Madre Anna Maria Adorni Apostola nelle carceri, presto Beata |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions La venerabile madre Anna Maria Adorni sarà presto riconosciuta beata dalla Chiesa.E’ nata a Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, nel 1805 e , ancora adolescente, alla morte del padre emigrò a Parma in cerca di lavoro e a Parma passerà il resto della sua lunga vita, fino alla morte, avvenuta il 7 febbraio 1893. A Parma, mentre pensava di abbracciare la vita religiosa tra le Monache Cappuccine, in ossequio alla madre che si opponeva al pio desiderio, sposò il distinto Signor Antonio Domenico Botti, addetto alla Casa Ducale di Parma, al quale diede sei figli, tutti morti in tenera età, ad eccezione di Leopoldo che poi abbracciò la vita monastica nell’Ordine Benedettino. A 39 anni rimase vedova del marito, che aveva circondato di vero amore. Per consiglio del confessore, intraprese un cammino di carità a sollievo specialmente delle carcerate, per le quali fu in Cristo madre e sorella. Le avvicinava con umiltà, le ascoltava con affabile serenità, le consolava con parole ed aiuti, le ammaestrava con gli ... ... insegnamenti della fede, le innalzava con la speranza e la preghiera alle cose celesti, in modo tale che il carcere sembrava cambiato in un convento. Molte signore, attratte dagli esempi della Serva di Dio, la imitarono nel compimento della sua opera di carità, unite nell’Associazione, riconosciuta canonicamente dal Vescovo ed approvata dalla Duchessa di Parma , chiamata”Pia Unione delle Dame visitatrici delle carceri sotto dei Santissimi Cuori di Gesù e di Maria”. Santamente sollecita anche delle donne dimesse dal carcere, Anna Maria ha preso in affitto una casa per loro e per le fanciulle pericolanti ed orfane. La sua opera di amore cristiano in favore delle donne carcerate ed emarginate assunse anche un grande valore sociale attirando l’attenzione delle autorità civili e religiose. Nella Parma dell’ottocento Anna Maria Adorni divenne un punto di riferimento. Nonostante ella sapesse appena leggere e scrivere era ricercata per consiglio da Vescovi e principi. In una testimonianza al processo di beatificazione, celebrato nella Curia Vescovile di Parma, emergono nomi di rilievo: “Fra le persone che venivano dalla Serva di Dio , ricordo i seguenti nomi: S. E. Mons. Cantimorri (Vescovo di Parma), S. E. Mons. Domenico M. Villa (Vescovo di Parma). Don Andrea Ferrari, allora Rettore del Seminario e poi cardinale di Milano, Guido M. Conforti, seminarista, Sacerdote, poi Vescovo di Ravenna e di Parma e fondatore dei missionari saveriani e attualmente beato, S. Giovanni Bosco ( per ben due volte in occasione delle pratiche per l’inizio dell’Opera Salesiana a Parma). Mons. Francesco dei Conti Benassi già Vicario Generale e poi Vescovo di Guastalla, Sr. Maria Maddalena della SS. Trinità (al secolo Angela Molari), Fondatrice delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Rimini, Religiose di varie Congregazioni di Parma: Chieppine, Orsoline…la Contessa Liberata Liberati Borselli, la Contessa Del Pozzo, il Barone del Campo il quale fu visto parecchie volte uscire da lei con le lacrime agli occhi”. Per provvedere in maniera più adeguata all’opera iniziata, pensò di fondare una famiglia religiosa, i cui membri alimentassero quella fiamma di carità che lo Spirito Santo aveva acceso nel suo cuore. La vedova Anna Maria diede inizio alla Famiglia delle Ancelle dell’Immacolata di Parma con alcune compagne, che condividevano il suo apostolato e con esse si consacravano a Dio con i voti di castità, obbedienza e povertà, aggiungendo un quarto voto, di donare cioè la propria vita per il recupero delle donne cadute, per la tutela delle pericolanti e nella materna assistenza alle derelitte e alle orfane. Sulla morte della Beata, registriamo una testimonianza giurata al Processo di Canonizzazione:” Nei tre giorni in cui è stata esposta la venerata salma si compì un vero pellegrinaggio. Persone d’ogni età e ceto; chierici, sacerdoti, secolari e regolari, collegi, tutti accorrevano a pregare presso la salma. La toccavano con corone, medaglie, con indumenti per indossarli a bambini, ad ammalati e non mancavano gl’indiscreti che le tagliavano l’abito religioso e perfino i capelli per conservarli come reliquie”. “…Sentiì pure dalla mia Maestra Suor Maddalena, che la Madre Adorni alla sua morte si trasformò. Il suo volto prese aspetto luminoso risplendeva come un sole. Anche la stanza restò tutta illuminata. Erano le 19,30 del 7 febbraio 1893”. La fama di santità della Nuova Beata non si affievolì dopo la morte e infine, nell’anno 1940, per disposizione del Vescovo, si istruì presso la Curia di Parma il processo informativo sugli scritti della Serva di Dio; gli atti furono trasmessi a Roma per essere discussi secondo le norme del diritto. Il Santo Padre Paolo VI il 6 febbraio 1978 emanava il decreto che riconosceva l’eroicità delle virtù della madre Anna Maria Adorni, vedova Botti e la proclamava Venerabile. Ora la Chiesa, con la beatificazione ce la indica come modello da seguire. Don Marcello Stanzione |
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