La preghiera per i nostri morti |
La commemorazione dei fedeli defunti appare già nel secolo IX, in continuità con l’uso monastico del secolo VII di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti. Amalario, nel secolo IX, poneva già la memoria successivamente a quelli dei santi che erano già in cielo. E’ solo con l’abate benedettino sant’Odilone di Cluny che questa data del 2 novembre fu dedicata alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, per i quali già sant’Agostino lodava la consuetudine di pregare anche al di fuori dei loro anniversari, proprio perché non fossero trascurati quelli senza suffragio. La fede è luce : per essa noi sappiamo quello che Dio ci ha fatto conoscere, quello che la nostra sola intelligenza o non avrebbe potuto scoprire o non avrebbe mai posseduto con una certezza così completa. L’uomo senza fede, di fronte alla morte, vede un cadavere senza vita, delle cerimonie e dei gesti, degli oggetti funebri, simboli più o meno espressivi del dolore e dell’inquietudine ... ... umana davanti al mistero della morte. Il credente, da tutti questi atteggiamenti esteriori e dalla sofferenza delle ferite del cuore, pensa prima di tutto all’anima del defunto. Questo pensiero conduce lo spirito alla più esatta realtà. Che cos’è dunque la morte ? Una separazione dell’anima e del corpo. L’anima, liberata dai suoi legami carnali, custodisce la sua natura spirituale, la sua vita immortale. Intelligente e libera, ella aveva uno stato morale di responsabilità, delle virtù e delle colpe, delle nobiltà e delle miserie. In questa realtà di valore della sua santità e del suo peccato, ella compare davanti a Dio e vede fissare la sua sorte di beatitudine o di dannazione, d’immediata ricompensa o di purificazione temporanea. Ecco il senso della commemorazione dei fedeli defunti, in questo giorno del 2 Novembre, dopo la festa di Ognissanti, in cui sono state esaltate le anime glorificate dal Signore. Quante tra esse hanno avuto bisogno di purificazione, dopo la loro morte ! Così questi defunti, verso i quali la Chiesa offre le nostre preghiere, in virtù del dogma della Comunione dei Santi, sono chiamati ad una salvezza oramai certa per le loro anime, ma di fronte alla quale si tratta di soddisfare la giustizia di Dio per le colpe perdonate e non totalmente espiate. Realtà di fede ! Senso realistico dell’anima credente ! Per l’incredulo, quale vuoto davanti alla morte crudele, enigma della vita ! La parola di Dio si è fatta sentire : l’uomo, per conoscere la verità, non dovrebbe ignorare o negligere le strade che si aprono davanti a lui per raggiungere questa verità. Lo stato delle anime dopo la loro morte, il bisogno dei suffragi dei viventi, il sollievo delle anime del purgatorio, l’unione intima tra i nostri morti e noi, la resurrezione gloriosa dell’ultimo giorno “per i buoni”, la risurrezione nella dannazione per “i cattivi”, ecco dei pensieri abituali, costanti per il vero fedele cristiano. Se queste preoccupazioni scomparissero od anche si attenuassero nel popolo fedele, costituirebbero la nota d’un affievolimento della fede. Se il pensiero dei morti, dei nostri cari morti non custodisse tutto il suo posto nella nostra vita interiore, nelle nostre preghiere, nella predicazione, nelle nostre meditazioni, ci mancherebbe uno degli aspetti più ricchi di spiritualità data all’animo umano dal pensiero della presenza di Dio nell’universo ed in noi stessi. Dalla morte imprevista, liberaci Signore. Nella preparazione d’una pia e santa morte, aiutaci Signore. Nella felicità eterna, ponici Signore, insieme a tutti i tuoi santi ed angeli. Don Marcello Stanzione |
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