Il Giovedì Santo e l'Eucaristia |
Durante la settimana santa la Chiesa fa particolare memoria dell’istituzione del santo Sacrificio Eucaristico. Il sacrificio di Cristo, della sua Passione, delle sue sofferenze, della sua Morte, sarà stato il volgere di una giornata, dalla sera del Giovedì Santo, nell’Orto degli Ulivi, fino al Venerdì Santo alle 3 del pomeriggio. Ma queste ore, dolorose e redentrici, sono state precedute e preparate. Tutta la vita del Salvatore è stata redentrice, la sua povertà, il suo lavoro manuale, il suo lavoro apostolico. Questo sacrificio di Cristo non sarà stato compiuto una sola volta per non lasciare, dopo di lui, che un ricordo storico e beneficante. Il sacrificio di Gesù si rinnoverà fino alla fine dei tempi. Vi è in questo un insegnamento ed una istituzione di Cristo da capire bene. “Fate questo in memoria di me”, ha detto ai suoi Apostoli. Questa parola perpetua l’Eucarestia. Essa non prende tutto il suo senso che quando il dono ineffabile di Gesù è Lui stesso interamente compreso come Egli l’ha lasciato. Ora ... ... l’Eucarestia è una presenza reale. È una presenza reale che deve servire da cibo al cristiano. La comunione è la ragion d’essere dell’Eucarestia. Ma c’è di più. Il cambiamento del pane nel Corpo di Cristo, del vino nel suo Sangue costituiscono una separazione, in virtù della Passione sanguinante e della forza delle parole stesse di Nostro Signore quanto al Corpo ed al Sangue. Il Giovedì Santo questa separazione è affermata dalla cena ed è già presentata sotto due specie eucaristiche differenti, il pane ed il vino. Il Venerdì Santo, questa separazione è realizzata nella carne umana di Cristo dalla sua morte sulla Croce. In più, istituendo l’Eucarestia, il Signore Gesù presenta il suo Sangue da bere al mondo come quello sparso da una vittima. L’identità tra il corpo carnale e reale di Cristo ed il suo corpo eucaristico, tra il suo sangue umano e divino ed il suo sangue eucaristico, tra il sacrificio della Croce e l’offerta del sangue redentore alla Cena si trova proclamata. Da questa tripla identità risulta che l’Eucarestia è sacrificio, così come nello stesso tempo è nutrimento e che, il potere dato da Gesù ai suoi Apostoli : “Fate questo in memoria di me” permette loro di rinnovare il sacrificio della Passione nello stesso tempo che sono invitati a riprodurre il sacramento nutritivo dei cristiani. Oramai il Sacramento del nutrimento del cristiano ed il Sacrificio di Cristo sono indissolubilmente uniti ed è l’Eucarestia che opera questa unione che niente potrà spezzare. Lo stesso atto, la stessa formula di consacrazione eucaristica, da una parte renderanno presente Cristo nell’ostia destinata a nutrire il popolo cristiano e, dall’altra, rinnoveranno l’offerta di Cristo a Dio suo Padre, del suo Corpo e del suo Sangue. Nell’aspetto centrale della celebrazione dove si compie l’Eucarestia, il cristiano è associato così più vicino possibile a Gesù nella sua Redenzione, nell’atto essenziale di questa offerta così come è invitato a vivere del Cristo, per Cristo e con Cristo dalla comunione eucaristica. Che dire del prete vero, continuatore del Salvatore, rivestito del suo sacerdozio, dei suoi poteri per fare in memoria di Lui, come gli Apostoli, questa cena del Giovedì Santo, pasto e sacrificio allo stesso tempo? Signore Gesù, mi è bello pensare e ridire a me ed agli uomini miei fratelli queste cose sublimi così come lo esige la formula della consacrazione ed è questo il “mistero della fede”, questo non è il solo, ma è il più stupefacente per lo spirito umano, il più dolce per il cuore dell’uomo, il più immediatamente vicino a lui, il più espressivo della sua unione intima a Dio. Don Marcello Stanzione |
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