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Gendarmeria Vaticana: una distrazione? PDF Imprimir E-Mail
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Gendarmeria Vaticana: una distrazione?E’ stata senza dubbio più che atletica Susanna Maiolo, la venticinquenne italo-svizzera che ha fatto cadere il Papa durante la processione di ingresso alla Messa di Natale. Più che atletica, perché superare di un balzo – come si vede dalle immagini – le transenne non è semplice: sono alte, massicce, e ci vuole un certo slancio che è difficile avere nella calca dei fedeli. Ma, allo stesso tempo, forse qualcosa non ha funzionato nel servizio di sicurezza vaticano, che non è riuscito a fermare per tempo la donna italo-svizzera. Un’operazione che invece è riuscita ai gendarmi quando, lo scorso anno, sempre Susanna Maiolo provò a saltare le transenne. Cosa non è funzionato questa volta? E, soprattutto, era il caso di stringere il servizio di sicurezza, in un clima che appariva già esasperato dall’aggressione di Tartaglia al premier nei giorni scorsi? Gendarmeria vaticana. Ad occuparsi del servizio di sicurezza all’interno della basilica di San Pietro, e nella Città del Vaticano, ...

...   è la Gendarmeria Vaticana: svolge funzioni di polizia e di intelligence, e si occupa della sicurezza del Pontefice anche negli spostamenti all’estero, siglando ogni volta un accordo con le autorità competenti. La sicurezza dell’accesso in basilica è gestito da Polizia Italiana e Gendarmeria Vaticana. Una collaborazione che, ha fatto notare il portavoce Vaticano Padre Federico Lombardi, ha funzionato.

Misure di sicurezza. Susanna Maiolo, infatti, non aveva armi con sé. Tutti i fedeli, prima di entrare a San Pietro, passano il controllo del metal detector, gestito dalla Polizia Italiana. Poi, la Gendarmeria Vaticana provvede ad un secondo filtro. Ci si è chiesto come è possibile che Susanna Maiolo sia riuscita a entrare a San Pietro, nonostante il precedente. La realtà è che non esiste una schedatura dei fedeli. Tutti hanno libero accesso alla Messa. Per potervi partecipare, basta chiamare la Prefettura Vaticana e prenotare i biglietti. La distribuzione dei biglietti non serve a fare una selezione, ma a dare un ordine e a non distribuire più posti di quelli a disposizione. I fedeli hanno tutti un posto a sedere, dietro le transenne: tenere tutti all’interno di un perimetro ben controllato permette di gestire al meglio la situazione. Non c’è una numerazione dei posti: chi arriva prima, riesce a sedersi più vicino alle transenne.

Nella basilica. Nella basilica c’erano dislocate una cinquantina di gendarmi vaticani, e una trentina di guardie svizzere. La Gendarmeria vaticana è un corpo altamente specializzato: dal 2000 gestiscono una sala operativa di controllo,  presidio permanente e continuativo che, attraverso impianti di videosorveglianza e allarmi, gestisce l’intero territorio di Città del Vaticano. È stato istituito anche un Gruppo di intervento Rapido, per il controllo di eventuali attività eversive. Si tratta di reparti specializzati ed addestrati: ci vogliono due anni di apprendistato e un esame di idoneità per entrare nella Gendarmeria vaticana, e ogni promozione da un grado all’altro prevede sette anni passati in quell’incarico con la qualifica di ottimo.

Qualcosa, però, non ha funzionato, e la Gendarmeria sta riesaminando i dispositivi di sicurezza: dai filmati si nota chiaramente che non c’è nessun gendarme ai lati del Papa mentre questi benedice la folla, sono tutti avanti a lui, si devono fermare e tornare indietro. È un varco del quale la donna ha approfittato. Ci ha pensato poi il capo della Gendarmeria, Domenico Giani, ex finanziere, a bloccare la signora. Per padre Lombardi, un margine di rischio c’è sempre: “Il Papa – spiega - desidera avvicinare i fedeli, stringere le mani, abbracciare i bambini. In San Pietro i fedeli sono migliaia, per assistere alla Messa basta fare richiesta alla Prefettura pontificia o andare al portone di bronzo per vedere se ci sono ancora ingressi disponibili, non può esistere un controllo nominativo”.

Indagini. Utilizzando i loro dispositivi di controllo, i Gendarmi vaticani stanno ora provvedendo a definire gli spostamenti di Susanna Maiolo nella notte di Natale. Nessuna richiesta è stata fatta alla giustizia italiana: saranno il Vaticano a condurre le indagini. La donna ora è sotto Trattamento Sanitario Obbligatorio e Giuseppe Della Torre, presidente del Tribunale Vaticano, ha già fatto sapere che intende acquisire la documentazione medica sull’instabilità mentale della giovane, che è già stata in cura psichiatrica presso la comunità Wohngruppe Kanzler di Frauenfeld, dove la Maiolo è stata due anni. Sarà solo nei prossimi giorni, con in mano i rapporti dei medici e della Gendarmeria Vaticana, che il promotore di Giustizia vaticano, Nicola Picardi deciderà se sottoporre o meno la donna a processo.

Andrea Gagliarducci

 
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