RAĖL, profeta di dischi volanti e messia anticattolico dell'era scientifica |
Claude Vorilhon alias Raël – nato il 30 ottobre 1946 a Vichy, « ma concepito il 25 dicembre 1945 », come egli lo rivela ne Il Libro che dice la verità – è il fondatore della setta che oggi con i suoi oltre 50.000 aderenti in 55 stati è di gran lunga la più diffusa religione dei dischi volanti: il Movimento Raeliano Internazionale che è riconosciuta come religione nello stato del Quèbec. Egli dice di avere incontrato un extraterrestre a bordo del suo mezzo spaziale a sei riprese nel 1973, nel Puy-de-Dôme. Raël è il messaggero sulla terra degli “Elohim”, extraterrestri creatori del mondo grazie al DNA. La sua missione è di creare e diffondere una religione atea: “voi siete quello che deve riunire gli uomini di tutte le religioni. Il Movimento raeliano deve essere la religione delle religioni. Insisto, è ben una religione, ma una religione atea”. Inoltre, la religione raeliana trova la sua espressione privilegiata nella pratica della “meditazione sensuale”, tecnica di sfinimento erotico rivelata dagli ... ... “Elohim”.L’idea di base è che “solo la geniocrazia è valida, che è una democrazia selettiva. “Solo le persone il cui livello d’intelligenza allo stato bruto è superiore del 50% alla media devono essere eleggibili, e solo quelli il cui livello d’intelligenza è superiore del 10% alla media possono essere elettori (…) l’intelligenza allo stato bruto, è quella che fa dei contadini o degli operai possano essere molto più intelligenti di ingegneri o di professori”. La propaganda dei raeliani si fa con delle conferenze annunciate da locandine, trattati inviati, avvisi nei giornali, minitel, distribuzione di trattati sulla pubblica strada, in occasione di congressi, saloni, esposizioni. 14 sacerdoti raeliani hanno il potere di nominare dei preti. Cinquantaquattro preti raeliani celebrano dei battesimi, dei matrimoni e delle cerimonie funebri. E’ interessante poi la simbologia dei raeliani: LA STELLA DI DAVID: “Rappresenta l’infinito nello spazio. Gli extraterrestri, creatori dell’umanità in laboratorio, hanno scoperto che l’infinitamente grande ha la stessa configurazione dell’infinitamente piccolo. Uno degli atomi della nostra mano, per esempio, è un insieme di minuscole galassie comprendenti dei pianeti che ospitano delle umanità. D’altronde, le galassie sono di fatto delle particelle di atomi immensi che formano un mondo gigantesco, e questo all’infinito”. LA CROCE UNCINATA: “Al centro, il simbolo richiamante la forma della nostra galassia, rappresenta l’infinito nel tempo. Tutto nell’universo, sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo, è in rotazione perpetua: non vi è né inizio né fine alla materia”. Il 13 settembre 1973, nei dintorni di Clermont-Ferrand, secondo i raeliani, il loro fondatore visse quell’avventura straordinaria di un incontro con un extra-terrestre. Questo visitatore dello spazio gli affidò un messaggio destinato ad illuminare gli uomini su quale fosse la loro origine e su quale può essere il loro destino. Egli gli diede il nome di Raël che significa etimologicamente “colui che reca la luce degli Elohim” e, in modo più familiare, “il messaggero”.Fin dal 1974, Raël ha abbandonato il suo mestiere di cronista sportivo e si consacra totalmente alla sua missione dando delle conferenze attraverso il mondo al fine, da una parte, di preparare gli uomini alla venuta degli extra-terrestri che hanno creato scientificamente l’umanità, e, dall’altra parte, di insegnare la meditazione sensuale rivelata da essi, che permette di mettersi in armonia con l’infinito, di amare se stessi per meglio amare gli altri. (Trattato, Raël). Questo testo è interessante poiché contiene tutti gli ingredienti che permettono di fare dell’uomo un profeta. Una entità superiore, qui l’extra-terrestre, un messaggio che deve “illuminare gli uomini” rivelando loro la loro origine ed il loro destino, ed infine una missione da compiere sotto forma di un insegnamento da trasmettere. Nel libro di riferimento in due volumi della setta, intitolato Il Libro che dice la verità, il guru dei dischi volanti riporta il messaggio che gli è stato rivelato dagli extra-terrestri: “ Voi C. Vorilhon, diffonderete la verità sotto il vostro attuale nome che progressivamente rimpiazzerete con “Raël”. Che vuol dire letteralmente “Luce di Dio” e se si fa una traduzione più precisa “Luce degli Elohim” o “Ambasciatore degli Elohim” poiché voi sarete esattamente il nostro ambasciatore sulla terra e noi non sbarcheremo ufficialmente che nella vostra ambasciata. RAEL può essere tradotto più semplicemente con “messaggero”. (Claude Vorilhon detto Raël, Il Libro che dice la verità, vol. 2). L’enunciato traduce la focalizzazione sul nome del profeta, definito quattro volte. Questa apparente ripetizione fa apparire uno scivolamento progressivo del significato. Nella prima definizione, Raël è la “Luce di Dio”, nella seconda, egli è la “Luce degli Elohim”. L’assimilazione consiste nel riprendere l’architettura “Luce di … “ e nel cambiare il complemento “Dio” con “Elohim”. L’effetto reso è la sostituzione degli extra-terrestri a Dio stesso, la seconda definizione essendo maggiormente poggiata con la sua qualificazione di traduzione “più precisa” del termine. La terza definizione permette di dare un aspetto più vivo; la metafora “Luce” è soppressa a vantaggio del termine “ambasciatore”, più concreto e più contemporaneo. Le definizioni successive sembrano incatenarsi in modo coerente grazie alla ripresa. Un termine di ognuna è riutilizzato nella seguente: “Luce” nelle prime due, “Elohim” nella seconda e l’ultima. Comunque, la successione non risponde ad una logica di dimostrazione. Non vi è di fatto alcuna affinità reale tra la prima definizione “Luce di Dio” e la terza “ambasciatore degli Elohim”. Questo enunciato costituisce a questo titolo l’illustrazione di una caratteristica argomentativa delle sette che consiste nel dare con una dimostrazione tronca l’illusione di un legame tra delle nozioni che non hanno alcuna prossimità. La rivelazione può ugualmente ancorarsi in una tradizione esistente, che costituisce allora la linea direttrice di una condotta nuova che si sostituisce o prolunga una rivelazione anteriore. Gli extra-terrestri. Il mito si caratterizza contemporaneamente con la forma di racconto che prende, rinviando il suo fondamento ad una credenza soprannaturale ed il suo ruolo, che consiste nello spiegare uno stato del mondo. Esso pone in scena un quadro, dei personaggi ed un’azione. La storia riportata da Claude Vorilhon ne Il Libro che dice la verità rivela l’esistenza di extra-terrestri che lui stesso ha incontrati. La costruzione del racconto risponde a tre movimenti: il quadro del racconto, la descrizione dell’extraterrestre e la rivelazione fatta al profeta. All’improvviso, nella bruma, scorsi una luce rossa lampeggiante, poi una specie di elicottero che discendeva verso di me. Ma un elicottero fa rumore, ora là, non sentivo assolutamente nulla,neanche il più piccolo fruscio. Un pallone? Il mezzo era ora ad una ventina di metri d’altezza e mi accorsi che era di forma appiattita. Un disco volante! Io vi credevo fermamente da molto tempo ma non speravo di vederne uno io stesso un giorno. ( … ) Rimpiangevo amaramente di non avere un apparecchio fotografico. Allora l’incredibile si produsse: una botola si aprì sotto l’apparecchio ed una specie di scala si dispiegò fino al suolo. Compresi che un essere stava per uscire e mi chiedevo quale andatura questo potesse avere.( Claude Vorilhon detto Raël, Il Libro che dice la verità). Si può notare l’approssimazione nella descrizione del quadro, che suggerisce delle parole che fanno difetto di fronte ad un fenomeno sconosciuto dall’uomo. Occorre essere passato dalla “luce rossa lampeggiante”, “l’elicottero”, “il pallone” e “l’apparecchio” perché la curiosità sia al suo colmo e che infine “il disco volante” venga a colmare il mistero fin là sospeso. Il tema del racconto è posto: un disco volante, la cui botola aperta sta per lasciar vedere un E.T. : “Apparvero due piedi, poi due gambe, il che mi rassicurò un poco, poiché apparentemente io stavo per avere a che fare con un uomo. Quello che io presi dapprima per un fanciullo apparve infine completamente, discese la scala e si diresse diritto su di me. Vidi allora che non era un fanciullo malgrado la sua taglia vicina al metro e venti. Egli aveva gli occhi leggermente socchiusi, i capelli lunghi e neri ed una barbetta nera. Si fermò ad una decina di metri da me. Io non mi ero mai mosso. Egli portava una tuta verde che ricopriva tutto il suo corpo con un solo pezzo, e se la sua testa aveva l’aria di essere scoperta, uno strano alone la circondava. Non veramente un alone ma come se l’aria intorno al suo volto brillasse leggermente e vibrasse. Questa faceva come uno scafandro invisibile, come una bolla talmente sottile che la si scorgeva appena. Essendo la sua pelle bianca ma inclinando leggermente sul verde, un poco come un uomo che avrebbe male al fegato”.(Claude Vorilhon detto Raël, Il Libro che dice la verità). Tutti i cliché relativi alle finzioni extraterrestri sono qui spazzate in una descrizione precisa del piccolo essere verde. Per marcare l’aspetto vissuto della testimonianza, il testo è scritto in prima persona. Il guru è allo stesso tempo l’autore dell’opera ed il profeta della storia che riporta. Il pronome “io” fa riferimento alle due entità: quella che scrive i fatti e quella che li vive. Esse non si sintetizzano finalmente che in una sola realtà: Raël. Infine viene il tempo dello scambio e della rivelazione, l’uomo normale diventa profeta: “Egli mi sorrise leggermente. Io pensavo che il meglio era di rispondere a questo sorriso. Non ero tranquillo. Sorrisi ugualmente ed inclinai leggermente la testa in segno di saluto. Egli mi rispose con lo stesso segno. Pensando che occorreva che io vedessi se poteva sentirmi gli chiesi: - Da dove venite? “L’uomo di Dio portò venti pani d’orzo ma il suo servo disse: Come nutrirò cento persone con venti pani? Se ne mangerà e ne resterà. Egli li servì, essi ne mangiarono e lasciarono dei resti secondo la parola di Yahvé”. I creatori portarono qui un alimento sintetico e disidratato, che, aggiunto all’acqua corrisponde a cinque volte più di volume. Con venti piccoli “pani”, vi è sufficiente nutrimento per cento persone. Già voi conoscete le piccole pillole vitaminizzate di cui si nutrono i vostri primi cosmonauti. Queste hanno poco spazio ma comportano tutti gli elementi necessari alla nutrizione. In una pillola vi è di che nutrire un uomo, in un volume equivalente ad un piccolo pane, 5 uomini, in venti piccoli pani vi è di che nutrire 100 uomini”.(Claude Vorilhon, Il Libro che dice la verità, Raël). Altra caratteristica dei raeliani è il profondo disprezzo verso la Chiesa Cattolica ed il loro odio verso il Papa. Gli scherni anticlericali e anticattolici abbondano ovunque si radunino i raeliani. Don Marcello Stanzione |
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