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Gli Angeli in tutte le religioni PDF Stampa E-mail

Gli Angeli in tutte le religioniGli angeli li  ritroviamo dappertutto, quale che sia l’epoca, la cultura, la tradizione, la religione. La loro origine si perde nella notte dei tempi, ed essi sono sempre rappresentati allo stesso modo: come degli esseri luminosi, di forma umana, dotati di due o più ali ali. Le civilizzazioni, gli uomini cambiano, i linguaggi si trasformano, ma questi esseri misteriosi rimangono risolutamente universali. Dal bambino che “sorride agli angeli” fino all’angelo custode che ci protegge anche se non è “bello come un angelo”, gli angeli fanno, ancora oggi, parte della nostra vita quotidiana. In tutte le religioni appaiono degli esseri invisibili diversi ed inferiori da Dio ma superiori agli uomini. Questa convinzione proviene soprattutto da esperienze ripetute con l’inesplicabile. Queste entità esistono permanentemente ed i fedeli di queste religioni accettano il più delle volte come una evidenza l’esistenza di questi spiriti e cercano di farseli amici per evitare di provocare la loro collera. Gli angeli ... 

...   sono degli esseri intermediari, tipico dei grandi monoteismi (Giudaismo, Cristianesimo e Islam). La popolarità degli angeli in Europa è cresciuta durante gli ultimi secoli, prima di scomparire quasi totalmente dopo il concilio Vaticano II a causa della protestantizzazione del Cattolicesimo voluta dalla corrente modernista. L’attuale ritorno degli angeli è un aspetto d’una spiritualità cattolica osteggiata dai teologi sedicenti “ progressisti”.

Angelo viene dal latino angelus, che ricalca il greco anghelos, che significa un inviato, un messaggero, un emissario. Esso è utilizzato per tradurre l’ebraico mal’ak che possiede il senso ordinario di messaggero o di ambasciatore ed è impiegato in senso figurato per designare l’angelo di Yahvé o tutti quegli esseri che fanno parte della corte di Yahvé. Un Dio circondato da angeli è ad immagine di un re contornato da delegati, da ambasciatori che egli invia per compiere le sue volontà. Li si classifica in categorie di statuto variabile, di funzione differente, di sottilità diversa. Spingendo questa riflessione ai suoi limiti, questo ha dato, nel cristianesimo per esempio, la riflessione dello Pseudo-Dionigi sui nove cori degli angeli (VI secolo) od il trattato di Tommaso d’Aquino sugli angeli (XIII secolo).

Da dove vengono questi angeli e questi demoni che hanno lentamente popolato la Bibbia ebraica e l’Antico Testamento cristiano? Il monoteismo ebraico ha lasciato sussistere intorno a Yahvé dei gruppi di potenze che portano il nome di “elohim” e che sono i suoi consiglieri o suoi messaggeri. Degli angeli di Dio appaiono già qua e là in dei racconti antichi del libro della Genesi. E’ un angelo di Yahvé che ha affermato a Giacobbe in sogno che egli era il Dio che gli era apparso a Betel (Gn 31, 11-13). Dopo la partenza dell’Arameo Laban, sono ancora essi che hanno affrontato Giacobbe che proseguiva il suo cammino (Gn 32, 2). I nomi di molti di questi angeli manifestano il loro rapporto stretto con l’Altissimo, quello di Raffaele, l’angelo che ha guarito Tobiolo, significa “Dio ha guarito”; Michele vuol dire “chi è come Dio?”, ecc.Ma il dubbio che scende sull’identità reale di questi esseri si rafforza quando Giacobbe lotta contro un Angelo di Dio al guado di Yabbok e sostiene di aver visto Dio faccia a faccia. Questo angelo sarebbe un’antica divinità fluviale che avrebbe dovuto conciliarsi Giacobbe prima di attraversare le acque del guado e che il narratore biblico avrebbe pudicamente vestito in Angelo di Yahvé?

Intervengono anche nella Bibbia degli angeli di punizione o di giustizia, un angelo sterminatore, un angelo accusatore (il satana) il cui ruolo è di accusare gli uomini al tribunale di Dio, poi diverse forze del male che sono forse anche degli antichi dei delle nazioni circostanti. Diventando degli inviati di Yahvé, queste potenze ricevevano oramai da lui tutta la loro ragion d’essere. Falsi messaggeri si sono inorgogliti di questo compito. Questi falsi messaggeri sono dei demoni. La loro vera colpa consiste finalmente nel pensare che sono anch’essi capaci di inviare dei messaggi  e dunque di pretendere di essere come Dio.

Nel suo rapporto con l’umanità, il mondo angelico è organizzato secondo tre gerarchie perfette. E’ lo Pseudodionigi che per primo nel quarto secolo seppe estrarre dalla Bibbia questa rivelazione. La prima gerarchia, la più elevata, è composta dai Serafini, dai Cherubini e dai Troni. Essi sono così vicini a Dio che ricevono direttamente da lui le sue volontà su di noi che essi comunicano alle gerarchie inferiori. Essi sono un po’ come i ministri per il re. La seconda gerarchia, composta dalle Dominazioni, dalle Virtù e dalle Potenze si occupano del modo generale con cui queste volontà saranno applicate sugli uomini. Essi sono come lo Stato Maggiore dell’esercito del re. Quanto alla terza gerarchia, quella degli angeli inferiori, essa esegue presso di noi i comandi di Dio. Essi sono come l’esercito del re, presente sul terreno di combattimento. E’ giustamente in ragione della loro natura inferiore che essi possono essere così vicini a noi. Questa gerarchia è composta dagli Angeli dell’ordine dei Principati, incaricati del destino generale dei popoli, dell’ordine degli Arcangeli che annunciano le più importanti notizie ed infine, degli Angeli custodi che si occupano di ogni singolo individuo in particolare. Si potrebbe descrivere allo stesso modo la gerarchia demoniaca, con la differenza, tuttavia, che essa è tagliata dalla sua sorgente, Dio. Lucifero, principe dei demoni, comanda un esercito la cui potenza non mira che a distruggere. San Paolo ci consiglia di non sottostimare la loro importanza nella nostra vita. Egli non esita a scrivere, rivolto a quelli che soffrono delle persecuzioni nella loro vita: “Non è contro degli avversari di sangue e di carne che voi dovete lottare, ma contro i Principati, contro le Potenze, contro i Reggenti di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male che abitano gli spazi celesti”.

Nell’India antica esistevano delle famiglie di entità non umane, le une propizie, le altre di cattivo augurio. Tra gli umani raggruppati in caste e grandi dei come Shiva o Visnù, l’induismo ha moltiplicato le truppe di esseri intermediari sovente dirette da un capo: le Adita, i Vasu, i Rudra (delle divinità), le Brahmarshi (dei saggi), le Prajâpati (dei genitori), le Gandharva (dei musici celesti), le Apsaras (delle ninfe o naiadi), le Yaksha e le Yakshi (dei geni), le Vidyâdhara (dei detentori di incantesimi), poi ancora altre forze più ambigue come le Asura, le Dânava, le Daitya, le Pishâca, le Râkshasa, le Nâga (dei dragoni), le Bhûta (degli Esseri), ecc.

La maggior parte di questi gruppi innumerevoli esistono maggiormente nei racconti mitici e non si possono propriamente parlare di angeli o di inviati di Dio nel senso in cui si utilizza questo termine nel giudaismo, il cristianesimo e l’islam. Il Libro dei morti tibetano, che conosce ai giorni nostri un grande successo, testimonia una concezione filosofica secondo la quale l’esistenza stessa dell’universo dipenderebbe dalla potenza dello spirito. Ad una certa tappa del periplo d’una persona deceduta che non è ancora completamente liberata appaiono alla sua coscienza ogni tipo di fenomeni luminosi e sonori. Questa persona vede anche apparire davanti ad essa le truppe di divinità pacifiche e di divinità corrucciate, di cui i buddisti riconoscono l’esistenza. “Non legarti a questi fenomeni, previene il libro, altrimenti continuerai ad errare in questi mondi sbagliati ai quali tu aspiri. Queste luci sono degli ostacoli alla liberazione. Tu non hai più nulla da temere dai suoni, dalla luce e dai raggi. Ti occorre solamente riconoscerli come delle proiezioni della tua mente. lasciali apparire e scomparire come non importa quale altro fenomeno di coscienza”. Conformemente ad una certa filosofia buddista, è tutto l’edificio cosmico, compreso questi esseri intermediari, che deva dapprima sprofondare per fare posto all’esperienza ultima.

Zoroastro ha proceduto ad una riforma maggiore del politeismo indo-europeo che fioriva nell’antico Iran verso il VII secolo prima dell’era cristiana. All’uscita di questa riforma, un Signore Saggio (Ahura Mazda) fu promosso al rango di divinità suprema con ai suoi lati le sei entità astratte che sono la Giustezza, il Buon Pensiero, la Potenza, l’Applicazione, l’Integrità e l’Immortalità. Si chiama talvolta “arcangeli” la serie di entità che è così apparsa, benché non si tratti di messaggeri del Dio supremo. Questo gruppo di divinità è stato piuttosto chiamato così per analogia con gli angeli che si svilupperanno più tardi in Medio Oriente.

Matteo 23, 31 ci dice che “tutti i santi angeli” accompagneranno Gesù quando ritornerà. Secondo Giovanni vi sono molto più di cento milioni di angeli nei cieli, e tutti saranno del viaggio. “Il loro numero erano delle miriadi di miriadi e delle migliaia di migliaia” (Apocalisse 5, 11) (Miriadi è uguale a diecimila, ). Gesù ha detto: “Poiché come il lampo viene dall’Oriente e si mostra fino in Occidente, così sarà l’avvento del Figlio dell’uomo” (Matteo 24, 27). Così tutte le tribù e gli abitanti della terra saranno testimoni di questo spettacolo straordinario. Paolo scriveva: “Poiché il Signore stesso, ad un dato segnale, alla voce di un arcangelo, e al suono della tromba di Dio, discenderà dai cieli ed i morti in Cristo risusciteranno per primi” (1 Tessalonicesi 4, 16).

Don Marcello Stanzione

 
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