La Beata Anna Maria Taigi e l'Angelo Gabriele |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions La beata Anna Maria Taigi fu un'umile madre di famiglia romana e fu favorita da Dio dei carismi piú stupefacenti. Anna Gesualda era nata a Siena il 29 maggio 1769 dal farmacista Luigi Riannetti e da Maria Masi che dopo un grave fallimento finanziario dovette trasferirsi con tutta la famiglia a Roma. Nella capitale i genitori lavoravano come domestici ed Anna fu mandata in una scuola per fanciulle povere retta dalle Maestre Pie Filippine. A tredici anni dovette iniziare a lavorare prima in alcune fabbriche e poi come cammeriera presso una gran dama subendo il fascino della vita mondana condotta dalla nobildonna. Nel 1790 sposò Domenico Taigi che era servitore presso la ricca famiglia Chigi. I due ebbero sette figli ma per ben tre volte ella patì per la morte di un figlio. Conduceva una dura vita di lavoro e presto sentì il bisogno di un direttore spirituale. Dopo una delusione con un prete incontrò padre Angelo dei servi di Maria che fu il suo confessore per molti anni. Rinunciò a tutti gli ... ... interessi mondani indossando gli abiti più modesti e pregando incessantemente mentre svolgeva i lavori domestici. Per incrementare le misere entrate del marito faceva lavori di cucito e contemporaneamente si dava da fare per trovare denaro o alimenti per venire in soccorso a coloro che erano più miseri di lei. Ogni mattina riuniva i familiari per le orazioni e coloro che partecipavano alla benedizione vespertina in parrocchia poi si incontravano di nuovo per le preghiere serali e per la quotidiana lettura spirituale la vita spirituale di Anna raggiunse dei livelli mistici molto notevoli, ella era preoccupata dei pericoli diabolici che minacciavano le singole anime e la Chiesa. Padre Angelo la mise in contatto con il cardinale Pedicini che la fece conoscere in giro come donna virtuosa capace di aiutare gli altri sul cammino della santificazione, infatti fu consigliera spirituale di san Vincenzo Pallotti, san Gaspare de Bufalo e san Vincenzo Strambi oltre a numerosissimi vescovi e sacerdoti esemplari. Il 26 dicembre del 1808 abbracciò come terziaria laica l’ordine secolare Trinitario, proclamandosi a vita umile serva della Santissima Trinità. Fino alla fine dei suoi giorni fu accompagnata da una sorta di sole luminoso nel quale poteva leggere gli avvenimenti futuri e leggere nelle anime dei vivi e dei morti. Il suo angelo custode la istruiva in permanenza d'una maniera straordinaria e sensibile, ad anche non disdegnava di darle una mano nei compiti domestici, affinché fosse assicurata la buona condotta della casa. E' vero che ella aveva molto da fare, col suo bravo marito Domenico Taigi , una buona pasta d'uomo, ma indolente come se ne vedono pochi, e tanto piú esigente che rimase sempre molto preso dalla sua dolce consorte. Questa intratteneva coi tre arcangeli una delicata familiaritá. Ella aveva una preferenza per Gabriele, perché era l'angelo dell'Annunciazione. Quando ella fu sul punto di morire - tre o quattro giorni prima - egli le manifestó la sua sollecitudine, cosí come lo riporta il confessore della beata: "Avevo celebrato la messa per lei, che era malata, nell'oratorio privato della casa. Appena si fu comunicata, ella fu in preda ad una violenta convulsione seguita da una sincope mortale. Ella vide allora apparire davanti a lei un personaggio d'una formidabile bellezza che le mise la mano sulla bocca per trattenere il suo soffio, come se volesse impedire al suo spirito di lasciare il corpo. Poi gli indicò il giorno preciso della sua morte, che si verificò puntualmente, tutto prodigandogli il suo conforto in vista delle angosce che accompagnerebbero il suo passaggio all'eternitá. Mai, dacché la conoscevo, l'avevo vista cosí gioiosa e pronta come quando evocó la sua morte, dopo avermene annunciato la data. Penso che il personaggio celeste fosse San Gabriele, spirito di forza, che io avevo pregato per lei affinché le desse forza e coraggio durante la sua malattia”. Dio aveva permesso all'angelo Gabriele di portare ad Anna Maria l'annuncio dei suo passaggio nell'eternità e gliene indicò anche la data precisa: gioiosa notizia per lei, ma Domenico ed i figli risentirono crudelmente la perdita della loro sposa e madre, quantunque li confortava la certezza che essi avevano della sua santità. Anna morì il 9 giugno del 1837, dopo sette mesi di acute sofferenze e di grandi tribolazioni spirituali, all’età di 68 anni. Domenico, che all’età di novantadue anni depose al processo di beatificazione, lasciò questa dichiarazione sulla moglie: “ Accadeva spesso che al mio ritorno a casa la trovassi piena di gente. Immediatamente ella si concedava da tutti, fossero anche una nobildonna o un prelato, per prendersi cura di me con sollecitudine amorosa: ognuno poteva rendersi conto che faceva ogni cosa con tutto il cuore, mi avrebbe persino tolto i calzari dai piedi, se lo avessi permesso. In breve, era per me di consolazione e di conforto in ogni cosa […] La serva di Dio sapeva come mettere ognuno a suo agio e lo faceva con una grazia che non mi è possibile descrivere. Spesso tornavo a casa stanco, di malumore e irascibile ma ella sempre sapeva addolcirmi e rallegrarmi”. A diciotto anni dalla sua morte, durante lariesumazione del suo corpo, si scoprì che per tutto quel tempoerarimasto intatto e in stato di perfetta conservazione, come se fosse stata sepolta ventiquattro ore prima. Anna fu beatificata da papa Benedetto XV il 30 maggio 1920 ed i suoi resti sono conservati nella chiesa di San Crisogono in Trastevere retta dai Padri Trinitari. Don Marcello Stanzione |
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