Sant'Alberto Magno e gli Angeli |
Pochissimi turisti sanno che a Parigi Piazza Maubert porta il nome del grande santo Domenicano. Maubert infatti, deriva da Magnus Albert, Alberto il Grande o Magno, il dotto maestro di teologia, filosofia e scienze naturali che, per la grande affluenza di studenti alle sue lezioni presso l’università parigina, fu costretto ad insegnare su quella pubblica piazza che tuttora porta il suo nome. Egli nacque nel 1206 a Lauingen in Baviera in una nobile famiglia ed era destinato ad una brillante carriera militare e politica. A 16 anni fu inviato nella celebre università di Bologna dove conobbe i frati domenicani e maturò la scelta di entrare tra essi. Si trasferì a Padova per frequentare l’università ed incontrò il Beato giordano di Sassonia, che predicava agli studenti universitari ed insieme ad altri nove studenti decise di seguirlo. Fra Giordano lo spinse a diventare maestro di teologia e lo incaricò di insegnare nelle scuole italiane e francesi dell’ordine dove tra i suoi alunni ebbe anche san Tommaso d’Aquino. ... ... Ad Alberto si deve la rivalutazione delle teorie di Aristotele basata sulla rilettura cristiana degli scritti dell’antico filosofo greco. Infaticabile nello studio intraprese anche la traduzione di una vasta enciclopedia, per cui ebbe modo di approfondire la logica, l’etica, la politica, la metafisica e le varie scienze naturali, realizzando una summa di quanto elaborato nel bacino mediterraneo dell’antichità. Per vent’anni frate Alberto lavorò a quest’opera monumentale ed in tal modo aprì il pensiero europeo alla sperimentazione scientifica. Egli fa precedere la trattazione su Dio sulla possibilità della sua conoscenza attraverso il creato. La conoscenza di Dio tramite la ragione è imperfetta e deve essere perfezionata dalla rivelazione. In materia gnoseologica, Alberto tratta di integrare la teoria dell’astrazione di Aristotele con l’illuminazione di sant’Agostino. Riguardo agli spiriti celesti Sant'Alberto Magno, chiamato "doctor universalis", cerca di provare l'esistenza degli Angeli con un gran numero di argomenti. Per il teologo domenicano il peccato di satana e degli altri angeli ribelli fu l’orgoglio, cioè l’indebito desiderio di eccellere in dignità e potere. Per Alberto gli angeli tanto dei più alti come dei più bassi ranghi furono coinvolti nella caduta. Capo di questi angeli rivoltosi cattivi fu lucifero che trasse dietro di se una gran quantità di altri angeli attratti dal suo splendore e non costretti dal suo volere. Secondo Isaia, 14,13-14, Lucifero desiderò raggiungere l’eguaglianza con Dio. Dal cielo empireo dove si trovava egli desiderò salire fino al trono di Dio. Il tempo esatto della caduta degli angeli è incerto, ma è certo che gli angeli furono creati buoni e caddero nel peccato unicamente per loro libera volontà. In virtù del loro peccato gli angeli malvagi furono precipitati nell’aria infuocata, dove rimarranno fino al giorno del giudizio e di dove è permesso loro tentare gli uomini per il loro proprio bene. Infatti, per Alberto, l’esercizio dei santi nella virtù è il bene che Dio ha tratto da un sì grande male. Dopo il giudizio essi verranno precipitati nell’abisso oscuro e afflitti nel fuoco eterno. Gli ordini e i ranghi possono riconoscersi sia fra gli angeli cattivi che fra i buoni e i più alti nella gerarchia sono preposti ai più bassi. La funzione di Satana è di tentare l’uomo e di fare guerra al bene. Questo egli lo fa per malizia, altrimenti l’uomo potrebbe di nuovo raggiungere la felicità da cui è decaduto, cosa che assolutamente i demoni non vogliono. Per Alberto anche i demoni entrano nei corpi degli uomini, come noi vediamo normalmente nei vangeli,e in tal modo prendono possesso del corpo e della mente. Per il teologo domenicano i maghi con l’aiuto dei demoni operano le loro illusioni come nel racconto biblico dei maghi del faraone. Si tratta di segni reali o miracoli prodotti dagli occultisti con l’assistenza dei diavoli. Per Alberto tali “ prodigi” non furono fatti unicamente nel passato ma vengono realizzati ancora con l’aiuto degli angeli cattivi. Alberto come Pietro Lombardo tuttavia insegna che i miracoli prodotti dagli angeli buoni e malvagi non presuppongono una reale creazione, ma essi vengono compiuti per mezzo di quei semi segreti che all’inizio furono posti da Dio negli elementi corporei di questo mondo. Perciò Dio soltanto può chiamarsi creatore. Una considerevole parte delle sue opere sono commentari agli scritti di Dionigi l’Aeropagita. Per la questione della natura degli angeli, egli accetta la definizione di Giovanni Damasceno di “ un angelo è un’essenza intelligente in perpetuo moto dotata di libero volere, incorporea, al servizio di Dio, fornita per grazia di natura immortale”. Ogni frase di tale definizione viene da Alberto assoggettata ad una analisi acuta. Il numero degli Angeli, egli dice, ci è scono¬sciuto ma, come afferma Sant'Agostino, il posto degli Angeli decaduti deve venire colmato dagli uomini redenti e la gradazione dei ranghi esiste sia fra gli Angeli buoni che fra quelli malvagi. Per Sant'Alberto Magno, un Angelo non può essere in terra e in cielo nel medesimo momento, inoltre essi sono semplici sostanze incorporee ma possono anche assumere sembianze corporee, non per i loro interessi ma per l'utilità degli uomini. Le forme che gli Angeli assumono sono in accordo con il fine che essi debbono raggiungere, ad esempio se vengono inviati a proteggere l'uomo da un pericolo, essi assumono la forma di guerrieri. I corpi assunti dagli Angeli sono formati di etere o pura aria che essi hanno il potere di condensare senza mescolarla con un altro corpo. I corpi degli Angeli sono anche così reali che, come mostrano le narrazioni dell'Antico Testamento, hanno la facoltà di mangiare, infatti gli Angeli hanno in realtà tutti gli organi del corpo umano, che assumono, non per essi, ma per le necessità del loro ministero presso gli uomini. Quando il ministero di un Angelo, per il quale egli aveva assunto un corpo, è finito, il corpo si dissolve nella materia di prima, cioè aria. Questo avviene perché la condensazione del corpo assunta dall'Angelo non è una qualità naturale, ma qualcosa di fittizio che è tenuto insieme dal potere dell'Angelo che assume il corpo. Di conseguenza, quando lo Spirito celeste scompare, non si conserva più a lungo la forma del corpo da lui assunta. La missione degli Angeli custodi o guardiani è fortemente affermata da Sant'Alberto, sembra, egli dice che anche lo stesso Gesù avesse il suo angelo custode. Alberto accetta la divisione della gerarchia celeste in tre ordini tripartiti seguendo Dionigi e Lombardo. Il significato delle varie designazioni viene accuratamente esaminato. Alcune opinioni differiscono, come per esempio se gli ordini degli angeli continueranno ad esistere anche dopo il giorno del giudizio. Secondo il pensiero di Alberto gli ordini di angeli che appartengono per il loro carattere al combattimento spirituale del cristianesimo, cesseranno di esistere mentre le altre gerarchie angeliche rimarranno. Fra Alberto insegnò teologia a Hildesheim, a Friburgo, a Ratisbona, a Strasburgo ed infine a Parigi. Il papa lo scelse come vescovo di Ratisbona e più tardi lo incaricò di predicare la crociata nei paesi di lingua tedesca. Percorse a piedi le varie regioni e durante il tragitto mendicò un pane ed un tetto per la notte. Rimase alla guida della sua diocesi solo per due anni, poi con l’autorizzazione del papa Clemente IV tornò di nuovo all’insegnamento nello studio generale di Colonia dove morì nel 1280. Fu canonizzato nel 1931 e fu poi fatto dottore della Chiesa e nominato patrono dei cultori di scienze naturali e degli studenti di teologia. La sua memoria liturgica si celebra il 15 novembre. Don Marcello Stanzione |
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