Mechthild Thaller Schönwerth e gli Angeli |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Già all’età di quattro anni la tedesca Mechthild Schönwerth, nata il 30 marzo del 1868, vide spesso il suo angelo custode. A partire dal suo quinto anno di vita fu inoltre anche guidata da un arcangelo. A Monaco, Mechthild andò a scuola presso le suore del monastero di Anger e ricevette una eccellente educazione spirituale. In quel periodo scelse come confessore il padre redentorista Schora, che deve essere stato, sotto tutti gli aspetti, uno straordinario pastore di anime, un vero illuminato da Dio. Fu molto severo nei confronti della bambina che si confessava da lui e quando seppe che Mechthild percorreva già i sentieri della grazia, guidata dal suo angelo custode, seppe come annientare sul nascere ogni germoglio di orgoglio ed egoismo e rafforzare in lei le virtù dell’umiltà e la disponibilità al sacrificio e alle sofferenze. Nella casa di Monaco venne spesso un amico dei fratelli di Mechthild, di quattro anni più grande di lei, che alla fine se ne innamorò e le chiese la mano. Il suo ... ... confessore le disse che era la volontà di Dio. Abituata a riconoscere nella voce del confessore quella di Dio, accettò e si sposò a diciassette anni, il 7 maggio del 1885. Al marito, entrato al servizio del principe von Thurn und Taxis dove alla fine lavorò come principale consigliere del demanio, Mechthild rimase fedele per tutta la sua vita, anche se in seguito si rivelò un uomo sconsiderato, lunatico e infedele. Ma lei vide in lui, su incarico del suo confessore “un severo ed inflessibile maestro dei novizi”. La Signora Mechthild Thaller, come ora si chiamava dal cognome del marito, passò i primi tre anni del suo matrimonio, rimasto sempre senza figli, a Regensburgo, e gli anni successivi a Obermachtal (Vurtemberga), dove era stato trasferito suo marito per motivi di lavoro. Dalle lettere, ma soprattutto dai diari di questa mistica , in parte rimasti inediti, si viene a conoscenza di molti dettagli che riguardano le sue croci e sofferenze, ma anche sulle singolari grazie e consolazioni celesti che le furono concesse da Dio. “Una croce particolare per la Signora Mechthild Thaller, fu, oltre al freddo comportamento di suo marito, la mancanza di figli. In cambio, il Signore le regalò una grande famiglia di figli spirituali, uomini e donne, preti, religiosi e laici che si sottoposero alla sua guida e che fu guidata da lei preferibilmente per iscritto. Ma anche i mezzi straordinari che Dio le mise a disposizione servivano a questo scopo, per esempio il dono della bilocazione. Mentre il suo corpo riposava per esempio a letto, la veniva a prendere il suo angelo custode, coprendola con un mantello grigio e cominciava poi la passeggiata. In questo modo curò, durante la prima guerra mondiale, negli ospedali militari in lunghe guardie notturne i feriti sul fronte occidentale. I soldati la riconobbero dopo il loro rientro come la loro “ infermiera.” Dalle lettere e dai diari si evince chiaramente, quanto era familiare il rapporto della signora Thaller con gli angeli a lei assegnati, e che cosa pensava di loro. Il motivo principale secondo cui noi uomini veneriamo troppo poco gli angeli lo intravide nel seguente motivo: “Non li conosciamo, o almeno troppo poco, entrambe le cose però, la venerazione e l’amore, hanno come condizione preliminare la conoscenza. Dal riconoscimento della magnificenza e perfezione degli angeli del loro stretto rapporto con Dio, dei loro pregi e potere, nascerebbe automaticamente la venerazione per gli angeli. E se addirittura riconoscessimo quanto ci amano e come circondano la nostra anima d’amore, perché furono testimoni dell’atto d’amore più grande mai esistito: la morte volontaria del Figlio di Dio; essi ne conoscono il prezzo che Dio stesso ha pagato per ogni anima umana. Proprio per questo si dovrebbe accendere il nostro amore per rispondere a quello Suo e saremmo umilmente felici di poterli salutare come amici o fratelli. Ma noi non li conosciamo. Non conosciamo neanche il nostro personale angelo custode, nonostante sia il fedele compagno e amico per tutta la vita. Ma riconosceremmo almeno lui, se ci sforzassimo solo un poco. Se lo meriterebbe così tanto! Sappiamo che gli angeli sono spiriti beati, beati nell’eterna contemplazione e riconoscenza dell’eterno amore divino. Per l’intero modo angelico, la beatitudine celeste è uguale, perché la beatitudine di ogni singolo angelo è perfetta. Il riconoscimento di Dio non è uguale per tutti i livelli. I livelli esistono solo perché il livello più alto possiede una maggiore riconoscenza rispetto a quello più basso. S. Michele e S. Gabriele hanno, fra tutti gli angeli, la maggiore riconoscenza di Dio. I Serafini sono talmente contemplati nel loro grado di riconoscenza che fu dato loro da essere infervorati di Dio e pieni di ardente amore. La beatitudine degli angeli non può essere aumentata, perché è perfetta, ma la loro gioia si può aumentare. Ogni volta che un angelo riesce a portare via dalle fiamme del purgatorio un’anima, aumenta la sua gioia: è immensamente felice, di aver innalzato una nuova anima al cielo per lodare ininterrottamente il Signore, degno dell’amor divino. È una gioia infinita per gli angeli che hanno la certezza, che i frutti della salvezza e il prezioso sangue di Gesù Cristo non possono più disperdersi tra i loro protetti.” La Signora Mechthild Thaller vedeva il suo angelo custode e l’arcangelo a lei assegnato al suo fianco e gli chiese di sorvegliarla e di respingere gli angeli dell’oscurità. Vide altresì gli angeli di altre persone e soprattutto quelli di suo confessore e dei suoi amici sacerdoti. Ricevette anche informazioni sulla maniera in cui gli angeli si prendono cura dei loro protetti. “Il numero degli angeli custodi è così inimmaginabilmente grande, che nessun angelo, che ha accompagnato il suo protetto alla beatitudine celeste, dovrà un’altra volta prestare servizio presso una delle generazioni future. L’angelo custode che ha protetto l’uomo sulla terra, gli rimane vicino anche nel cielo. Con il passaggio dei loro protetti alla pace celeste, anche la gioia degli angeli custode viene aumentata all’infinito. Gli angeli custodi degli infelici, che non vedranno la magnificenza di Dio, non contano meno per questo. Il giusto Dio maggiora la loro gioia come quella degli altri e essi vengono assegnati specialmente ai servizi della Regina degli angeli e lodano con indescrivibile gioia la giustizia divina. Non vi è cosa più amabile di un angelo custode, non vi è maggiore grazia della bontà di Dio che ama le nostre anime così tanto da farle proteggere, sollecitare e persino servire da un angelo. O tu mio amico più fedele, amatissimo fratello, santo angelo custode, ti saluto mille volte al nome di Gesù e ringrazio Dio, che ti ha creato così bello, buono e poderoso.” I suoi angeli apparvero alla Signora Mechthild in vesti differenti, come raccontò ad un suo figlio spirituale e come annotò nel suo diario. Se veniva un angelo vestito di verde chiaro, allora significava che l’aspettavano sofferenze ed avversità minori; se era però vestito di verde scuro, allora stavano arrivando grandi sofferenze e croci; se veniva vestito in abiti sacerdotali, per esempio in camice e stola, dichiarava grandi grazie. La sera appariva spesso con un vestito marrone da pellegrinaggio e con il bastone; questo era il segnale che l’avrebbe condotta in un’opera d’amore. Ciò che gli angeli significavano per lei personalmente, lo illustra il 3 gennaio del 1907 nel suo diario con le seguenti parole: ”Oggi mi sono rifugiata dagli angeli e ho chiesto loro di ricordare le mie sofferenze nella loro gloria. Allora ho visto il mio angelo di fronte a me in una meravigliosa magnificenza. Egli si inchinò sopra di me sul letto e mi disse: ‘Non sei sola. Guarda, veglio giorno e notte su di te, conto i tuoi respiri, asciugo le tue lacrime e porto le tue preghiere al Signore. E anche il mio fratello, il compagno di Gabriele (L’angelo che ti è stato assegnato) è di nuovo presso te e ti porta la forza di cui hai bisogno, per sopportare tutta l’amarezza che ti assalirà!’ Allora vidi anche il compagno di Gabriele vicino al mio angelo custode. Era vestito con una stola verde e nel suo diadema brillavano pietre verdi. Il mio angelo è sempre vestito di un verde scuro. Mi sopravvenne una grande tristezza nel vederlo, ma il mio angelo mi consolò e mi disse: ‘Tu desideravi amare Gesù - solo attraverso la sofferenza arriverai ad amare Dio con tutto il cuore. Fatti allora coraggio!” Una volta, la signora Mechthild Thaller vide i suoi angeli di una bellezza radiosa. Disse loro: “O quanto siete belli! E comunque sarete sicuramente 1000 volte più belli di come vi posso vedere io. Se potessi vedere tutto il vostro splendore, dovrei morire.” Uno degli angeli visti le rispose: “Si, è vero, noi siamo belli. Ma molto più bella di noi, con tutto il nostro splendore celeste, è un’anima pura. La beatitudine dei santi è molto più bella della nostra, perché a loro fu concesso di soffrire per Dio.” Cosí si legge nel suo diario dell’ 8 dicembre del 1906. È interessante apprendere dalle annotazioni del diario, che non solo ogni uomo ha il suo angelo custode, ma anche le istituzioni ecclesiastiche, come per esempio un seminario sacerdotale. La mistica annota il 24 maggio del 1907: ”Oggi pomeriggio alle cinque vidi l’angelo custode del seminario maggiore della diocesi di Rottenburgo. Appartiene al coro dei ‘troni’. È di una maestà sconvolgente, pieno di dignità e santa serenità. I suoi occhi sono rivolti verso il cielo, verso Gesù, l’eterno sommo sacerdote, che si sacrificò per noi. Veste un abito meraviglioso e la sua corona riflette luce e chiarezza, davanti la quale devo chiudere gli occhi. Mi sollecitò di includere il seminario maggiore nelle mie quotidiane preghiere e sofferenze. Con commoventi parole mi raccomandò tutti i suoi “compagni di casa”, in particolare il consiglio direttivo del seminario… Chiesi a questo meraviglioso principe se era già stato lì quando ‘Deus dedit’ (il mio confessore) e ‘Servus Dei’ (suo amico) frequentavano il seminario . Allora disse: “Si, sono nella casa sin dalla sua fondazione. Conosco i tuoi amici spirituali e li saluto a nome di Dio. Fanno parte di coloro che mi portano gioia, ma pensa quanta tristezza mi toccò sopportare già, quando vedevo all’ ordinazione sacerdotale, che una parte di loro si sarebbe persa. Nessuno mi pensa, nessuno mi invoca, ma sono pur sempre qui per pregare ininterrottamente per la mia casa ed i suoi abitanti. E mi è stato conferito da Dio un potere così grande!’ Allora gli chiesi della prossima ordinazione sacerdotale e se vi sarebbero molti santi fra loro. Allora l’angelo sorrise e disse: ’Molti? Che vuol dire? Uno ce ne è quest’anno, è questo è molto, perché a volte passano anni, senza che io abbia una tale gioia.’ Poi chiesi dell’anno dell’ordinazione di ‘Deus dedit’. ‘Allora furono tre. Pax tecum!’ E non vidi più nulla.” In un’altra occasione, l’arcangelo di Mechthild venne a parlare delle condizioni nel seminario sacerdotale. Fu il 22 giugno del 1907. Allora la donna venne a sapere ciò che segue: “ In questo momento il diavolo sta lavorando segretamente per raggiungere le anime… Si sta impegnando ad allentare il morale e la fede dei futuri sacerdoti. Contesterà l’esistenza degli angeli e considererà la venerazione della Santissima Vergine un sentimentalismo, e tratterà il suo concepimento immacolato come una convinzione esagerata ed isterica; il dogma del concepimento immacolato sarà chiamato divinizzazione della Madre di Dio. Si alzeranno persino docenti e professori che parleranno di una esagerazione nella venerazione di Maria e dei Santi e solleciteranno i fedeli di rivolgersi direttamente a Dio e di non perdersi nella infantile e stupida venerazione dei santi nelle loro preghiere. Questa segreta battaglia e quel nascosto lavoro di Satana dura ormai qualche anno. Anche nella nostra diocesi lavora senza stancarsi. Il diavolo avrà più successo che nel periodo della riforma. È attento e chi cerca di contrastare i suoi piani, verrà perseguitato fino all’ultimo. L’anno prossimo, padre B. dovrà stare attento, riscontrerà alcune delle citate considerazioni fra gli alunni. Li è stato somministrato il veleno, senza che l’avessero riconosciuto come tale. Il povero padre B. scoprirà tanta indifferenza nella fede e nelle ripetute preghiere senza pensarci di considerazioni quasi atee. Padre B. era già stato scelto sin dall’inizio a ricoprire questo posto di responsabilità nel seminario sacerdotale in questi tempi difficili. Ma deve stare tranquillo, la grazia di Dio è con lui.” Anche ciò che La Signora Mechthild Thaller venne a sapere dei nove cori angelici, che invocava e venerava ogni giorno, e di ciascuno dei cori e dei tre arcangeli nominati nella S. Scrittura Gabriele, Michele e Raffaele, dà molte informazioni perché è correlato con la storia della redenzione e la gerarchia della chiesa. Istruttivo nelle annotazioni del diario è anche ciò che scrisse sugli angeli nella vita di determinati santi e sulla relazione di essi con le povere anime nel purgatorio. Pressoché tutte le annotazioni del diario confermano, che questa donna, venerata da molti fedeli cattolici come ottima consigliera spirituale, fu veramente una “confidente degli angeli” sulla terra. Morì il 30 novembre 1919. Don Marcello Stanzione |
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