Il diavolo che glorificava la Madonna |
Antonio Gay (1790 - 1871) è stato posseduto dal demonio per quarant’anni e più. Si è dunque assistito, durante gli esorcismi, allo spettacolo imprevisto di un diavolo apostolo e predicatore, di un diavolo datore di consigli spirituali. Riconosciamo che il demone Isacaron che lo possedeva e che compie questo ruolo di predicatore, lo fece sovente con uno zelo superiore ad un santo missionario, con un talento che avrebbero potuto invidiargli numerosi frati predicatori. Ascoltiamo il diavolo celebrare la Maestà divina: “Colui che sa umiliarsi ai piedi della Maestà divina, Dio lo colmerà del suo Spirito, delle sue luci divine, gli farà osservare fedelmente i suoi doveri, si servirà di lui per illuminare gli altri e lo condurrà in un’eternità di felicità che nessuno spirito umano può comprendere. Egli loderà incessantemente Dio e gli dirà: “O Dio infinitamente grande, infinitamente santo, infinitamente giusto, infinitamente buono, voi non disdegnate la più miserabile di tutte le vostre creature! ... ... Che ho fatto per meritare le grazie che mi accordate, indegno come sono! Io che non ho lacrime di sangue per piangere tutte le mie ingratitudini e tutte le mie offese che ho avuto la disgrazia di commettere contro di voi!”. “Io dico, O Dio di tutta maestà, quanto sei grande, quanto sei potente, quanto sei buono, ma quanto sei terribile ai demoni. Io sono forzato da te, o Sovrano Padrone, di istruire gli uomini, io che sono uno dei loro infami seduttori. Quanto sei buono verso i mortali che non riconoscono né la tua bontà, né la tua giustizia! Che posso fare di più? Tu fai incessantemente nuovi prodigi che la maggior parte disconoscono. Essi si irrigidiscono contro i tuoi ordini, e anziché umiliarsi davanti a te e fare penitenza, non contenti di perdersi, essi ne trascinano altri nel cammino della perdizione”. “Voi amerete il Signore vostro Dio con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima, con tutte le vostre forze; colui che si ama è un pazzo. La gloria, l’onore non sono dovuti che al Creatore e non alla creatura”. “Sovrano Maestro, solo Dio in tre persone, Padre, Figlio Spirito Santo, creatore di tutte le cose ad eccezione del peccato di cui Satana è l’inventore, Dio di bontà, di sapienza, di potenza, di misericordia infinita, tu sei Colui che è stato prima del tempo, che è e che sarà eternamente, di cui noi, demoni, siamo tutti i maledetti schiavi ed al quale io, Isacaron, obbedisco con la forza, contro tutto l’Inferno, per gridare contro i disordini di cui la terra è piena”. Ma dove Isacaron diventa realmente sublime, è quando intraprende a cantare le glorie della Vergine Maria: “Non vi è nessuna lingua per lodare la Madre di Dio come Ella lo merita; non vi è nessuna creatura per comprendere la sua grandezza, la sua bontà, la sua potenza. Maria ha più forza a Lei sola di tutti gli Angeli, di tutte le creature, di tutti i santi insieme. Non vi è nulla di paragonabile a Maria. Tutti quelli che non crederanno alla sua verginità, alla sua maternità, alla sua Immacolata Concezione periranno eternamente. Maria è il terrore dell’Inferno. Ella ama sovranamente i mortali; il suo amore per i mortali è inconcepibile. Ella ci strappa più anime di tutti gli Angeli, di tutti i santi messi assieme. Tutto è sottomesso a Maria, al minimo segno tutto gli obbedisce. Io paragono Maria ad un esercito formidabile. Colui che ama Maria è amico di Dio. Dio si compiace in Maria. Egli ve lo prova non rifiutando mai una grazia di tutte quelle che Ella Gli domanda… Quando si prega Maria, non la si prega con abbastanza rispetto, non si riflette che onorando Maria si onora Dio che l’ha fatta come Ella è”. “O Maria, non vi è nessun cuore per amarti come tu meriti di essere amata. Tu sei la porta del Cielo; è attraverso le tue mani divine che scorrono tutte le grazie che Dio effonde sulla terra, tu sei il canale delle grazie e delle benedizioni; tu sei il modello di tutte le virtù. Tu sei la consolazione degli afflitti, l’asilo dei miserabili, il rifugio dei peccatori, la gioia dei giusti; tu ci strappi quantità di anime che noi ci siamo sforzati di sedurre, e quando noi crediamo di trionfare, tu ce le togli e le converti. Tu trai dalla morte quelli che sperano fermamente in te. Tu calmi tuo Figlio quando è irritato; tu ottieni la grazia dei peccatori; il rumore delle tue meraviglie si fa sentire in tutto l’Universo”. Un giorno, dalle labbra di Antonio Gay che, alcune ore prima, si era dato alle sue abituali violenze ed aveva proferito odiose bestemmie, sfuggì l’ammirabile preghiera che si sta per leggere e che è tanto bella che noi non saremmo per nulla meravigliati di trovare in una raccolta di preghiere di San Bernardo di Chiaravalle: “O celeste Maria E’ quello stesso giorno, che dopo aver pronunciato tale magnifica preghiera, Isacaron ridiventato predicatore gridò: “Essi andranno negli ospedali a cercare dei pazzi che detteranno una simile preghiera” (Ricordiamo che Antonio Gay era stato rinchiuso come pazzo al manicomio e che vi era rimasto tre mesi). Non tutto è stato annotato dei proponimenti edificanti che il demonio teneva a lungo sui soggetti più diversi. Quello che è stato riportato indica bene che il “Principe di questo mondo” non ignora nulla dei racconti evangelici e quello che ne ha detto non è contraddetto dalla esegesi biblica più rigorosa. L’esorcista lo interrogava su Pilato: A proposito degli apostoli: Su Maria Maddalena: Trascrivo ancora dei brani scelti. Se occorresse annotare tutti i proponimenti pii tenuti nel corso della lunga possessione di Antonio gay dal demone Isacaron, un grosso volume non vi basterebbe. Ecco altri pensieri pii del demonio: “ – Se meditate bene sulla vita del Salvatore e della sua Santa Madre, io vi sfido dal fare contro Dio la più piccola leggera colpa. Finiamo con questo consiglio di direzione spirituale e non dimentichiamo che è il diavolo che parla. Fu chiesto ad Isacaron la via della perfezione cristiana ed il diavolo rispose: “Aver orrore del peccato mortale; non commettere volontariamente peccati veniali; non perdere di vista la presenza di Dio; saper umiliarsi tutti i giorni della propria vita, poiché l’orgoglio è il peggiore dei vizi; dare buoni esempi e buoni consigli; fare penitenza, come lo chiedeva il Precursore. E che colui che è santo si santifichi ancor più!”. Don Marcello Stanzione |
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