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Contadini schiavi delle banche dei semi PDF Print E-mail
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Contadini schiavi delle banche dei semiIl contadino è una figura a sempre ignorata o avversata dalle istituzioni o dai grandi potentati economici-finanziari…Immette pochi soldi nel mercato, non chiede prestiti, è indipendente ! Si cresce una mucca gli dà da mangiare il fieno che lui stesso produce, del latte ne fa formaggio che regala al vicinato in tutto questo passaggio non ci sono intermediari, ciò dà fastidio perché i beni circolano e non c’è niente da succhiare sopra ! Conosco un povero uomo che in pensione si era cresciuto una mucca da far pascolare nelle sue proprietà ebbene ha dovuto pagare una multa salatissima perché non aveva un ricovero per l’animale secondo le vigenti norme sanitarie ! Le limitazioni  fatte ai contadini sono varie ma è mia intenzione stringere il focus su un problema di cui poco si parla : L’attuale impossibilità di molti contadini a produrre i semi da se stessi. L’autoriproduzione del seme, ovvero il privilegio che l’azienda agricola o il contadino ha di riseminare traendo  seme da una ... 

...   parte dei propri raccolti è un diritto o meglio dire una possibilità, tuttora minacciata se non addirittura scomparsa.

Questo per due motivi : 1) Il decreto del presidente della repubblica n. 322 del 9 maggio 2001 che in parole povere proibisce lo scambio di semi e piante fra i contadini. A questo punto il senso comune ci spinge a chiederci perché i contadini a causa di queste pseudo legislazioni devono rinunciare a quelle varietà che si tramandano e sanno auto riprodursi, quelle che a volte fanno a meno dei pesticidi e resistono meglio alle avverse condizioni ambientali  ? Il secondo motivo è  dovuto  dalla massiccia diffusione di semi ibridi  F1 ( di prima filiazione) se non addirittura  O.G.M. (organismi geneticamente modificati) i quali semi sono  incapaci di generare piante uguali a quelle dalle  quali sono raccolti perché non dotati di genetica stabile e trasmissbile; Tutto questo per dire che in questo meccanismo ci guadagnano le multinazionali dell’agrochimica e ciò  a scapito dei contadini che si sono fatti soffiare dal naso  la loro indipendenza ed autonomia anche a causa  della disinformazione direi…

Oramai nei consorzi agrari o farmacie agricole si trovano solo ibridi commerciali sconvenienti o impossibili da riprodurre ma non illudetevi che ciò riguardi solo i semi…i Conigli sono sterili, i polli se provi a riprodurli dimezzano la propria grandezza dopo un paio di generazioni !! Ho già conosciuto contadini che hanno chiuso con la loro attività  perché i prezzi dei semi da ricomprare ogni anno per la  ri-semina erano troppo elevati. Ma qui bisogna gridare perché i contadini, se continua così saranno solo affittuari dei loro terreni anche se li posseggono a vita di loro proprietà perché per la risemina delle colture dovranno spendere ogni anno ingenti somme di denaro ! non saranno più ne indipendenti ne auto sussistenti. Così ci ritroviamo ad avere in agricoltura lo stesso problema che Giacinto Auriti aveva denunciato nel campo dell’economia.

Infatti così come le persone non sono i veri proprietari dei soldi che hanno in tasca, allo stesso modo i contadini non sono i  veri proprietari delle varie varietà di piante che hanno nell’orto e insieme con lui diciamo che così come la moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandola ( e quindi le  persone invece di essere proprietarie  di quelle monete che hanno in tasca ne sono debitrici ) allo stesso modo diciamo che il seme nasce di proprietà della multinazionale che lo emette prestandolo, in questo caso ai contadini. Siamo proprio ai paradossi più assurdi ed è imbarazzante constatare che mentre   O.G.M. e ibridi commerciali vengono promossi, pubblicizzati e diffusi,  i  tradizionali semi autoctoni (quelli che possono riprodursi  con stabilità genetica) rischiano di diventare illegali in quanto privi del marchio C.E.E. ! I  semi sono stati sempre perseguitati  nei regimi dittatoriali;

I comunisti ad esempio  hanno dato prova di aver particolarmente in odio i proprietari terrieri  e i  possessori di semi, sequestrando questi ultimi e facendo così  morire di fame milioni di persone in Ucraina; Anche ora ci fa sapere Maurizio Blondet  che in Iraq i contadini sono stati costretti ad usare invece dei loro semi di sempre, quelli della multinazionale  ebraica monsanto; Forse che non si può arrivare a parlare almeno in questo ultimo caso di un tentativo di ricatto alimentare ? Per quanto riguarda gli O.G.M. c’è da dire che non rispettano nemmeno quel motto base dell’educazione civica : “la tua libertà finisce dove comincia quella degli altri”. Infatti un campo a coltura tradizionale non può resistere a lungo e conservarsi integro accanto ad un campo O.G.M. perché i prodotti chimici usati su questi ultimi sono molto più forti e di conseguenza sia i parassitari che le erbe infestanti  si adattano a meglio sopportare quelle massicce dosi di veleni e diventano in questo modo pericolosamente immuni alle difese naturali delle piante autoctone del posto.

Anche il problema dell’ impollinazione per via aerea è da considerare, potrebbe succedere infatti che un contadino per quanto detesti gli O.G.M. si ritroverà prima o poi ad avere nel proprio orto piante modificate geneticamente  per via del polline che come si sa si propaga per via aerea. Sfogliando alcuni passi biblici della Genesi sulla creazione  mi rendo conto che finanche i parametri che Dio aveva stabilito nella creazione sono stati stravolti : GN 1, 11 - 12   “  E  Dio disse : la Terra produca germogli, erbe che producono seme (…) e così avvenne : La Terra  produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie (…) Dio vide che era cosa buona”. Un tempo le sementi erano un’ eredità e passavano di generazione in generazione : cosa lasceremo ai nostri figli da seminare, solo O.G.M. e ibridi che non si possono riseminare  ? il gadget  proposto da Greenpeace  con due vasetti in miniatura, qualche seme di zucca e l’etichetta: “diventa anche tu un seed saver” (salvatore di semi) è bello ma è troppo poco, bisognerebbe aderire alle azioni delle organizzazioni dei seed savers come KoKopelli o civiltà contadina, cercare questi semi e adottarli nel proprio orto.

Nel caso dei nostri territori è scontato approfittare di quelle poche varietà autoctone ed auto-riproducenti che ancora ci restano trasformando così ogni fazzoletto di terra un un’arca di Noè che ha la funzione  di conservare il ricco patrimonio di biodiversità, di tradizioni (agricole e culinarie ) e di civiltà contadina, vorremmo poter  dire da sempre e come sempre indipendente dalle multinazionali.

Francesco Diana

 
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