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Conferenze di Don Stanzione in Svizzera, Francia ed Italia PDF Stampa E-mail

Conferenze di Don Stanzione in Svizzera, Francia ed ItaliaOgni anno a maggio don Marcello Stanzione è invitato a parlare di tematiche spirituali, particolarmente su angeli e demoni, in alcuni centri  dell’ Italia e dell’estero. Gli appuntamenti in questo maggio 2010 sono i seguenti: Martedì 4 maggio alle ore 21 presso la parrocchia di san Giorgio a Castellucchio di Mantova, Mercoledì 5 maggio a Trieste alle ore 16,30 alla libreria Bianco e Nero, sabato 8 maggio alle ore 20,30 e domenica 9 alle 11 alla sala dei congressi di Lugano, sempre il 9 maggio alle ore 16 conferenza al monastero di san Giuseppe a Locarno. Martedì 11 a Torino alle ore 20,30 nell’aula magna dell’istituto Sociale dei padri Gesuiti. Mercoledì 12 maggio sempre a Torino alle ore 21 al collegio sacra Famiglia. Infine nel fine settimana 16 maggio è prevista una conferenza in Francia ad Ars. Mercoledì 19 maggio a Salerno alle ore 19 alla libreria Aldebaran,  lunedì 24 maggio a Potenza conferenza alle 19,30 alla chiesa di sant’Anna ed infine venerdì 28 maggio alle ore 20,30 conferenza ... 

...   alla libreria Aseq di Roma  Oggi purtroppo sugli angeli c’è una grande confusione alimentata dall’esoterismo e dal New Age. Gli Angeli sono di moda, ed anche le esposizioni di Angeli, i musei di Angeli, ecc. non c’è dubbio che, per molte persone, un’esposizione come questa trova il suo posto naturale in una serie di manifestazioni che esprimono la benevolenza di questi esseri di luce. Importa poco che una esposizione come questa si limiti agli Angeli della tradizione cattolica. Colui che partecipa veramente a questo spirito nuovo saprà in questa occasione prendere coscienza dell’onnipresenza degli Angeli di tutte le epoche e di tutte le religioni.

La spiritualità nuova riutilizza a volontà l’iconografia antica e vi si ritrova a prima vista perfettamente. Antichi o nuovi, gli Angeli sono sempre degli Angeli, e lo spirituale moderno troverà sempre piacere nell’ammirare i personaggi sovente alati ed asessuati dell’iconografia cattolica. Ma nuovi artisti dipingono anche degli Angeli più adatti alla spiritualità di oggi. Sono degli Angeli di una sensualità prima sconosciuta, sovente dei bei uomini e belle donne dalla sessualità raggiante. A scapito di una volontà di universalizzare gli Angeli, il trattamento stesso di questi corpi di esseri chiaramente invisibili è di un realismo che denota una netta rottura con gli Angeli di una volta. Tutto lasciando planare intorno ad esse un certo mistero, queste nuove immagini riflettono bene i desideri degli uomini e delle donne di oggi.

Questi nuovi Angeli hanno poco a che vedere con quelli di questa esposizione. Fanno piuttosto parte di un insieme di miti propri a legittimare un nuovo modo di vivere la spiritualità. Il tempo delle grandi istituzioni religiose nelle quali occorreva impegnarsi, si dice, è oramai sorpassato. Noi siamo passati dall’era dei Pesci all’era dell’Acquario. Ognuno è oramai capace di una spiritualità autonoma, capace di padroneggiare la sua propria vita spirituale senza fare appello all’autorità delle chiese e dei loro sacerdoti. Questo mito fondatore favorisce altre due grandi credenze: la reincarnazione che assicura ad ogni individuo che egli è sulla strada di una lunga evoluzione di cui è il solo responsabile, e gli Angeli che gli garantiscono che egli ha a sua disposizione tutti gli utensili necessari per avanzare sulla via della spiritualità. Gli Angeli di oggi servono di fatto un nuovo modo di vivere la spiritualità centrata dapprima sui bisogni cangianti dell’individuo.

Al contrario degli Angeli di una volta che trasmettevano da parte di un Dio trascendete un messaggio costante ed indubitabile, questi nuovi Angeli riflettono un’epoca di grande esitazione sul piano religioso, un’epoca che valorizza la libertà di scelta individuale, compreso nel campo delle credenze ultime. L’individuo moderno è convinto che può scegliere come intende le sue credenze nei raggi ordinari di distribuzione dei beni di consumo corrente. I nuovi Angeli non fanno che rafforzare la sua autonomia sul piano spirituale. Gli dicono che non deve giudicare le credenze degli altri e che può selezionare tutto quello che contribuisce al suo benessere intimo. Questi Angeli fanno eminentemente significato in un contesto sociale che incita al consumo in tutti i campi. Sono a loro modo delle guide meravigliose suscettibili di incoraggiare ogni individuo nel proseguire la sua strada, e che ognuno deve contattare per ravvivare le forze che gli sono necessarie per vivere la sua esperienza quotidiana.

Qualsiasi cosa si pensi della loro esistenza o del loro ruolo, gli Angeli restano dei personaggi affascinanti. Essi popolano lo spazio rimasto beante tra un Dio creatore dell’universo e degli umani in cerca di sogni. Il regno degli Angeli attrae comunque almeno grandi voli speculativi. I pensatori moderni hanno talvolta la tendenza a trasformare in simboli esangui questi esseri mitologici di cui non sanno che fare. Gli Angeli sono di nuovo per molte persone del ventunesimo secolo un aspetto determinante della loro spiritualità. La loro popolarità dovrebbe scatenare un rinnovamento della riflessione a loro riguardo.

E’ come se i nuovi Angeli fossero una specie di frammentazione di un Dio che non osa ancora soddisfare le diversità dei desideri individuali. Se è vero che le angelologie ebraiche e cristiane hanno potuto essere dei luoghi in cui si sono annodati i primi rapporti di queste religioni con le potenze divine delle altre nazioni, forse occorrerebbe ancora vedere nell’interesse mitigato delle teologie per gli Angeli recenti un segno della loro difficoltà a pensare il loro rapporto con le spiritualità esplose oggi. Riguardo alle tre apparizioni dell’angelo ai tre pastorelli di Fatima, precedenti e preparatorie a quelle della Madonna,  tra la fine della primavera, durante l’estate e nell’autunno del 1916 esse sono sorprendentemente simili a quelle descritte nei racconti del vangelo. 

L’angelo a Fatima si manifesta sotto la figura di “un giovane di 14-15 anni, più bianco della neve, che il sole faceva diventare trasparente come se fosse di cristallo, e di una grande bellezza” come dichiara Lucia ed il vangelo in Mc 16, 5 scrive che, dopo la morte di Gesù,  le donne: “ Entrando nel sepolcro, videro un giovane seduto sulla destra, vestito di una veste bianca ed ebbero paura” (cf. Lc 24, 4; Gv 20, 12; At 1, 10). L’angelo apparendo a Lucia, Francesco e Giacinta li rasserena, dicendo loro di non temere così come avviene pure in Lc 1, 13: “Ma l’angelo gli disse: “Non temere Zaccaria” (cf. Lc1, 30; 2, 10; Mt 1, 20). L’angelo manifesta ai tre pastorelli chiaramente la sua identità affermando di essere l’angelo della pace, l’angelo custode del Portogallo così come in Lc 1, 19. “ L’angelo gli rispose: io sono Gabriele, che sto al cospetto di Dio”. L’angelo insegna ai tre fanciulli una orazione di adorazione alla Santissima Trinità  che ricorda il comportamento dell’angelico evangelico del Natale che si presenta innanzi ai pastori  e dice loro di non temere, mentre proclama una grande gioia, “subito dopo apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e in pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 9.13).

L’angelo predice poi ai tre pastorelli un evento di grazia divina nei loro confronti affermando che i cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno sui tre fanciulli dei disegni di misericordia, così anche l’angelo Gabriele annuncia alla ragazza di Nazareth di aver trovato grazie presso Dio e le preannuncia il concepimento di Gesù (Lc 1, 30-33). L’angelo sollecita Francesco, Giacinta e Lucia a realizzare una missione che consiste nell’offrire sacrifici in riparazione per i peccati dell’umanità in onore e per amore dei Cuori santissimi di Gesù e di Maria, così come in Mc 16, 7 l’angelo della resurrezione dice alle pie donne accorse al sepolcro: “Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno, che è stato crocifisso. E’ risorto. Non è più qui. Ecco il luogo ove lo avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli, specialmente a Pietro: Vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.

Alfonso Giusti

 
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