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I negatori della realtà degli Angeli PDF Print E-mail
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I negatori della realtà degli AngeliAlmeno sino all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, in un clima sociale in cui la fede cattolica era un aspetto comune dell’esistenza della grande maggioranza delle persone e delle istituzioni, gli angeli avevano indiscutibilmente la loro pacifica collocazione. Eccetto il caso di coloro che, soprattutto per motivi politici, professavano un rigido materialismo, per la stragrande totalità era normale considerare Dio creatore delle realtà visibili ed invisibili e con ciò si intendeva gli angeli buoni da invocare e quelli cattivi o diavoli da cui proteggersi. Oggi la situazione è drasticamente mutata ed il cristiano che, essendo fedele al magistero del cattolicesimo e vuole consapevolmente recitare la famosa orazione “Angelo di Dio” ed insegnarlo ai propri figli deve combattere due errori. Il primo è costituito dalla pseudospiritualità della New Age che ha riempito le librerie di libri fasulli e demenziali sugli angeli, mentre quelli seri si fa molta fatica a trovarli perché sono diabolicamente esclusi ... 

...  dal circuito commerciale delle grandi case editrici. Il secondo errore ancora più subdolo viene dall’interno di un certo mondo cattolico solo nominalmente ma ormai proteatantizzato alla Bultmann dove ti spiegano, quasi compatendoti, che gli angeli sono solamente dei …generi letterari, cioè non esistono realmente! La gran parte dei teologi protestanti odierni, seguiti da alcuni teologi cattolici esclude che gli angeli siano delle realtà personali; ed afferma che essi siano semplici simboli figurativi della provvidenza di Dio o personificazioni della sollecitudine divina nei confronti degli esseri umani. Nella loro interpretazione, per afferrare rettamente il senso dei testi sacri riguardanti gli angeli e sufficiente cambiare ogni volta il termine”angelo” con la parola “Dio”, cioè gli angeli sarebbero semplicemente degli artifici letterari. Secondo il catechismo della chiesa Cattolica, gli angeli sono creature spirituali che continuamente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle creature umane. Il grande teologo Tommaso d’Aquino affermava che gli angeli cooperano ad ogni nostro bene.

Il pontefice Benedetto XVI parlando degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, afferma che ognuno di essi “Ha svolto una peculiare missione nella storia della salvezza”, mentre “l’invisibile presenza di questi spiriti beati ci è di grande aiuto e conforto”. Il papa sottolinea che molti santi canonizzati “intrattenevano con gli angeli un rapporto di vera amicizia, e numerosi sono gli episodi che testimoniano la loro assistenza in particolari occasioni”. Dunque gli angeli non sono dei generi letterari essi esistono e si danno molto da fare per proteggerci e salvarci portandoci in Paradiso alla nostra morte. Un’indagine del Cesnur (Centro studi sulle Nuove Religioni) rivela che su un campione nazionale di mille intervistati dai 14 anni in su, il 67,36 per cento degli italiani crede negli angeli. Il dato scende al 59,02 per cento tra chi ha un’età compresa fra i 30 e i 60 anni e sale al 71,07 per cento fra chi ha un’età compresa fra i 14 e i 19 anni. I cattolici praticanti, quanto a credenza negli angeli (70,24) si differenziano solo lievemente dal resto della popolazione. Osserva acutamente il sociologo Massimo Introvigne, curatore della ricerca del Cesnur: “Proprio questo dato, insieme al fatto che agli angeli credano di più i giovani, dimostra che la credenza negli angeli in gran parte non deriva dal cattolicesimo tradizionale ma dalla cultura popolare, dalla televisione, dal cinema. Sono angeli postmoderni, non necessariamente cristiani”.

Insoma gli angeli sono di moda. Sono spesso rappresentati frequentemente nei films, nelle trasmissioni televisive e nella pubblicità. Spesso purtroppo oggi essi non sono altro che figure di una mitologia “debole”, che indica una bellezza e bontà ideale, l’espressione di una spiritualità “confortevole”, priva di dogmi e di precetti morali da osservare e quindi una religiosità senza problemi… Eppure, come vedremo in questo semplice ABC sugli angeli, la tradizione culturale sugli spiriti celesti ha ben altro significato, come dimostrano l’esegesi biblica, la riflessione teologica, le biografie dei santi e le testimonianze letterarie da Dante a Rilke. Abbiamo sottolineato nel titolo di questa introduzione che gli angeli sono degli esseri invisibili perché noi normalmente non li vediamo. Se gli angeli non si vedono è perché appartengono alla sfera di Dio, di Cristo risorto, dei danti, dei defunti che sono anch’essi invisibili per noi e non in sé, infatti quando la nostra personale morte ci introdurrà nella loro dimensione ultraterrena essi ci diventeranno visibili. In realtà gli angeli non si nascondono affatto, se noi non li vediamo è perché le forme conoscitive della nostra esistenza terrestre non sono in grado di dare adeguata espressione alla loro ricchezza d’essere. L’invisibilità degli spiriti celesti non è diversa da da quella di Gesù.. Nel cattolicesimo tutto è collegato e fa unità. Certamente credere negli angeli non è così importante come credere i Cristo, e questo l’ha ben sottolineato Giovanni Paolo II nelle sue catechesi del mercoledì. Ma tutte e due le credenze poggiano sulla stessa logica!

Negare l’esistenza degli angeli non è un fatto moderno. Già i sadducei nel tempo di Gesù negavano l’esistenza degli angeli (cfr. At, 23,8) e  “la negano anche i materialisti e i razionalisti di tutti i tempi” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, Dio creatore delle «cose visibile e invisibile», 9 luglio 1986).

La negazione della realtà degli angeli come persone ebbe inizio storico con l’illuminismo protestante (secolo XVIII) che pone la ragione come unica fonte di conoscenza. Anche nello stesso secolo XVIII sorge un altro movimento, il romanticismo che porta un nuovo modo di sentire. Cosi F. Schleiermacher (1768-1834) pone il sentimento al centro dell’ esperienza religiosa. In base al sentimento religioso, Schleiermacher mette in dubbio la fede nell’esistenza degli angeli e A. von Harnack (1851-1930) reduce angeli e demoni a semplice proiezioni della percezione psicologica del bene e del male. Così scrive in una lettera alla sua figlia: “Quanto alla tua domanda riguardo al diavolo, non può esservi alcun dubbio che la Scrittura intende parlare di un diavolo personale. Ma la Bibbia deve sempre avere l’ultima parola, è infallibile? Tu sai che questa non è la mia opinione. In particolare, riguardo a Satana si può provare che tale credenza è stata concepita e sviluppata progressivamente ed è connessa con idee di altri tempi che non condividiamo più” (A. Harnack, Berlino 1951, pp. 211-212).

Più recentemente, il protestante esegeta Rudolf Bultmann (1884-1976) propone una teoria che ha influenzato il pensiero cattolico sulla dottrina degli angeli e demoni. Secondo lui angeli e demoni sono un residuo della visione del tempo del Nuovo Testamento. Angeli e demoni sono espressioni tradizionali del Cristianesimo inaccettabili per il nostro pensiero moderno scientifico. Per Bultmann, angeli e demoni sono una favola, non una realtà ma un mito: “La scienza moderna non crede assolutamente che il corso della vita possa essere interrotto o, per così dire, perforato da potenze soprannaturali. […] È mitologica la rappresentazione del mondo ripartito in tre piani, cielo, terra, inferno: l’idea de un intervento di forze soprannaturali nel corso della storia; la rappresentazione dei miracoli e, in particolare, di quello relativo all’intervento di forze soprannaturali nella vita intima dell’anima; infine l’idea secondo cui l’uomo può essere posseduto da spiriti malvagi, tentato e corrotto dal demonio” (R. Bultmann, Jesus Christus und die Mythologie, Hamburg 1964, pp. 11-13).

La moderna visione scientifica del mondo non può accettare la credenza negli spiriti “non ci si può servire della luce elettrica e della radio, o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati scientifici e clinici, e nello stesso tempo credere al mondo degli spiriti” (R. Bultmann, Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione. Il problema della demitizzazione del messaggio neotestamentario, Brescia 1973, p. 110).

Dallo stesso pensiero è la posizione dell’esegeta cattolico H. Haag (1915-2001) che rifiuta la fede nel diavolo: “Con la credenza nel diavolo abbiamo a che fare in ultimo analisi con qualcosa di pagano e comunque di profondamente anticristiano” (H. Haag, La credenza nel diavolo, Verona 1976, p. 270).

Sulla scia di questi pensatori altri affermano, ad esempio, C. Westermann (1909-2000), che gli angeli non sono una realtà personale ma unicamente un’immagine figurativa dell’amore di Dio per noi; per P. Tillich (1886-1965) angeli e demoni sono simboli, strutture, poteri costruttivi e distruttivi dell’essere.

Come capire questa situazione di linee di pensieri e pubblicazioni che liquidano l’esistenza degli angeli e demoni? Una prima constatazione è la seguente: Esiste una frattura tra la fede della tradizione cristiana negli angeli e demoni e l’uomo e la cultura contemporanea (letteratura, arte, cinema…) nei confronti del mondo angelico. Un secondo chiarimento è la costante coscienza di fede della Chiesa, attestata dalle dichiarazioni dei Papi, Concili, Catechismi, liturgia, vita dei santi e le questioni disputate nella teologia contemporanea sia cattolica sia protestante riguardo agli angeli. Di fronte a questa situazione contraddittoria attuale lo specifico cristiano prende posizione di fede cattolica sugli angeli e demoni: “Bisogna riconoscere che oggi i cristiani si sentono a disagio quando parlano dell’esistenza del diavolo o di diavoli. Mito o realtà? Tanti cristiani,  optano per il mito; coloro che ne accettano la realtà si sentono inibiti e imbarazzati nel parlare del diavolo, per paura di venire classificati come individui ancora in preda a fantasie popolari, e di misconoscere il progresso scientifico.

La catechesi, la predicazione, l’insegnamento teologico nelle università e nei seminari normalmente schivano l’argomento. In queste condizioni, i cristiani di oggi devono possedere una buona dose di coraggio per sfidare la facile ironia e il sorriso compassionevole dei loro contemporanei” (L. J. Suenens, Rinnovamento e potenza delle tenebre. Orientamenti teologici e pastorali, Roma 1982, pp. 15-16). L’esistenza degli spiriti celesti non è una verità opinabile né un mito di una mentalità ingenua prescientifica, ma è un dogma di fede, quindi una verità chiaramente affermata dalla Bibbia e solennemente definita dal magistero della Chiesa. Inoltre a livello logico non è ragionevole pensare che tra Dio, infinito spirito ed infinito amore e quei limitati spiriti che siamo noi esseri umani, non ci sia posto per altri spiriti più intelligenti, amabili e più perfette di noi. Ancora è da sottolineare che l’esistenza degli angeli è attestate da numerose persone degne di fede che affermano di aver fatto la loro esperienza come ad esempio i patriarchi, i profeti, Gesù Cristo, la Vergine Maria  e numerosi santi canonizzati oltre che a letterati eminenti come Dante, Manzoni, Claudel. Infine è da analizzare la massiccia documentazione culturale, artistica e religiosa che lungo i millenni si è andata formando sugli angeli. Pertanto non è verosimile che il genere umano si sia ingannato su un punto così essenziale della storia del pensiero.

Don Marcello Stanzione

 
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