Opus Dei - Lettera del Prelato Ottobre 2010 |
Carissimi: Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli! L’anima è inondata di allegria nell’immaginare la gioia di san Josemaría il 2 ottobre 1928. Uniamoci a quella preghiera che fece in ginocchio e che sgorgò dalla sua anima dinanzi alla fiducia che gli dimostrava il Cielo e prendiamo coscienza – più volte al giorno – della realtà che anche noi siamo compresi in questa manifestazione di Dio a san Josemaría. Benedite, angeli del Signore, il Signore, / lodatelo ed esaltatelo nei secoli 1. Con queste parole della Sacra Scrittura ha inizio la Messa di domani, festa dei Santi Angeli Custodi, che devono avere un’eco molto forte nelle donne e negli uomini dell’Opus Dei. Ci possono servire da spunto per innalzare il nostro ringraziamento a Dio in questo nuovo anniversario della fondazione, perché – come affermava san Josemaría – non è un caso che Dio abbia ispirato la sua Opera il giorno in cui la Chiesa li festeggia (…). Siamo loro debitori molto più di quanto pensiate 2. Mi dà ... ... gioia ricordarvi che molte volte – e concretamente in Argentina, a La Chacra – san Josemaría ci suggerì che nell’entrare in oratorio manifestassimo la nostra gratitudine agli angeli per la perpetua corte che fanno al Signore nell’Eucaristia. Sappiate che la devozione agli angeli ha radici antiche nella Chiesa. Potrebbe dirsi che non c’è pagina della Sacra Scrittura – tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento – in cui non appaiano queste creature puramente spirituali, che godono della visione beatifica e sono al servizio dei disegni divini 3. In una delle sue catechesi, Giovanni Paolo II faceva notare che negare la loro esistenza imporrebbe una totale revisione della stessa Sacra Scrittura e, con essa, di tutta la storia della salvezza 4, incappando nel più grossolano degli errori. La festa di domani ci offre l’occasione di dialogare di più con questi esseri celesti, considerando innanzitutto che sono creature di Dio e che solo Gesù Cristo è il centro del mondo angelico e dell’intero cosmo. La primazia di Cristo, Verbo incarnato, sulla creazione, è uno dei fondamenti della fede cattolica. In Lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili, i troni e le dominazioni, i principati e le potestà. Tutto è stato creato per Lui e da Lui 5. Che cosa è un Angelo?, si domandava il Papa Benedetto XVI. E rispondeva: La Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa ci lasciano scorgere due aspetti. Da una parte, l’Angelo è una creatura che sta davanti a Dio, orientata con l’intero suo essere verso Dio. Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola “El”, che significa “Dio”. Dio è iscritto nei loro nomi, nella loro natura. La loro vera natura è l’esistenza in vista di Lui e per Lui 6. Queste affermazioni mettono in rilievo come la missione più importante degli angeli si concreti nell’adorare la Santissima Trinità, nell’elevare costantemente un canto di gratitudine al 1 Dn 3, 58. 2 SAN JOSEMARÍA, Appunti raccolti durante un incontro informale, 24-XII-1963. 3 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 331-333. 4 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso durante l’udienza generale, 9-VII-1986. 5 Col 1, 16. 6 BENEDETTO XVI, Omelia, 29-IX-2007. Creatore e Signore di tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili. Angeli e uomini sono stati creati per il medesimo scopo. Loro lo hanno già raggiunto, noi siamo in cammino. Per questo è assai opportuno affidarci al loro aiuto perché ci insegnino a percorrere il cammino che conduce al Cielo. Io prego e invoco tutti i giorni gli angeli – commentava una volta san Josemaría – e mi rivolgo all’intercessione degli angeli custodi dei miei figli, perché impariamo tutti a fare la corte al nostro Dio. Così saremo zelanti, anime decise a portare la consolazione della dottrina di Dio alle creature 7. San Josemaría incoraggiò ad invocare gli angeli, ogni giorno, all’inizio dell’orazione, dopo aver chiesto l’intercessione della Madre di Dio e di san Giuseppe. Con quale devozione ci rivolgiamo loro? Con quale certezza di essere ascoltati? Ma specialmente riguardo la celebrazione eucaristica, san Josemaría commentava: Io acclamo ed esulto con gli angeli; e non mi riesce difficile, perché so di essere circondato da loro, quando celebro la Santa Messa. Essi adorano la Trinità 8. Anche quando visitiamo Gesù presente nel tabernacolo, e magari non sappiamo come salutarlo né come manifestargli la nostra gratitudine e la nostra adorazione, possiamo imitare l’esempio di san Josemaría. Quando entro in oratorio – ci confidava – non mi faccio alcun problema a dire al Signore: Gesù, ti amo. E lodo il Padre, e il Figlio, e lo Spirito Santo (…). E mi ricordo di salutare gli angeli, che custodiscono il tabernacolo in una veglia d’amore, di adorazione, di riparazione, facendo la corte al Signore Sacramentato. Li ringrazio di stare lì tutto il giorno e tutta la notte, perché io non posso farlo se non col cuore: grazie, Angeli Santi, che fate la corte e accompagnate sempre Gesù nella Sacra Eucaristia! 9. Vi suggerisco, giorno dopo giorno, di volervi unire alla preghiera compiuta dal nostro fondatore il 2 ottobre 1928: non sfumi in noi il dialogo di gratitudine e responsabilità con cui rispose san Josemaría. Essendo grandi adoratori della Santissima Trinità, possono compiere alla perfezione il secondo aspetto che caratterizza gli Angeli: essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e così aprono la terra. Proprio perché sono presso Dio, possono essere anche molto vicini all’uomo 10. Ce lo ha rivelato Gesù quando, parlando dell’amore di Dio Padre per i bambini e per coloro che si fanno come bambini, disse: Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli 11. Basandosi su questo e su altri testi ispirati, la Chiesa ci insegna che «dall’infanzia fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione» 12. E fa propria un’affermazione frequente negli scritti dei Padri della Chiesa: «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita» 13. Tra gli spiriti celesti, gli angeli custodi sono stati posti da Dio a fianco di ogni uomo e di ogni donna. Sono nostri amici vicini e alleati nella battaglia che ci oppone – come afferma la Scrittura – alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti 14. San Josemaría fa eco a questo insegnamento in modo lapidario: Ricorri al tuo Angelo Custode nell’ora della prova: egli ti proteggerà contro il demonio e ti porterà sante ispirazioni 15. 7 SAN JOSEMARÍA, Note raccolte durante un incontro informale, ottobre 1972. 8 SAN JOSEMARÍA, È Gesù che passa, n. 89. 9 SAN JOSEMARÍA, Note raccolte durante un incontro informale, 6-I-1972. 10 BENEDETTO XVI, Omelia, 29-IX-2007. 11 Mt 18, 10. 12 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 336. 13 SAN BASILIO DI CESAREA, Adversus Eunomium, 3, 1: PG 29, 656B. 14 Ef 6, 12. 15 SAN JOSEMARÍA, Cammino, n. 567. Uno scrittore cristiano del secondo secolo suggerisce alcuni segni da cui possiamo riconoscere gli approcci degli angeli buoni e distinguerli da quelli degli angeli cattivi. «L’angelo della giustizia», scrive, « è delicato, verecondo, calmo e sereno. Se penetra nel tuo cuore, subito ti parla di giustizia, di castità, di modestia, di frugalità, di ogni azione giusta e di ogni insigne virtù. Quando tutte queste cose entrano nel tuo cuore, ritieni per certo che l'angelo della giustizia è con te. Sono, del resto, le opere dell'angelo della giustizia. Credi a lui e alle sue opere » 16. La lotta tra il bene e il male – triste eredità del peccato originale – è una costante nell’esistenza umana sulla terra. Risulta pertanto logico – come recita un’antica preghiera – che ci rivolgiamo agli angeli custodi: Sancti Angeli Custodes nostri, defendite nos in proelio ut non pereamus in tremendo iudicio; Santi Angeli Custodi: difendeteci nella battaglia, affinché non periamo nel tremendo giudizio. Sin da molto giovane, il nostro fondatore coltivò una profonda devozione agli angeli, e specialmente al suo angelo custode. In seguito, a partire dal momento della fondazione dell’Opus Dei, la sua biografia trabocca di dettagli in cui si manifesta una pietà sincera e fiduciosa a questi adoratori di Dio, buoni compagni nel cammino verso il Cielo. Anche nei suoi scritti troviamo abbondanti riferimenti al ministero degli angeli in favore degli uomini, perché, come sottolinea la Scrittura, non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza? 17. Era tanto grande la sua fede nell’intervento degli angeli, che insegnò a considerarli importanti alleati nel lavoro apostolico. Conquìstati l’Angelo Custode di colui che vuoi attrarre al tuo apostolato. – È sempre un gran «complice» 18, scrisse in Cammino. E ancora, considerando che molte volte l’ambiente in cui ci si deve muovere per motivi professionali, sociali, ecc., è molto lontano da Dio, assicurava: In quell’ambiente vi sono molte occasioni di sviarsi? – D’accordo. Ma non vi sono anche degli Angeli Custodi? 19. Il festoso suono delle campane della chiesa di Nostra Signora degli Angeli, che mai si spense nelle orecchie di san Josemaría, deve risuonare in noi, per ricordarci che tutta la nostra esistenza deve essere un adorare Dio con la Santissima Vergine, con gli angeli e con tutta la Chiesa trionfante. San Josemaría coltivava anche un amichevole dialogo con l’arcangelo che – secondo alcuni Padri della Chiesa – assiste ogni sacerdote negli impegni propri del ministero. È probabilmente vera – disse un giorno – l’opinione secondo la quale noi sacerdoti abbiamo un angelo specificamente incaricato di assisterci. Molti, moltissimi anni fa, però, lessi che ogni sacerdote ha un Arcangelo ministeriale, e mi sono commosso. Mi sono fatto una sorta di alleluia come giaculatoria, e la ripeto al mio, la mattina e la sera. A volte ho pensato di non poter credere alla sua esistenza soltanto perché sì, perché lo ha scritto un Padre della Chiesa di cui neppure ricordo il nome. Allora considero la bontà di mio Padre Dio e sono certo che, pregando il mio Arcangelo ministeriale, qualora non esistesse, il Signore me lo concederebbe, perché la mia preghiera e la mia devozione abbiano un fondamento 20. Soffermiamoci frequentemente su questi e altri insegnamenti sugli angeli custodi e sforziamoci di metterli in pratica, ciascuno a modo suo. Rivolgiamoci al loro aiuto con intimità e fiducia. Difficoltà interne che appaiono insuperabili, ostacoli esterni che sembrano veri e propri muri, si superano con l’assistenza di questi amici tanto potenti, alla cui custodia ci ha affidato il 16 ERMA, Il Pastore, Precetto VI, n. 2. 17 Eb 1, 14. 18 SAN JOSEMARÍA, Cammino, n. 563. 19 Ibid., n. 566. 20 SAN JOSEMARÍA, Appunti di una meditazione, 26-XI-1967. Signore. È però necessario, come insegnava il nostro fondatore attingendo alle fonti della tradizione spirituale della Chiesa, che si consolidi un’autentica amicizia con il nostro angelo custode e con quello delle persone cui ci rivolgiamo nell’apostolato. Perché l’Angelo Custode è un Principe del Cielo che il Signore ha posto al nostro fianco perché vigili su di noi e ci aiuti, perché ci animi nelle nostre angustie, ci sorrida nelle nostre pene, ci sospinga se stiamo per cadere, e ci sostenga 21. Consola davvero tanto quest’altra riflessione che san Josemaría lasciò scritta in Solco: L’Angelo Custode ci accompagna sempre come testimone di grande spicco. Sarà Lui che, nel tuo giudizio particolare, ricorderà le delicatezze che avrai avuto verso nostro Signore, durante la tua vita. Di più: qualora ti sentissi perduto per le tremende accuse del nemico, il tuo Angelo presenterà quegli slanci intimi del cuore – forse da te stesso dimenticati –, quelle manifestazioni di amore che avrai dedicato a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Per questo, non dimenticare mai il tuo Angelo Custode, e questo Principe del Cielo non ti abbandonerà né adesso, né al momento decisivo 22. Nella nostra lotta interiore e nell’apostolato, possiamo sempre contare sull’attenzione e sulla protezione della Regina degli Angeli. Durante questo mese celebreremo la sua festa in cui la invochiamo quale Madonna del Rosario. Questa devozione mariana è arma potente 23 in tutte le battaglie combattute per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Magari nelle prossime settimane migliorasse, con un affetto particolare, la recita devota di questa preghiera, con la certezza che nostra Madre del Cielo, durante l’anno mariano che stiamo percorrendo, supererà se stessa e ci otterrà da suo Figlio abbondantissime grazie. Per concludere vi ricordo che il prossimo giorno 6 sarà l’anniversario della canonizzazione di san Josemaría. Chiediamo al Signore, per sua intercessione, che la gioia soprannaturale da cui fummo pervasi in quell’occasione, e l’impulso verso la santità che allora ricevemmo, si mantengano vivi e vigorosi nelle sue figlie e nei suoi figli dell’Opus Dei e in tutte le persone che si avvicinano all’Opera. Vi confesso che mi dirigo quotidianamente a san Josemaría perché sia molto presente in ciascuno di noi quell’esclamazione – il santo della vita ordinaria – con cui lo descrisse il Servo di Dio Giovanni Paolo II 24. Che potremmo trascrivere così: san Josemaría è il santo che ci assiste in tutte le circostanze di ogni giorno. Approfittiamo di più di questo suo “impegno”: lui ci vuole molto, molto bene, ma ci vuole santi. Ogni mese sono davvero tante le feste nella Chiesa e vivi ricordi della storia dell’Opera: fatene tesoro, perché il nostro serviam! quotidiano sia molto generoso. Con tutto l’affetto, vi benedice vostro Padre + Javier Roma, 1° ottobre 2010. 21 SAN JOSEMARÍA, Appunti raccolti durante un incontro informale, 16-VI-1974. 22 SAN JOSEMARÍA, Solco, n. 693. 23 SAN JOSEMARÍA, Santo Rosario, prologo. 24 GIOVANNI PAOLO II, Litterae Decretales per la canonizzazione di san Josemaría, 6-X-2002. Padre + Javier |
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