DEVOZIONE POPOLARE: San Michele Arcangelo arriva anche in Afghanistan |
È difficile stabilire se lo scorso lunedì sia stata una giornata molto brutta o una giornata molto buona per il caporale di artiglieria Andrew Koenig. In uno di quei rari miracoli che accadono nei campi di battaglia, un cecchino ribelle ha colpito il caporale Koenig alla testa in posizione frontale, ma centrando in realtà il suo elmetto. E il caporale se la cavò come niente fosse successo. “Non credo che avrei potuto essere più fortunato di così”, ha affermato il caporale Koenig due ore dopo la sparatoria. Il potenziale appuntamento con la morte per il caporale Koenig avvenne durante una giornata di intensi combattimenti per i marines di stanza in quella zona. Il battaglione era atterrato in elicottero alle prime luci dell’alba per lanciare una grande offensiva della coalizione e togliere la cittadina di Marjah dalle mani dei talebani. I Marines dopo aver istituito un avamposto lungo il percorso ben presto si trovarono sotto un serrato attacco. Il caporale Koenig, un giovanottone di 21 anni, è uno ... ... dei tiratore designato. Il suo compito è quello di colpire i combattenti talebani nascosti nella zona vicino alla base. In quel momento un cecchino appostato su uno dei tetti circostanti spara e lo colpisce. L'effetto dell’impatto lo manda lungo sulla schiena. “Mi hanno colpito”, ha trovato la forza di gridare al suo compagno, il caporale Scott Gabrian, anche lui di 21 anni, da St. Louis. Il suo amico lo soccorre e con grande meraviglia si accorge che non c’ è traccia di sangue sul corpo di Koenig. Poi nota che gli occhialetti per la visione notturna normalmente fissati sull’elmetto mancavano e al loro posto vi era una vistosa fossetta, profonda quasi un pollice, sul guscio di kevlar dell’ elmetto. Così il caporale Gabrian lo rincuora e lo trasporta nell’infermeria da campo, dove con somma meraviglia constatano che il caporale Koenig se l’è cavata con un livido sulla fronte, appena sopra l'occhio destro. Non erano passati neanche 15 minuti nell’infermeria, quando una granata esplode dal tetto, proprio vicino al caporale Gabrian che lo aveva tratto in salvo. L'onda d'urto lo ha lasciato con una commozione cerebrale e perdita dell'udito. Entrambi avevano servito insieme in Afghanistan nel 2008, e il caporale Koenig era già sopravvissuto a due esplosioni di bombe lungo la strada. “Non è un caso che sia vivo” ha affermato Tim Coderre, uno dei detective che lavorano con i marines in qualità di consulente. “Da un punto di vista spirituale, nulla avviene per caso.” Anche altri commilitoni hanno affermato di non aver mai visto un marine sopravvivere ad un colpo diretto alla testa. Ma fra questi il caporale Christopher Ahrens, ha tranquillamente ricordato che due proiettili avevano sfiorato il suo elmetto nel giorno in cui i marines hanno attaccato Marjah. La stessa cosa, ha detto, gli è successo tre volte in altrettanti scontri a fuoco in Iraq. Il caporale Ahrens, 26 anni, di Havre de Grace, nel Maryland, ha sollevato il panno mimetico di copertura sul suo casco, esponendo i buchi in cui i proiettili erano entrati e usciti. Poi ha rivoltato l’elmetto mostrando l’immagine nascosta all'interno raffigurante S. Michele Arcangelo che schiaccia la testa di Lucifero. “Non ho bisogno di fortuna”, ha concluso. Dopo aver ripreso le forze il caporale Koenig ha indossato di nuovo il suo elemetto ammaccato riprendendo il suo dovere sulla postazione meno di un'ora dopo di essere stato colpito. Fonte: The Wall Street Journal – 15-02-2010 |
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