della data di ordinazione con la conseguente vergogna.. Comunque don Luca che si è suicidato per l’annullamento della data di ordinazione voluta dal Nunzio Apostolico in Italia ( il Papa non c’entra niente e non interviene neppure nelle ordinazioni dei vescovi…) era stato duramente provato psicologicamente per la morte del padre poche settimane fa e nella lettera ha chiesto perdono a Dio per questo gesto che il Vangelo non tollera e ha chiesto preghiere per la sua anima. Per il cristianesimo: la vita umana è preziosissima ed il suicidio è un atto gravemente malvagio; Dio non è una divinità lontana, bensì una Persona amorevole a cui chi soffre può rivolgersi, chiedere conforto, ascolto, ecc. Cristo per infinito amore ha patito le più atroci sofferenze fino alla morte in croce. E’ un Uomo-Dio che, per redimerci, assume su di sé liberamente la sofferenza, offre il dorso ai flagellatori, si sdraia sulla croce ed offre se stesso come modello di uomo sofferente e come compagno. Così, noi cristiani sappiamo che la nostra sofferenza è feconda e dunque possiamo sopportarla: la nostra sofferenza ci fa partecipare alla redenzione operata da Cristo in nostro favore (la redenzione da lui operata sulla croce, infatti, non giova affatto a Dio, bensì all’uomo, ha il fine di riscattarlo dal male); la sofferenza può essere da noi offerta per il bene di coloro che amiamo; in Cristo abbiamo un modello ed un compagno, che ci insegna a rendere feconda la sofferenza. Don Luca oggi che ti faranno i funerali ad Orvieto celebrerò qui a Campagna nella mia parrocchia di Santa Maria La Nova la santa messa in suffragio per te.. Caro Luca Riposa in Pace! Don Marcello Stanzione |
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