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Convegno di Crescita e di Formazione Cristiana
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E' nelle librerie il Testo sul Satanismo di don Marcello StanzioneTrovo positivo che un esperto di angelologia come don Marcello Stanzione abbia scritto un saggio sul satanismo e l’occultismo edito da Gribaudi di Milano, questo perché gli angeli ribelli erano proprio quelli che stavano al servizio di Dio, prima della nefasta caduta. Una demonologia corretta presuppone, infatti, una buona conoscenza dell'angelologia. In subordine, apprezzo il lavoro della Milizia di San Michele Arcangelo, associazione da lui guidata, perché ha il merito di recuperare correttamente un patrimonio cristiano inestimabile – l'Angelologia – oramai divenuto feudo quasi esclusivo per le incursioni della cosiddetta New Age. In secondo luogo, è positivo parlare di satanismo e sètte, per quanto possibile in modo sereno ed equilibrato, al fine di poter fare informazione su tale problema così delicato che può rovinare letteralmente la vita di una famiglia intera, come talora mi è capitato di vedere nel ministero esorcistico. Ogni figlio di Dio che imbocca una strada sbagliata ci interpella perché la sua vita ...

...      ha parte nella nostra. Ed è certo che satana, cacciato dalla porta della Chiesa è rientrato massicciamente dalla finestra della superstizione, come ha opportunamente affermato P. Raniero Cantalamessa, nel senso che i nostri tempi iper-razionali e tecnologizzati pullulano di maghi, stregoni, astrologi e cartomanti . In terzo luogo, le statistiche (che pure vanno prese con beneficio di inventario) affermano che l'82% dei giovani si sente attratto da religioni diverse da quella di appartenenza, che il 76% è interessato a esoterismo, magia, cartomanzia, ecc., che, infine, il 62% ritiene che l'occultismo e affini sia un modo efficace per combattere la solitudine .

Cifre, pur correggibili, ma che danno il senso di una tendenza preoccupante. Personalmente, sono un esorcista, non un demonologo, anche se il ministero dell'esorcismo e della preghiera di liberazione richiede una certa conoscenza generale e di base della demonologia, con un taglio, per così dire, empirico, utile, ad esempio, quando si interrogano le varie entità che si presentano nel corso di un esorcismo. Infatti, pur essendo il demonio padre della menzogna, è utile, qualora dica la verità perché costretto da Dio, conoscere le caratteristiche generali dello spirito che dice di presentarsi, al fine di poter inquadrare meglio l'entità del nemico, fermo restando che spesso l'entità che dice di chiamarsi con un dato nome non corrisponde per nulla al nome stesso. Mi è accaduto spesso di sentire entità che si qualificavano come “satana” mentre invece le loro caratteristiche specifiche, in termini di odio e di violenza, non corrispondevano per nulla a colui che è il “principe di questo mondo”. Insomma, i demoni, nel loro eterno e dannato delirio di onnipotenza non mancano mai di millantare identità che non corrispondono al loro (non)essere. Ma veniamo al tema di questo libro.

Diciamo che negli anni del mio ministero di esorcista a Roma (non molti in verità, ma è da parecchio che mi occupo di satanismo, possessione e affini) non ho mai avuto il piacere di vedere un adepto di una setta satanica nel mio studio che si dicesse pentito e contrito e domandasse una benedizione. Magari capitasse un giorno! Sarebbe una grande gioia nel regno dei Cieli. Questo conferma ciò che si può intuire comunemente, ossia che non è per nulla facile e agevole uscire da un gruppo satanico e, in subordine, non è pacifico che ogni adepto di una setta satanica sviluppi una qualche forma di demonopatia. Però è spesso vero il contrario: ho incontrato di persona soggetti che avendo solo frequentato semplici e “innocue” sedute spiritiche hanno sviluppato forme più o meno gravi di demonopatia. Perché questo accada non è dato sapere, fa parte di quel mysterium iniquitatis che consegniamo alla Divina Provvidenza, in attesa che tutto ci venga svelato quando saremo al cospetto di Dio. Forse vi è qualche essere umano, o anima di defunto che prega per quella persona con comportamenti a rischio, e allora non le capita nulla di grave, o semplicemente Dio non lo permette. I Suoi pensieri non sono i nostri. Mi è capitato invero, alcune volte, di parlare con parenti di persone “rapite” da sette, anche se non propriamente di ispirazione satanica e di dover cercare di consolare il loro dolore inconsolabile.

Tali persone si sono rivolte a me con il pio desiderio che io potessi riportare a loro la persona scomparsa “operando” con una foto della medesima. Pur riconoscendo che il dolore conduce a tentare ogni possibile strada e avendo per queste persona la più grande comprensione e apertura di cuore, mi sento in dovere di dire che costoro, comunque, si appellavano a un procedimento, a sua volta, derivato dalla magia, ossia speravano che un prete esorcista, con in mano la foto della persona scomparsa, potesse, in virtù di non si sa quali poteri, ricondurre la persona in famiglia. Se ci si pensa bene, è proprio il modo di procedere dei vari maghi televisivi, i quali affermano di poter togliere il malocchio e ridare la salute con una foto o una ciocca di capelli dell'interessato... Similmente, mi trovo spesso a che fare con persone credenti e praticanti che mi chiedono di benedire le fotografie dei loro cari, al fine di proteggerli dal maligno. Tale pratica non trova riscontro nel Magistero della Chiesa. Non è detto in alcun punto che la benedizione delle fotografie conduca alla protezione dei soggetti delle foto stesse. Del resto, che diremmo se un adulto che dovesse ricevere il Sacramento del Battesimo mandasse in chiesa la sua foto, anziché presentarsi in prima persona? Per ricevere un sacramento o un sacramentale, occorre che sia la persona stessa a presentarsi spontaneamente.

Alcuni confratelli esorcisti svicolano da tale pratica, giustamente, affermando che pregheranno per quelle persone, ma non impartiscono alcuna benedizione alle foto. Similmente, mi è accaduto di ricevere richieste di benedizione degli oggetti più vari: passi per le sostanze che hanno attinenza con il sacramentale, ossia acqua, olio e sale, comunque da usare con fede e non come amuleti, ma quando qualcuno chiede di benedire gli spaghetti, il vino e lo yoghurt? Alcune volte me la cavo usando l'antico Rituale Romanum, che prevedeva benedizioni per virtualmente ogni oggetto, ivi compresi l'avena per gli animali e i sismografi, ma il dubbio che tali richieste derivino da superstizione resta sempre. Lo stesso problema della magia si ritrova nei gesti dell'esorcista. Alcuni confratelli esorcisti hanno smesso di usare acqua e olio, che peraltro non sono previsti dai rituali, proprio per sconfiggere l'idea che usando maggiori quantità di tali sostanze l'effetto sarebbe migliore. Personalmente, mi limito ad aspergere il demonopatico all'inizio con un po' d'acqua benedetta in memoria del battesimo e alla fine, eventualmente, a tracciare una croce in fronte con dell'olio benedetto, sempre in ricordo delle unzioni battesimali.

Il libro di Don Marcello tratta, poi, molto opportunamente, la possibile influenza che spettacoli inneggianti alla magia, come Harry Potter e simili, potrebbero avere sui fedeli e qui mi riallaccio a quanto affermato testé. Basta citare gli episodi suddetti. Come mai dei buoni fedeli di Cristo si rivolgono a me per chiedere che io “tolga” loro il maleficio, magari offrendo somme di denaro in cambio, come purtroppo è successo? Da chi lo hanno appreso? Non certo dalle letture Bibliche, che condannano, come ricordato nel testo, totalmente e senza appello ogni forma di magia e divinazione. Non certo dai preti, che comunque non fanno certo propaganda ai maghi. Da chi dunque lo hanno appreso? Evidentemente, da tutte quegli “innocenti” eventi cinematografici e televisivi che hanno come protagonisti “positivi” maghi e affini. E non sto parlando di fedeli “tiepidi” ossia persone che magari credono in Dio ma non hanno una vera vita di fede (a proposito, a chi mi dice che crede in Dio, ma non è praticante, ricordo, con un pizzico di sagacia, che anche il demonio crede in Dio, eccome se ci crede, ma non va mai a messa...).

Parlo, al contrario, di persone che addirittura hanno responsabilità ecclesiali: un giorno una guida di un gruppo di preghiera Carismatico venne da me e mi disse se potevo “togliere” la benedizione all'anello di fidanzamento del figlio, nella speranza che questo suo figlio potesse lasciare l'allora fidanzata che, evidentemente, non godeva della simpatia di costei, dato che la benedizione dell'anello era stata fatta in chiesa. Ecco che quindi la benedizione viene vista, anche in ambito cattolico, come un accessorio che si può mettere o togliere a piacimento. E che cosa cela tale modo di pensare se non un sostrato magico? E ancora, diversi si rivolgono a me sempre con le foto in mano chiedendomi “che cosa vede in questa persona?” o “che cosa vede in me?”. Dapprima mi schernivo dicendo che non ero uno sciamano, ma poi mi è venuto il sospetto che le persone potessero davvero rivolgersi a uno sciamano per sapere “che cosa vedesse in quella foto” e allora ho mutato risposta e ora dico: “Mi dispiace, non sono Padre Pio...”. Insomma, se in alcuni forum cattolici si afferma la potenziale pericolosità intrinseca di Harry Potter e soci, in una società largamente scristianizzata, si viene quantomeno sbeffeggiati dagli stessi cattolici e si viene tacciati di oscurantismo e medievalismo e si sente dire che non si è mai visto qualcuno che sia diventato posseduto per avere visto o letto Harry Potter.

Ma allora che dire di coloro che vengono a chiederci di toglier loro il maleficio o sbenedire gli anelli? Come definire questi figli della Chiesa? Si tratta di persone mature che certo non indugiano nell'ascolto dei Cradle of Filth e dei Death in June, per citare due dei gruppi metal più acidi ma che vedono quotidianamente le trasmissioni dei maghi in TV o accompagnano i loro figli e nipoti a vedere Harry Potter al cinema. Certo, se tutti avessero una sana conoscenza della dottrina cattolica, non vi sarebbe nessun Harry Potter o nessun Codice Da Vinci che potrebbe nuocere ad alcuno. A proposito dei forum cattolici, riporto qui un dato rilevato entrando in un forum di satanisti USA: tale forum dispone, al 2 giugno del 2008, qualcosa come 8357 Membri e 76 Forum. Nel forum cattolico più attivo da noi, alla stessa data, si contavano 4717 membri e 24 forum, pure se vengono rapportati al totale della popolazione delle due Nazioni, restano sempre dati inquietanti. Con le mie orecchie ho sentito su un canale televisivo italiano di Stato, il giorno di Capodanno, affermare che “per avere amore, salute e fortuna per tutto l'anno bisogna portare in tasca un sacchetto pieno di sale...”, fatto tanto più grave se si pensa che quel canale è finanziato con il denaro pubblico.

Non vi è dubbio che qualunque spettacolo massmediale che presenta in positivo la magia e i personaggi che la usano tende a creare una perniciosa forma mentis, un'assuefazione nel popolo di Dio, tanto più che pochissimi consacrati prendono posizione contrarie, anzi in alcuni casi Harry Potter e simili vengono utilizzati nei ritiri spirituali per i giovani, al fine di far passare “i messaggi cristiani”... Per non parlare, poi, di oroscopi e affini. Anzi, parliamone, visto che c'è bisogno a quanto pare. Don Marcello ricorda che San Tommaso ha una certa apertura all'astrologia solo e unicamente come modo per dare delle indicazioni di massima sui caratteri di dati soggetti. San Tommaso affermava, infatti, che persone nate nello stesso periodo dell'anno presentano elementi caratteriali apparentemente simili. Il che potrebbe essere condivisibile. Sarebbe possibile pensare, ma non dimostrare scientificamente , che nei primi giorni di vita del bambino gli astri possono avere un qualche modo di influenza sul suo futuro carattere, così come la luna determina le maree, ma non certo sugli eventi per accidens nelle azioni umane o naturali e tanto meno sul libero arbitrio che è una facoltà della volontà e della ragione.

E invece, la quasi totalità delle persone cattoliche e praticanti che avvicino, alla mia domanda “Crede all'oroscopo” risponde, con qualche variante: “Lo leggo, anche se non ci credo”. In pratica torna il vecchio “non è vero, ma ci credo” di Eduardo De Filippo. Davanti alla mia domanda “Se non ci crede perché lo legge?” la maggioranza annaspa in spiegazioni meno che plausibili, che diventano risibili quando affermo “Non vi sono due oroscopi uguali, a quale crede, dunque?”. O magari si spinge a dire “Lo leggo per ridere”, che è un atteggiamento sbagliato: il demonio non ride mai ed è meno che mai dotato di senso dell'umorismo. E ancora, per continuare nell'ambito del malvezzo cristiano: si è mai fatto caso, in chiesa, al momento dello scambio di pace, come parecchi evitino di incrociare le braccia, perché porta “sfortuna”? La croce porta sfortuna?! Ecco a che cosa siamo giunti, nel nostro sincretismo pagano. E se per caso si osa affermare che concetti come “destino”, “fato”, “fortuna”, “sfortuna” sono del tutto estranei al sentire cristiano, si viene considerati come degli originali. Davvero crediamo che esista un'entità estranea a Dio, chiamata “fortuna” (che era, ricordiamolo, un dea pagana) che dispensa le sue grazie, al di fuori della Divina Provvidenza? E il destino? Quante volte sentiamo i cattolici dire “Era destino che...”.

Quale destino? La predestinazione fu condannata dal Concilio di Trento. Occorre quindi cristianizzare il linguaggio e, piuttosto che “buona fortuna”, bisogna dire “Dio ti benedica” o simili. In questi casi, non vale neppure invocare l'ignoranza a scusante, poiché, come è noto, S. Tommaso condanna anche l'ignoranza della nostra fede. Infine, per concludere questa breve rassegna di episodi di “cristianesimo magico” osservati nel ministero, occorre ricordare coloro che cercano l'esorcista perché “hanno la negatività”, non sapendo peraltro, spesso, neppure definire che cosa intendono con tale termine. Ebbene, tale “negatività” è stata coniata dai maghi al fine di poter ingannare coloro che pensano di soffrire di qualche maleficio, spillando denaro, e i cristiani, non ben fondati nella loro fede, hanno assunto questa parola per descrivere stati di vita che altrimenti si definirebbero “prove” permesse da Nostro Signore, per la loro santità. La tentazione, qui, è quella di rimuovere la croce, quella stessa tentazione che il Cristo subì sul Calvario: “Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce” e il tentatore è sempre quello ossia il demonio. E allora ben venga ogni testo serio, come questo, che parla di occultismo e di quanto si cela sotto di esso, ossia l'influenza nefasta di satana e dei suoi soci, influenza che si combatte efficacemente invocando l'intercessione dell'Arcangelo San Michele, custode e patrono della Santa Chiesa Cattolica, il primo che sconfisse il suo collega ribelle lucifero. A tale proposito, più di un esorcista ha proposto di reinserire al termine della Santa Messa la tradizionale preghiera di intercessione a S. Michele, che una volta faceva parte dell'Ordo Missae del rito Tridentino, o quantomeno, esorta i fedeli a recitarla privatamente. Insomma, se Don Marcello ha scritto questo saggio è segno evidente che ve n'è bisogno, non si tratta dell'ennesimo tentativo “medievale e oscurantista” della Chiesa Cattolica di riportare l'inferno su questa terra, come strillava tempo fa un articolo di un giornale progressista. Si tratta di predicare la salvezza. Ma la salvezza da che cosa? Dalla morte eterna, dall'inferno, dalle opere del demonio.

La Venuta di Nostro Signore ha avuto come scopo proprio questo: la distruzione delle opere del demonio e, afferma ancora Lui, se si possono cacciare di demoni con l'aiuto dello Spirito Santo, è tra noi il Regno dei cieli . Nella nostra società secolarizzata, postindustriale, postmetafisica, post-tutto, si tende a minimizzare la componente del mistero umano (ecco perché hanno così tanto successo i film e gli spettacoli televisivi che propongono, malamente magari, il mistero come il Codice da Vinci) si nega la possibilità che vi sia un'origine di tutto e una prospettiva di morte e giudizio con possibilità di inferno e paradiso. Oltre alla necessità di fare il bene, il nostro vivere da cristiani dovrebbe recuperare anche quanto di misterioso e di attinente alla speranza vera e propria. Speranza di salvezza dalla morte e dal peccato, con un giudizio che non è di condanna ma di giustificazione, e l'inferno che è un luogo vero e proprio, non vuoto, di certo, ma almeno uno vi sta: il demonio. Quindi sarebbe buono e doveroso cercare di non finirci pure noi.

Questo testo di Don Marcello, dunque, si rivolge a tutti i fedeli laici, ma anche, e soprattutto a coloro che sono in cura d'anime, al fine di poter esprimere una predicazione coerente con la nostra vita cristiana, una predicazione che esalta l'amore di Dio, ma non perde d'occhio le continue insidie del demonio, il quale non si riposa mai, non conosce soste, non ha alcuna carità, ma è solo odio puro e cieco e cerca sempre e comunque di trascinare con sé quante più anime è possibile, come ricorda lui stesso. E quello che è certo è che non ama essere svelato, ma al contrario, predilige agire di nascosto in modo da arrecare i danni maggiori possibili, dunque ogni libro che ne sveli gli inganni non può non riuscirgli sgradito . Sulla base di questo principio, gli esorcisti nutrono una sana diffidenza verso coloro che in modi diversi e con pertinacia insistono per dimostrare che sono posseduti, che hanno un demonio, anzi più demoni dentro di loro, che richiedono con sollecitudine un esorcismo e simili. Il demonio, quando realmente presente, fa di tutto per tenere le sue vittime lontano dagli esorcisti. Alcuni demonopatici devono compiere sforzi immani anche solo per poter varcare la soglia dei nostri studi.

Gli esorcisti sono l'anello finale della tragica catena che inizia con il rifiuto della Chiesa e del Suo Magistero e finisce, talora, con l'adesione a culti e sette satanici. Quando qualcuno arriva da noi, colpito da maleficio o con una demonopatia in atto causata da una serie di comportamenti a rischio, è già troppo tardi, possiamo solo sperare, con la preghiera intensa nostra e della Chiesa tutta, di tentare di riparare i danni di comportamenti “innocui” che si pensava senza alcuna ripercussione. Ma occorre sempre e comunque un'opera di prevenzione tale per cui non si debba poi ricorrere all'esorcista, tenendo conto che se si vede il male e si volge il capo dall'altra parte se ne diviene complici, commettendo un peccato d'omissione. Si parlava tempo fa di un documento redatto dagli esorcisti italiani che mettesse in guardia le famiglie e chiedesse loro di sorvegliare i loro figli. Speriamo davvero che questo progetto possa trovare compimento presto. Siamo noi esorcisti, prima di altri, che ci troviamo davanti all'orrore di certe esistenze spezzate, proprio a causa di una mancata vigilanza da parte delle famiglie di provenienza. Ho ancora negli occhi l'orrore del delitto di Niscemi, tre ragazzi che stuprano, strangolano, bruciano e gettano in un pozzo una ragazza incinta, come i recenti esami istologici sulla salma hanno dimostrato.

La ragazza aveva in precedenza fatto un test di gravidanza, possibile che nessuno sapesse nulla dell'orrore? Ho studiato la dinamica del delitto ed esso ha, a mio giudizio, tutti gli elementi del rito satanico: vi è il sesso di gruppo, caratteristica costante delle messe nere, vi è la vittima denudata, che nelle messe nere costituisce l'“altare”, poi il soffocamento (Nostro Signore è morto probabilmente di asfissia e collasso per la posizione dovuta al suo corpo crocifisso), la bruciatura del corpo (le fiamme dell'inferno), il fatto che fosse incinta (il sacrificio dell'innocente che richiama la morte di Cristo) e poi il pozzo (l'abisso delle tenebre, spesso l'entità negli esorcismi parla di “troppa luce” quando viene esorcizzata). Concludo dicendo che proprio in questi giorni ho acquistato una rivista, del tutto laica e non certo di ispirazione cattolica - Mente e cervello - la quale afferma che: Il percorso di esorcismo, come altre esperienze drammatiche, rappresenta comunque spesso “un opportunità di maturazione personale e spirituale”.

E anche chi non crede può finire con l'interrogarsi su certi fenomeni - “come il caso di Erica di Novi Ligure, per cui nelle diverse perizie non è stato possibile identificare una patologia”, osserva Mastronardi – difficilmente valutabili con i manuali di psicopatologia: la zona grigia in cui ci troviamo quando tentiamo di dare una spiegazione alle manifestazioni, o all'essenza stessa del male.” Ecco la chiave della nostra fede, intelligentemente espressa da una rivista laica: deve esservi spazio per il mistero, il mistero di Dio, dell'uomo, della nostra vita futura, senza il quale la fede e la religione diventano mere “scienze morte” uccise da un eccesso di razionalismo, mentre invece, la ragione dovrebbe servire per poter illuminare, per quanto possibile e con rispetto, la fede stessa. E la conferma sta proprio in quella espressione “la zona grigia” in cui si muove anche la scienza quando tenta di dare spiegazioni a mali che travalicano la nostra, pur ferita, umanità.

P. Tiziano Repetto S. I.

 
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