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Le Associazioni Cattoliche di devoti agli Angeli PDF Stampa E-mail

Le Associazioni Cattoliche di devoti agli AngeliIl XV secolo, e soprattutto il XVI, furono i secoli delle Confraternite. Giacché la devozione agli Angeli custodi si fu sparsa, si organizzarono anche delle Confraternite in loro onore (cit. C. Piazza, Opere Pie di Roma, Roma, 1679, p. 472). Vi era una Confraternita dell’Angelo custode, a Parigi, alla chiesa Saint-Leu-Gilles, via Saint-Denys. E’ Monsignor Boudon, arcidiacono d’Evreux, che ebbe, sembra, il primo l’idea di fondare un’associazione, una Congregazione dei nove Cori degli Angeli ( Boudon, La devozione ai nove Cori dei Santi Angeli, Parigi, 1755 (conclusione : p. 358-393). La sua idea si realizzò nel XIX secolo, con la creazione della Congregazione in onore della Regina a dei nove Cori degli Angeli. La Congregazione degli Angeli è stata stabilita, nel piccolo Seminario di Montmorillon, nel mese di dicembre 1828, ed affiliata a quella di Bordeaux. - Nel Canada, è il P. L. Querbes, Fondatore dell’Istituto dei Chierici di San Viatore, che concepì, verso la fine della sua vita, il ... 

...  progetto di una Confraternita, in onore dei Santi Angeli. Ne redasse il regolamento, datato del 2 febbraio 1859. Ma è solo nel 1884, che il P. Souques la stabilì, canonicamente.

Essa ha, per scopo, di glorificare Dio e di perfezionarsi nella virtù. Grazie alla protezione degli Angeli. Tra i membri si distinguono tre gradi : l’Associato, il Congregazionista di 2° grado, ed il Congregazionista di 1° grado. Louis Querbes nacque a Lione il 21 agosto 1793 proprio durante il Terrore della rivoluzione francese, venne battezzato clandestinamente, fu ministrante nella parrocchia di saint- Nizier di Lione dove a nove anni fece il voto perpetuo di castità. Venne ammesso  nel seminario di Saint- Nizier all’età di dodici anni ed entrò nello stato ecclesiastico il 28 marzo 1807; proseguì gli studi teologici nel seminariodi Saint-irènèe di Lione e venne ordinato sacerdote il 17 dicembre del 1816.

Venne ordinato sacerdote il 17 dicembre del 1816. Sacerdote della diocesi di Lione, fu direttore del seminario diocesano e il 25 ottobre 1822 fu nominato parroco di Vourles (Rodano), una piccola parrocchia rurale dove rimase per tutta la sua vita  dal 1822 al 1859. Là, egli volle creare una Società i cui membri sosterrebbero i sacerdoti isolati come lui, per la catechesi ai fanciulli e la preparazione della liturgia. Questi catechisti laici sarebbero stati posti sotto il patrocinio di un Lettore della Chiesa di Lione del IV secolo, San Viatore, collaboratore del vescovo san Giusto e istruttore dei catecumeni presso la cattedrale di Lione. Questo sarà appunto l’Istituto dei Chierici di San Viatore il cui motto è : “ Sinite parvulos venire ad me”.

L’approvazione della Società da parte dell’amministrazione civile e da parte dell’autorità ecclesiastica porterà Louis Querbes a Lione, a Parigi, a Roma … e là dove egli non aveva previsto di andare, alla fondazione di una congregazione religiosa che fu approvata dalla santa Sede il 27 settembre 1838 e poi nuovamente con un breve pontificio del 31 maggio 1839. Nata sulle rive del Rodano, la Congregazione si è sviluppata in Francia, in Canada, negli Stati Uniti, in Spagna, in Belgio, nel Cile, in Colombia, in Costa d’Avorio, ad Haiti, in Giappone, in Perù, a Taiwan, in Honduras, Burkina Faso, Belize, Bolivia e Taiwan.

Nel 1978, al momento della revisione della loro regola, i Chierici di San Viatore hanno riscoperto una delle intuizioni del loro fondatore: associare dei religiosi e dei laici in una comune missione. Al 31 dicembre 2005, la congregazione dei chierici di san Viatore contava 100 case e 628 religiosi, 260 dei quali sacerdoti.
E’ a Vourles che è nato l’associazione “ l’Angelo Custode”. Vourles è una borgata tranquilla della periferia lionese: qualche centinaia di abitanti – oggi  oltre 5.000 – allora tutti impegnati nelle loro vigne, nei loro ciliegiai, nei loro pescheti di cui esportavano i frutti in quantità considerevole. E’ anche un luogo di villeggiatura, di case, di campi, parchi, giardini, frutteti circondati da alte mura che li difendono dagli sguardi indiscreti. E’ in questo villaggio che venne ad installarsi, nel 1822, un giovane sacerdote, l’abate Querbes.

Era un lionese, nato in pieno Terrore, nel momento in cui la Convenzione vittoriosa esercitava contro i realisti terribili rappresaglie e cambiava anche il nome della vecchia città.

L’abate Querbes era un sacerdote di alto valore: un’anima di fuoco, una intelligenza superiore, una vasta cultura, uno zelo di apostolo. Egli aveva rifiutato, poco prima, la direzione dei Missionari diocesani di Tours, che fu data al suo amico l’abate Donnet, più tardi cardinale-arcivescovo di Bordeaux.  Aveva scelto l’umile ministero di una parrocchia rurale. La Provvidenza lo voleva là; egli rimase quasi 40 anni a Vourles e vi morì.

Immediatamente l’abate Querbes si era chinato sul problema della formazione cristiana dell’infanzia. Si sa quello che era l’insegnamento al finire della Rivoluzione: le scuole chiuse per la maggior parte, dei maestri ignoranti, la maggior parte delle persone, nelle campagne soprattutto, completamente analfabete. Dal punto di vista religioso: grossolani pregiudizi, indifferenza, ostilità. Il parroco di Vourles fece appello, per le ragazze della sua parrocchia, alle Suore di San Carlo. Esse accattarono di aprire una scuola. Per i ragazzi, egli cercò vanamente una comunità. La  risoluzione fu  presto presa: ne avrebbe fondata una lui stesso.

Così prese nascita l’Istituto dei Chierici di San Viatore.  Quando il parroco di Vourles morì, nel 1859, a 63 anni, la sua congregazione si estendeva in Francia, in 30 diocesi. Essa si era stabilita nel Canada francese. Aveva seminato negli Stati Uniti e fin nelle Indie.

Vourles era diventata una parrocchia modello. Chiesa ricostruita, presbiterio restaurato, scuole fiorenti, fervore (…). Le donne erano arruolate dalla Congregazione del Rosario, le ragazze nell’associazione delle Figlie di Maria . Vi eresse anche l’Associazione dei santi Angeli nella cappella della sua chiesa. Nel regolamento che lasciò ai suoi religiosi, egli raccomandò loro di farsi propagatori di questa devozione agli spiriti celesti: “Vi affretterete nel far fiorire la congregazione dei santi Angeli o di procurarne l’erezione… I giorni di festa di Nostro Signore, della santa vergine, dei Santi Angeli, voi condurrete i vostri alunni a messa”… I figli di P. Querbes si mostrarono fedeli alle sue raccomandazioni. Nel 1890, essa contava già più di 50.000 associati. P. Celestino Souques, nominato vicario generale dell’Istituto dei Chierici di San Viatore, stabilì una nuova Confraternita a Vourles, nella casa madre (1891) e la fece affiliare all’Arciconfraternita romana degli angeli custodi. Ben presto, egli la dotò di un bollettino, il legame necessario tra gli associati il cui titolo era ed è  “L’ Angelo Custode”.

Alcuni anni più tardi, nel 1896, la Direzione del bollettino si installava alle porte stesse di Lione, alla confluenza della Saona e del Rodano, a Oullins. Là essa stava in una bella vecchia casa del XVIII secolo, tutto a fianco del noviziato della Provincia. La confraternita era aumentata fino a più di 60.000 associati. La rivista contava già 8.000 abbonati. Poi vennero i giorni oscuri, la persecuzione religiosa (1903).  La rivistina L’Angelo Custode dovette interrompere la sua pubblicazione. Un processo le fu intentato. La Comunità vinse la causa, e grazie all’intervento di uno dei suoi più grandi amici – industriale e cattolico influente di Turcoing – la rivista potette ricomparire, installata a Parigi. Essa raggiunse il suo più alto punto di prosperità tra le due guerre; essa ebbe fino a 100.000 lettori.

1940 segna una caduta verticale. La Francia è divisa in due zone che non comunicano tra di loro, un gran numero di abbonati non possono più essere raggiunti, molti scompaiono. Poi sopraggiungono le difficoltà finanziarie, l’avara attribuzione della carta, le minacce di soppressione… gli Angeli, malgrado tutto, hanno custodito la loro opera!

La prima cura di P. Querbes nominato parroco di Vourles era stata di provvedere all’educazione cristiana dei bambini, ed aveva iniziato con le bambine. E’ con esse che finì. La congregazione dei figli di Maria gli sembrò chiedere un complemento o piuttosto una preparazione, poiché essa non si rivolgeva che agli adulti. Questo pensiero, comunicato a P. Favre ed alla superiora delle Suore sfociò in una Associazione dei santi Angeli. Questa si dava per finalità “di mettere i giovani associati sotto la protezione dei Santi Angeli, di premunirli con ciò contro i pericoli che li attendono dopo la loro prima comunione, di assicurare la loro perseveranza nel bene preparandoli ad entrare nella congregazione dei figli di Maria, e di edificare le loro famiglie e la parrocchia con l’esempio della loro modestia e di una fedeltà scrupolosa a tutti i doveri”. Essa proponeva loro come motto la bella formula: “Tutto per Gesù, tutto per Maria, in unione con i nostri Santi Angeli”, formula che dovevano aggiungere ogni giorno alla loro preghiera del mattino e della sera e recitare in apertura ed alla fine delle loro riunioni.

Giovane vicario di Saint-Nizier, l’abate Querbes parlava sovente ai suoi alunni della guida dei Santi Angeli, loro modelli; non contento di aver dedicato ai Santi Angeli una cappella della sua chiesa, il vecchio parroco di Vourles volle mettere sotto la loro speciale protezione la parte più cara del suo gregge. Da ciò questa Associazione dei santi Angeli, ultimo atto importante del suo ministero parrocchiale, che porta, scritta con la sua mano, la data del 2 febbraio 1859. Morirà il primo settembre di quello stesso anno.  Padre Querbes ha lasciato numerosi scritti: tra questi un “ direttorio” cioè una regola per i suoi religiosi, ispirato alle costituzioni dei Dottrinari, dei Gesuiti e degli Agostiniani e alcuni testi di devozione e scolastici. Attualmente in molte parti del mondo i Chierici di san Viatore animano numerosi gruppi cattolici di devoti agli angeli.

I Concili Provinciali dell’ottocento non hanno mancato, un po’ dappertutto, di incoraggiare questi Gruppi. “Opportunum etiam videtur societates favere Sanctis Angelis, maxime custodibus colendis, quam devotionem summopere omnibus inculcant Patres” (Conc. Plenario di Baltimora, II, 1866). Essi insistono sulla devozione agli Angeli, ed Angeli custodi, da inculcare ai fedeli ed ai fanciulli, così : il Concilio di Reims (1853) ; Il Concilio di Vienna (1858) ; il Concilio di Praga (1860); quello di Colosza (1863) : “assuescant pueri scholares semet in suis indigentiis ad Angelum custodem convertere” ; il Concilio di Utrecht (1865) ; il Concilio di Ravenna (1855) ; il Concilio di Urbino (1859).

Sotto questo potente impulso, verso una devozione sempre più ardente per gli Angeli, e gli Angeli custodi, in particolare, sono sorti, nel XIX secolo, tre altri Gruppi : l’Arciconfraternita dell’Arcangelo San Michele, approvata già da Pio IX, ma eretta formalmente da Leone XIII, nel 1878, nella chiesa di Sant’Eustachio, a Roma ; trasferita, l’anno successivo, nella chiesa di Sant’Angelo in Pescheria. Tale gruppo di devoti è guidato dai chierici Caracciolini. S. Francesco Caracciolo (1563–1608) è il sacerdote  fondatore  dei Chierici Regolari Minori da lui detti padri Caracciolini.

Giovane prete si ritirò nell'eremo di Camaldoli per scrivere la Regola di una Congregazione di sacerdoti che voleva fondare. Pensò di darle come caratteristica un obbligo a una spiccata devozione Eucaristica. Nel Settecento il pittore Ludovico Stern  ( 1709 - 1777) realizzò una  pala d’altare per la chiesa romana di San Lorenzo in Lucina in cui un angelo attorniato da serafini, cherubini e angeli incensanti presenta a San Francesco Caracciolo il mistero dell’Eucarestia.  Ne abbiamo trovato il bozzetto rispetto al quale la tela definitiva presenta solo piccole varianti.

Nel bozzetto e nella tela definitiva l’Eucarestia racchiusa all’interno di un splendido ostensorio che un angelo regge servendosi di un prezioso drappo, sprigiona una luce  simbolo di salvezza in contrasto con le tenebre nella parte destra della composizione. Il Santo istintivamente si inginocchia davanti all’apparizione. Vicino a lui, seduto su gradini, vi è un piccolo angelo che eleva in alto un giglio, simbolo di purezza. Una raffigurazione simile a questa dello Stern è nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi in via delle Alpi Apuane sempre a Roma, da quasi un secolo  Casa Madre dei Caracciolini, i preti che seguono la Regola scritta dal Caracciolo approvata da papa Sisto V.  E’ una tela di Romano Corradetti in cui si vede un angelo che con una mano mostra l’Eucarestia al santo sacerdote e con l’altra gli regge la penna con cui ha così fortemente esortato chi avesse deciso di entrare nella Congregazione che lui stava fondando, ad  amare l’Eucarestia. La chiara veste di quest’angelo soave oltre l’alone luminoso intorno all’ostensorio illuminano il volto del santo prete.

Le tenebre, che rappresentano le forze del male, sono nella parte sinistra del quadro. Fin dalla loro fondazione nel 1588 i padri Caracciolini hanno avuto a cuore in modo particolare il culto di san Michele ed in ogni loro chiesa vi era un altare dedicato all’arcangelo principe delle celesti milizie. E’ inoltre loro particolare iniziativa la recita della Corona di san Michele che fin dalla fine del 1600 era una pratica specifica del loro ordine religioso che veniva diffusa dai loro conventi. Già nel 1708 e poi nel 1726 venivano stampati a cura dell’ordine dei libretti con la corona di san Michele. In modo particolare era devoto all’Arcangelo il venerabile Bartolomeo Simorilli, religioso Caracciolino, che è stato nell’ordine probabilmente uno dei più devoti amici di san Michele. E che visse nella chiesa di san Michele a Catania detta pure dei minoriti. Nel 1700 i Chierici Regolari Minori venivano anche chiamati dal popolo con il significativo nome di “ i Religiosi di san Michele”.

E quando l’ordine agli inizi del 1900 viveva il momento più triste della sua esistenza e tutto sembrava crollare ed i Caracciolini erano ormai prossimi alla soppressione avendo perso tutti i loro grandi conventi e non avevano più un tetto dove ripararsi fu sempre l’Arcangelo che venne in loro aiuto e ad essi fu offerta la Casa-Chiesa di san Michele cioè sant’Angelo in Pescheria a Roma da dove ancora oggi viene divulgato il culto dell’Arcangelo con la diffusione della corona angelica e dello scapolare di san Michele. A sant’Angelo in Pescheria a Roma vi è la sede prima-primaria della confraternita di san Michele e da questa dipendono le varie delegazioni nel mondo. 
Viene, poi, la celebre Arciconfraternita dell’Arcangelo San Michele al Monte San Michele, eretta il 16 ottobre 1867 e diventata Arciconfraternita, con un Breve del 12 maggio 1874 . l’Arciconfraternita fu prima guidata dai membri del capitolo di Monre Sant’Angelo poi dai padri Benedettini di Montevergine ed attualmente dai sacerdoti polacchi della congregazione clericale di San Michele.

Occorre, anche, nominare la Società di San Raffaele, Opera protettrice degli emigranti, nata da un comitato che si era formato nell’Assemblea Generale dei Cattolici di Germania, tenuta, nel 1868, a Bamberg (Baviera). Essa si è impiantata in America ; poi è passata in Austria, in Belgio, in Italia, in Svizzera, in Francia. Da essa il vescovo mons. Scalabrini prese spunto per le sue opere a favore degli emigrati. Associazioni di devoti agli angeli create nel ventesimo secolo  sono l’Opus Angelorum, I Philangeli e la Milizia di San Michele Arcangelo.

Don Marcello Stanzione

 
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