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Il discernimento degli Spiriti tenebrosi PDF Stampa E-mail

Il discernimento degli Spiriti tenebrosiL’esplorazione della debolezza umana basta abitualmente ai demoni per giungere ai loro fini, almeno momentaneamente.  “Nel cibo, egli ha nascosto l’amo dell’ingordigia ; nel lavoro la pigrizia parassita; nella correzione lo slancio della collera ; nel comando l’orgoglio. Egli sveglia nell’anima i cattivi pensieri. Pone sulle labbra le cattive parole ; spinge le membra alle azioni inique. Se siamo svegli, ci spinge al male. Se dormiamo, infesta il nostro sonno di sogni vergognosi. Insomma, tutti i mali che si commettono nel mondo derivano dalla sua malignità” (Sant’Agostino, La Città di Dio). San Leone Magno precisa : “Egli sa che deve infiammare di cupidigia, a chi deve instillare il veleno della gelosia ; che deve allettare con l’ingordigia, che deve eccitare con la lussuria. Egli sa che può essere turbato dalla tristezza, che può essere sedotto dalla gioia, che può essere vinto dal meraviglioso. Egli studia le inclinazioni e gli affetti di ognuno, scopre i pensieri e trova il mezzo di nuocere là dove ...

...     l’uomo  è più debole” (Sermone VII sulla Natività di Nostro Signore).  Tale è la sua azione normale, permessa da Dio, quotidiana, bisognosa. Ma essa non è, e di lontano, la più pericolosa. Molte anime, in effetti, non sono attirate dal Male. Il volto ispido di Satana ripugna loro. Rari sono gli uomini e le donne che ricercano il peccato per il peccato ed il crimine per il crimine. Con queste, il diavolo usa artefici più sottili, infinitamente più degne di lui, della sua intelligenza e della sua origine. Egli non fa che trasporre nel campo morale una tattica che egli utilizza volentieri nel campo materiale : servirsi di ciò che è buono per spingere a ciò che è male. Commentando il Salmo 91 : “Tu non temi né i terrori della notte, né la freccia che vola di giorno, né la peste che cammina nelle tenebre, né il demonio che devasta a mezzogiorno. Ne cadono mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, tu resti fuori dall’essere colpito”, San Bernardo spiega che pochi uomini si perdono quando sono nella prova (“ne cadranno mille alla tua sinistra”, la sinistra era considerata come il lato nefasto) e molti quando vivono nella pace, la felicità e la tranquillità di spirito, stato figurato dalla destra, il lato positivo.

Similmente, quelli che il diavolo non può raggiungere con il tramite delle tentazioni normali e carnali, egli le raggiunge sul terreno spirituale, il suo in verità, sul quale è infinitamente più pericoloso. Perseguendo sempre lo stesso scopo, che è di spogliare Dio di ciò che gli appartiene : l’adorazione di Sua creature ; e di strappargli le anime che Egli voleva fare sue, col peccato mortale. Satana tenta di portare l’uomo a peccare contro la Fede e contro l’umiltà.

Fare peccare contro la Fede Cattolica, è, per Lucifero, pervenire a velare, non fosse che per un secondo, la sublime verità di Dio. Fare peccare contro l’umiltà, è pervenire a velare all’uomo la sua propria verità di creatura miserabile, è dargli la terribile illusione che egli può fare a meno di Dio. Ma è con l’astuzia che egli dispiegò presso Eva che Satana lavora. Egli non esita, nella sua impresa, a mescolare il vero ed il falso, il bene autentico ed il male ipocrita. Egli può anche contraffare Dio per meglio controbattere l’azione divina. E’ allora che prende quella figura di Angelo di luce contro la quale San Paolo metteva in guardia.

San Giovanni della Croce (1542-1591), di cui il New Age vorrebbe farne  un channel, fu, al contrario, una delle anime più prevenute contro gli artifici demoniaci dispiegati al momento  delle esperienze mistiche. Nel suo capolavoro Salita al Monte Carmelo, Giovanni non smette di avvertire : il diavolo sa dissimulare nelle anime delle “locuzioni interiori, dei sentimenti saporosi, delle visioni immaginarie”. Nello stesso tempo, egli sveglia una sete sgorgante dalle sensazioni così procurate. Egli turba il giudizio con le sue astuzie, dissuadendoli di confidarsi con chiunque meglio del fatto di questi fenomeni. Egli eccita un disprezzo crescente dell’autorità ed un grande orgoglio di quello che gli imbecilli prendono per immensi favori divini... Infine, egli li spinge ad intestardirsi con compiacenza nelle loro immaginazioni, fino a che sia impossibile distoglierli.

Così Giovanni della Croce invita, cosa che è il consiglio di tutta la Chiesa, a non mai desiderare né cercare di provocare questi dialoghi con il mondo invisibile. Quando essi si presentano, egli sconsiglia di cedervi, perché è facile al diavolo di “calarvi i suoi errori”e di distogliere dalla fede vera. La sola parola d’ordine ? “Resistere alle rivelazioni ed altre visioni con tanta forza e cura come alle più pericolose tentazioni”.

Se i sintomi persistono, e che bisogna spartire ciò che è dell’Altissimo e ciò che è del bassissimo, resta da applicare il discernimento degli spiriti.  Lo scopo di ogni tentativo di discernimento degli spiriti è ben evidentemente di smascherare il nemico prima che gli sia stato possibile di nuocere gravemente  alle anime. Ma, se non bisogna sottostimare la potenza di questi spiriti maligni, bisogna ancor meno farne, come i dualisti, degli esseri invincibili, degli dei oscuri contro i quali l’umanità non avrebbe altro ricorso che un improbabile quanto impossibile straripamento dalla nostra condizione materiale. “Chi vuol fare l’Angelo fa la bestia !” diceva Pascal. E’ l’errore di ogni corrente dualista ; fu anche quella di Lucifero quando cadde. I demoni non sono che delle creature, molto alte certamente malgrado la loro sconfitta, ma delle creature. Se l’uomo, ridotto alle sue sole forze, non è all’altezza ovviamente da affrontare il Serafino Lucifero, Principe di questo mondo e re incatenato degli Inferi, né il bello e seducente Asmodeo, Cherubino divenuto ministro dell’impurità e della lussuria, né il Trono Mammona che ispira la passione dell’oro , del denaro e dell’amore esclusivo delle ricchezze materiali, né la Dominazione Belzebù, “il Signore delle Mosche”, che suscita i culti idolatri (I nomi dei tre grandi demoni, ministri di Lucifero, figurano nella Bibbia. Asmodeo è segnalato nel Libro di Tobia, Mammona e Belzebù nel Vangelo (San Matteo 6,24 e 12,24-30). Quanto alla loro appartenenza a tale o talaltra Gerarchia angelica prima della loro caduta, essa è presa dal Trattato dell’Inferno di Santa Francesca Romana. ), egli ha su di essi tutti i vantaggi naturali della sua angelicità, quelli che gli davano la superiorità sulla natura umana.

Fin dall’inizio, i progetti di Lucifero sono votati alla sconfitta, tutto quello che egli intraprende si ritorce finalmente contro di lui. E’ a questa guerra assurda che si riferisce il versetto della Genesi, quando Giuseppe perdona i suoi fratelli che l’avevano una volta venduto come schiavo agli Egiziani : “I vostri disegni contro di me erano perversi, al fine di dare la vita ad un popolo immenso” (Gen.50,20). Lucifero vuole fare il male, ma da questo male, Dio estrae sempre un bene, ed è perché Egli lo tollera.

Offrendo la conoscenza del bene e del male ad Eva, persuadendola di gustarvi sotto il pretesto che il divieto di Dio non procedeva dalla saggezza e dalla bontà, ma dalla tirannia e dall’egoismo, il Serpente-Satana credeva di scatenare contro la coppia imprudente una giustizia altrettanto severa di quella di cui lui era stato oggetto. In effetti, il castigo si abbatte sull’umanità, ormai schiavo del Padrone che ha preferito a Dio : la vita umana in rottura con l’ordine voluto dal Creatore sarà una vita di sofferenza, di lavoro, di sangue e di lacrime, ed essa sboccherà sul “salario del peccato, la morte” (San Paolo, Lettera ai Romani 6,22). Ma, appena ha pronunciato la sentenza della Sua Giustizia, Dio lascia parlare il Suo Amore e promette il rimedio ai mali annunciati : “Porrò inimicizia tra la Donna e te, la sua discendenza ed la tua. Ella ti schiaccerà la testa e tu le morderai il tallone !” (Gen. 3,15).

Il diavolo credeva di avere annientato per l’uomo ogni speranza di accedere alla felicità eterna ; di fatto, egli ha precipitato le cose, trascinando la necessità della Redenzione e la venuta del Redentore : la discendenza della Donna, il Figlio della Vergine Madre, il Cristo, Dio fatto uomo. Lucifero ha provocato quello che voleva con tutta forza impedire.

E quando, nel deserto, egli identifica in Gesù l’Incarnazione del Verbo, Quello che rifiutò di adorare all’inizio, quando decise di congiurare contro di Lui l’odio dei farisei, l’ambizione smisurata di Giuda, la vigliaccheria degli apostoli e l’impotenza di Pilato, Satana provoca la morte del Redentore, ma precipita nella sua propria sconfitta. Sì, il Serpente ha morso la razza della donna nel tallone, e questo morso l’ha uccisa, l’ha inchiodata sulla croce ; ma, morendo, Colui che era immortale per essenza e non era, nella Sua Incarnazione, assoggettato al salario del peccato, inghiottì questa morte che il diavolo aveva introdotta nella Creazione (Libro della Sapienza 2,23-24 : “Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità. Ne ha fatto una immagine della Sua propria natura. E’ per l’invidia del Diavolo che la morte è entrata nel mondo”. E, con la morte, salario del peccato, è il peccato stesso che smette di estendere il suo impero su quelli che Cristo ha riscattato con la Sua Passione.

Satana sa bene che la lotta è perduta. Rimane che, in queste continue battaglie di retroguardia, egli ottiene l’ultima soddisfazione di strappare, ancora e sempre, delle anime umane a quella felicità del Paradiso che egli invidia e detesta allo stesso tempo. Ogni volta che egli aiuta un’anima a dannarsi per l’eternità nell’Inferno, il diavolo insulta la morte del Redentore.

E voi sapete anche che ogni uomo costa
E che l’uomo è costato il sangue stesso di un Dio.
E voi sapete così con quale atroce strada
Un condannato salì fin nel più alto luogo.
Voi sapete oggi quello che ognuno riporta.
Voi avete stabilito questo conto temuto.
O vanamente seduto al soglio dell’altra porta :
L’uomo rapporta poco per quello che è costato.
(Charles Péguy, Eva).

Ma, per i cristiani, se essi vivono secondo la loro fede, l’impresa di Satana non è da temere. La vittoria di Cristo è la loro vittoria definitiva.  Limitata dalla sua sconfitta nel suo primo stato, sottomessa al permesso di Dio e contenuta negli stretti limiti di quello che ogni anima è suscettibile di sopportare con il soccorso della Grazia, l’azione demoniaca può essere vigorosamente e vittoriosamente combattuta.  “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi ? Lui che non ha risparmiato il Suo proprio Figlio ma L’ha consegnato per tutti noi, come con Lui non ci accorderà ogni favore ? Chi si farà l’accusatore di quelli che Dio ha scelti ? E’ Dio che giustifica. Chi dunque condannerà ? Cristo Gesù, Colui che è morto, che dico, risuscitato, che è alla destra di Dio, che intercede per noi ? Chi ci separerà dall’amore di Cristo ? La tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada ? Secondo la parola della Scrittura : a causa Tua, ci si mette a morte lungo tutto il giorno ; siamo diventati come pecore da macello ? Ma, in tutto ciò, noi siamo i grandi vincitori per Colui che ci ha amati ! Sì, ne sono certo, né morte né vita, né Angeli né Principati, né presente né avvenire, né Potenze, né altezze né profondità, né nessun’altra creatura, potrà separarci dall’amore di Dio manifestato in Cristo Gesù nostro Signore” (San Paolo, Lettera ai Romani 8,31-39).

Don Marcello Stanzione

 
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