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Il papa, San Bernardo di Clairvaux e gli Angeli PDF Stampa E-mail

Il papa, San Bernardo di Clairvaux e gli AngeliMercoledì 21 ottobre 2009 il Santo Padre Benedetto XVI durante la catechesi ai 40.00 pellegrini in piazza san Pietro ha ricordato la figura di san Bernardo tracciandone in modo particolare il profilo di devoto di Maria. Ma a parte l’insegnamento mariologico, il santo è passato alla storia della teologia e della mistica anche per la sua dottrina angelologica. Monaco e mistico, predicatore delle Crociate e riformatore, fondatore di monastero e combattente per l’unità della Chiesa; ancora molti altri titoli caratterizzanti la sua vita e la sua onorata attività potrebbero essere dati a Bernardo di Clairvaux, questo grande Santo del 12esimo secolo, che nacque intorno al 1090 a Fontaines-lès-Dijon in Burgundia, figlio di un nobile cavaliere e che nel 1112 insieme a trenta giovani uomini provenienti dal suo parentado e dalla cerchia delle sue amicizie entrò nel Monastero di Riformatori di Citeaux che stava per scomparire e da qui, già nel 1115 da Abate, fu mandato a Clairvaux insieme a ...

...   dodici frati per fondare Clairvaux e da qui fondò ancora altri 68 monasteri Cistercensi. Di San Bernardo di Clairvaux rese notizia persino il riformatore Martin Lutero durante un discorso conviviale : “Era un vero e pio monaco timorato di Dio, così fu Bernardo, non ho mai più né sentito né letto di un uomo al pari di costui, che supera ampiamente tutti i dottori della Chiesa. Questo monaco contemplativo e contemporaneamente straordinariamente attivo è soprattutto anche un Santo, che ha consigliato caldamente in modo particolarmente profondo e bello la venerazione degli Angli – sicuramente per esperienza personale – che ne ha scritto e parlato ampiamente. Se A. Vacant, nel suo trattato sugli “Angeli della Scolastica” nel “Dictionnaire de Theologie catholique” ha liquidato l’insegnamento sugli Angeli di San Bernardo con una breve frase “ ha effettivamente spesso parlato degli Spiriti Beati, ma soltanto marginalmente” ciò non corrisponde al vero. Infatti se si pensa al 3° e 4° capitolo del V. Libro “De considerazione”, dove il Santo Abate di Clairvaux “nella sua sintesi spirituale e pregna di contenuti dell’insegnamento speculativo di Dio e della trinità” arriva a parlare in modo particolareggiato degli Esseri simili a Dio, gli Angeli, non si può di certo affermare che Bernardo parli soltanto “marginalmente” degli Angeli. E se si pensa alle sue molte disquisizioni sul Cantico dei Cantici, come ad esempio al 5°, 19° e 53° discorso, nei quali San Bernardo tratta dettagliatamene e dà risposta a determinate domande dell’insegnamento sugli Angeli, non soltanto in forma mistica – ascetica,bensì veramente anche da “acuto teologo”, il giudizio di A. Vacant è ancor meno attendibile, ancor più se si prendono in considerazione i diciassette magnifici discorsi sul Salmo numero 90”Qui habitat” (in particolare i discorsi numero 11,12, 13 e 14) alle omelie insuperabili sul “Missus est” (in particolare la 1° e la 3° omelia) alle due prediche per al festa dell’ArcAngelo Michele ed al grande numero di altre prediche, nelle quali il “Mellifluo Maestro” (“Doctor mellifluus”) come fu chiamato Bernardo, in qualche modo arriva a parlare degli Angeli, c’è quindi da dire, che l’Abate di Clairvaux è un mistico, per il quale la verità manifesta dell’esistenza degli Angeli era un dato di fatto, che nel suo pensiero teologico ed ancor più in quello ascetico-mistico e nella sua personale vita monastica intessuta di sforzi, ha avuto un posto di grande prominenza. Per questo motivo è stupefacente che si sia scritto così poco a questo proposito. In seguito all’individuazione dei punti più salienti dell’insegnamento Angelico di San Bernardo, è necessario addentrarsi maggiormente nei singoli punti : 1. L’esistenza degli Spiriti Celesti per Bernardo è una verità della quale la Rivelazione parla continuamente 2. Quale condizione presentano secondo Bernardo queste Creature di Dio ? Sono puri spiriti oppure sono – come hanno affermato il Beato Ruperto di Deutz ed altri teologi del tempo – provvisti di un corpo ? Quasi sempre Bernardo si è schierato tra quei rappresentanti che hanno sostenuto la corporeità degli Angeli. I fatti però anche in questo caso non sono così semplici. Infatti dapprima c’è da considerare che in Bernardo si trovano molti punti dai quali si potrebbe trarre la conclusione che egli – come altri suoi contemporanei come ad esempio Hugo di St. Viktor – rappresenti l’assoluta natura spirituale degli Angeli; quindi se da un lato egli pone la natura degli Angeli sullo stesso piano di quella di Dio e dice semplicemente : “Spirito è Dio, lo son anche i santi Angeli” o se da un lato sottolinea la parentela dell’uomo con gli Angeli, poiché l’anima dell’uomo è spirito; d’altro canto ravvisa la differenza tra uomini ed Angeli, laddove gli esseri umani hanno un corpo . Queste posizioni però sono contrapposte a molte altre, dove Bernardo esprime i propri dubbi sul fatto che gli Angeli siano o meno provvisti di un corpo. Egli sostiene quindi, che qui vi sia per lo meno una “Quaestio disputata”, una questione liberamente discutibile. Egli non condanna il punto di vista dell’assoluta spiritualità degli Angeli. E’ innegabile però che egli stesso tende più ad aderire al punto di vista contrario. Nel 5° “Sermo in Cantica cantico rum”(N.2) dove egli, dopo aver indicato ambedue i punti di vista opposti, esprime la propria opinione, egli afferma che è possibile che gli Angeli siano provvisti di un corpo, ma non indica mai che questa interpretazione sia l’unica giusta. San Bernardo afferma comunque che gli Angeli hanno bisogno di un corpo per poter svolgere la loro missione di Messaggeri di Dio, ma sottolinea espressamene che c’è una grande differenza tra la necessità di avere un corpo per l’animale, per l’essere umano e per l’Angelo. Egli sottolinea che gli Angeli non hanno bisogno del corpo per sé stessi, ma per gli altri. Egli esprime il fatto che gli Angeli non hanno bisogno di un corpo per sé stessi anche nel momento in cui sottolinea che la capacità di cognizione degli Angeli è completamente indipendente dalla corrispondenza ai sensi, al contrario di ciò che accade per gli uomini. Secondo San Bernardo il corpo è per gli Angeli soltanto lo strumento per adempiere al loro compito nei confronti degli uomini, ma non parte integrante e sostanziale della loro natura. E questo corpo, di cui gli Angeli si servono non è pesante come quello dell’uomo, bensì è un corpo aereo etereo, che gli Angeli possono variare secondo le necessità nella sua forma e struttura e che per gli uomini è impalpabile a causa della sua sottigliezza e normalmente anche invisibile. Per quanto riguarda le caratteristiche rimanenti della Natura Angelica, San Bernardo, oltre alla relativa perfezione della loro forza di cognizione “che è di loro propria natura” sottolinea molto spesso anche la libertà della volontà degli Angeli, in particolare laddove egli indica che gi Angeli si sono dovuti sottoporre ad un esame al fine di decidere se orientarsi verso Dio oppure contro di Lui e soprattutto dove egli parla del peccato di Lucifero e dei suoi sostenitori. Un breve sommario riassunto delle caratteristiche degli Angeli viene riportato da San Bernardo nel 4° capitolo del 5° libro di “De Consideratione”, in cui egli fa cenno alla loro forza di comprensione, al loro potere ed alla loro magnificenza, alla loro diversità tra di loro, alla loro dignità e completezza, alla loro completa mancanza di dolore ed immortalità, alla loro purezza, bontà e devozione nei confronti di Dio ed alla loro dedizione al compito che Dio ha loro conferito. Ciò facendo egli utilizza anche una formulazione un po’ oscura equivocabile ed afferma che gli Angeli sarebbero “non creati, sed facti, id est gratia, non natura” (“non creati, bensì fatti, attraverso la Grazia e non la Natura”) . Il che significa che i buoni Angeli in tutto ciò che essi sono ora, non lo sono sin dalla loro creazione, bensì sono stati fatti attraverso la Grazia di Dio, quando furono elevati allo stato di Grazia. Con le parole “per noi è troppo parlare di tutto quello splendore e di tutta quella magnificenza attraverso la quale i santi Angeli sono elevati in sé stessi ed a ragione della loro comunione con Dio; essi ci sovrastano in ciò in modo indicibilmente ampio” è inevitabile non comprendere tutto ciò che San Bernardo potrebbe voler e desiderare dire sulla natura degli Angeli e della loro sublimità. 3. Per quanto riguarda la suddivisione degli Angeli nei diversi Cori, San Bernardo si attiene a ciò che ha affermato Papa Gregorio Magno, discostandosi leggermente da Dionisio l’Areopagita. Parla esaurientemente dei nove Cori Angelici nel 4° capitolo del V. Libro “De considerazione” e nel 19° “Sermo in Cantica Canticorum”. Quando Bernardo in esso sottolinea, che gli Angeli “sin dall’inizio stavano al proprio Ordine” (“ab initio stantes in ordine suo”) egli con ciò intende dire, che la suddivisione degli Angeli in Cori degli Angeli esiste sin dal momento della loro creazione e non che essa fu introdotta in seguito al consolidamento degli Angeli buoni in seguito alla lotta per la decisione, come aveva affermato il Beato Ruperto da Deutz. Nei punti indicato l’Abate di Clairvaux tende a fare menzione anche dei nomi e caratteristiche dei singoli Cori Angelici. Introducendo l’argomento afferma che i nomi dei Cori Angelici, dai quali noi possiamo distinguere gli Uffici, i gradi ed Ordini, nonché i meriti degli Spiriti Celesti, che sono noti anche dalle Sacre Scritture. La descrizione che ne dà San Bernardo è in sostanza quella che al tempo fu sempre data in concomitanza con Gregorio Magno. 4. Per quanto riguarda l’invio degli Angeli nel mondo, Bernardo, contrariamente a Dionisio Aeropagita, afferma che tutti gli Angeli, senza eccezione alcuna, anche i Cori più alti vengono utilizzati da Dio per degli incarichi. “Ciò non dovrebbe sembrare incredibile a nessuno”, afferma Bernardo, “poiché egli stesso, il Creatore e Re degli Angeli non è venuto per lasciarsi servire, bensì per servire e per sacrificare la propria vita per molti. Come potrebbe quindi uno degli Angeli giudicare che un servizio che egli rende, sia al di sotto della sua dignità, nella quale colui che essi servono in Cielo, con grande passione e beatitudine, cammina in modo esemplare innanzi a loro? Ovviamente e normalmente è così – aggiunge Bernardo a titolo di spiegazione – che gli Angeli più alti inviano quelli inferiori e questi ultimi poi giungono a noi esseri umani. Per qual motivo quindi gli Angeli vengono inviati da Dio ? In primo luogo per rivelare a noi uomini determinate volontà di Dio. Ciò sembra essere, secondo San Bernardo, soprattutto compito degli ArcAngeli, (come egli dimostra in particolare con l’esempio dell’ArcAngelo Gabriele) , soprattutto nella prima omelia “Super missus est”: “L’EvAngelizza quindi racconta : “l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio”, io non credo che questo Angelo fosse uno dei più bassi, che spesso, per una ragione qualsiasi portano messaggi sulla terra. Ce lo dimostra già chiaramente il suo nome, che significa “Forza di Dio”. Non si indica che egli viene mandato da un qualsiasi altro spirito elevato, come accade normalmente, bensì che viene inviato da Dio stesso. Perciò si dice : “mandato da Dio”. Così si dice affinché non si creda che Dio abbia rivelato ad uno degli Spiriti Beati la Sua volontà prima che alla Santissima Vergine, eccezion fatta per ciò che riguarda l’ArcAngelo Gabriele. Egli si rallegrò tra gli Angeli del suo rango di quel privilegio, quello di avere un nome così sublime e di essere ritenuto degno di un incarico così nobile . Anche il suo nome è adatto al suo incarico. Chi poté annunciare, così gradito a Cristo, la Forza di Dio, meglio di quest’Angelo decorato del suo stesso nome ? L’Angelo Gabriele però fu chiamato “Forza di Dio” poiché egli si era meritato la scelta per questo incarico, l’arrivo della Forza di Dio , ovvero di Cristo, oppure poiché egli doveva rafforzare la Santissima Vergine, che per sua natura era timida, umile e molto pudica, affinché ella non fosse troppo spaventata dall’inconsuetudine del Miracolo che doveva compiersi il lei….Forse si può supporre non senza motivo, che lo stesso Angelo Gabriele abbia rafforzato il fidanzato della Beata Vergine, che non era meno umile e pauroso, se anche il nome dell’Angelo non viene menzionato in questa occasione da parte dell’EvAngelista. “Giuseppe, figlio di Davide” – così parlò l’Angelo - non temere di prendere con te Maria, tua sposa” (Mt 1,20) – Gabriele quindi fu scelto per questo incarico poiché era il più adatto; o meglio: il fatto che gli sia stato conferito un compito così importante, è dato dal suo nome sublime, che egli porta con pieno diritto” Il compito più importante che gli Angeli del gradino più basso hanno soprattutto, è quello di essere protettori e guide degli uomini. San Bernardo ha scritto molte bellissime pagine detto molte bellissime cose, tanto da guadagnarsi un posto d’onore nella storia dell’Angelolologia (Studio degli Angeli) . Sono soprattutto i quattro discorsi (11-14) sul Salmo “Qui habitat2 nei quali egli giunge a parlare della verità piena di consolazione dell’Angelo Custode; egli lo fa anche in una serie di altre prediche, in particolar modo anche nel Sermone 7,27,31,39 sul Cantico dei Cantici. Con parole sempre nuove piene di timore reverenziale e gratitudine, l’Abate di Clairvaux descrive i diversi tipi di attività svolti dagli Spiriti Celesti in adempimento del loro compito di protettori nei confronti di noi esseri umani. La dimostrazione scritta di questa verità di fede, secondo la quale ad ogni essere umano viene messo al fianco uno Spirito Protettore viene però indicata da Bernardo facendo menzione alla Lettera agli Ebrei 1,14 e Matteo 18,10. Gli Angeli Custodi sono fedeli custodi e guide degli uomini sulla terra. I loro benevoli protettori sulle pericolose vie della vita terrena. Essi sono inviati da Dio per aiutarci e consolarci, per indicarci la parola di Dio verso il bene e la grazia; gli Angeli Custodi si occupano sempre di noi nell’amore, si preoccupano per noi, per le nostre debolezze, portano al Trono di Dio le nostre preghiere e le nostre buone opere, sono attenti a difenderci dagli spiriti maligni, che ci attentano e minacciano dovunque per ricondurci sempre sulla retta via, la via del Signore, se ce ne discostiamo, sino a quando non avremo raggiunto la nostra meta ultima, la gioia eterna nel Cielo, dove noi uomini dobbiamo compensare la perdita nelle fila dei Cittadini del Cielo, che abbiamo sofferto con la caduta peccaminosa degli Angeli. Affinchè la meta ultima venga veramente raggiunta, l’Angelo Custode è al fianco della persona che gli è stata affidata, soprattutto nell’ora della decisione, nell’ora della morte; egli si comporta come chi conduce la sposa, accompagnando l’Anima al suo sposo Cristo, nella vita eterna. Il fatto però che Dio abbia posto un Angelo Custode al fianco di ogni uomo, è una dimostrazione d’amore unica del Dio benevolo nei confronti di noi uomini. Da ciò però conseguono doveri da parte di noi uomini, soprattutto il dovere del timore reverenziale nei confronti dei Santi Angeli per la loro presenza al nostro fianco, il dovere della dedizione agli Angeli per la loro benevolenza ed il dovere della grande fiducia nella loro protezione. : “A causa tua Dio dà ai suoi Angeli l’incarico di proteggerti su tutte le tue vie. Quale timore reverenziale deve risvegliare in te questa frase, a quale dedizione ti deve esortar, a quale fiducia ti deve muovere! Timore reverenziale per la loro presenza, dedizione per la loro benevolenza, fiducia per la loro protezione. Trasforma quindi con prudenza le tue vie, gli Angeli sono sempre al tuo fianco, come gli è stato loro comandato! In ogni casa, in ogni angolo abbi timore reverenziale del tuo Angelo! Alla sua presenza potresti osare, ciò che non osi dinnanzi ai miei occhi ? Oppure dubiti della sua presenza, soltanto poiché non lo vedi ? Come se tu lo sentissi ? Come se lo toccassi ? Come se tu sentissi il suo profumo ? …Se tu chiedi alla Fede essa ti dimostra che la presenza degli Angeli è verità… Gli Angeli quindi sono qui, al tuo fianco; essi non sono soltanto con te, bensì anche per te. Essi sono presenti per proteggerti, per operare in tuo favore. Come ricompenserai Dio per tutto ciò che Egli ha fatto per te ? Poiché a lui soltanto vanno onore e gloria. Perché soltanto a Lui ? Poiché egli lo ha comandato e poiché ogni buon dono proviene soltanto da Lui. Ma se Lui lo ha comandato, noi non possiamo essere ingrati nei confronti di coloro che gli obbediscono per così grande amore e che ci soccorrono quando siamo in grande difficoltà. Siamo quindi devoti a questi protettori e grati ! Amiamoli, onoriamoli, quanto possiamo e dobbiamo!” Queste deduzioni ascetiche pronunziate da San Bernardo dalla fede nell’esistenza degli Angeli Custodi al nostro fianco, vengono spesso esposte dall’Abate di Clairvaux anche in occasione di altre prediche . In particolare gli stava molto a cuore invitare spesso i monaci che gli erano stati affidati ad un comportamento raccolto e dignitoso durante la preghiera e la messa ed alla purezza del cuore, alla concordia ed alla pace: “desidero dire questo, cari fratelli, affinchè voi in futuro nutriate grande fiducia nei Santi Angeli, e li chiamiate sempre più intimamente in aiuto in tutte le necessità; ma anche, affinché voi aspiriate a diventare più degni alla loro presenza al fine di acquistare sempre più il loro favore, la loro benevolenza, per chiedere la loro mitezza… Poiché ci si comporta di conseguenza, si pensi, miei cari, di quanta attenzione c’è bisogno, per essere degni di entrare in relazione con loro e per trasformarci al cospetto degli Angeli in modo da non offendere i loro santi sguardi. Poiché guai a noi se essi si irriteranno a causa nostra, se noi non dessimo valore alla loro presenza ed alla loro visita ! Dovremmo quindi lamentarci con rammarico insieme ai Profeti e dire : “ Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe,i miei vicini stanno a distanza. 13 Tende lacci chi attenta alla mia vita,trama insidie chi cerca la mia rovina e tutto il giorno medita inganni.” (Sal. 37,12-13). Essi infatti, la cui presenza ci protegge e difende dai nemici, se ne sono andati . Se noi ora abbiamo bisogno così tanto della presenza fidata ed accondiscendente degli Angeli insieme a noi, ci dobbiamo guardare con cura dall’offenderli. Al contrario, ci dobbiamo esercitare soprattutto in quelle cose delle quali gli Angeli, come noi sappiamo, si rallegrano. Ci sono così tante cose che piacciono a loro, che loro vedono volentieri di noi, come ad esempio la sobrietà, la castità, la povertà volontaria, soffiare spesso verso il cielo, la preghiera, che viene lenita con le lacrime e che viene indirizzata con la pura intenzione del cuore : Ma più che questo, gli Angeli della Pace desiderano da noi concordia e pace… D’altro canto non offendete troppo gli Angeli, e non richiamate ciò che essi non vogliono, come se tra di noi si annidassero discordie, e motivi di irritazione . “ San Bernardo poi chiede perché gli Angeli adempiono con tale solerzia al loro incarico di protettori nei confronti di noi uomini. Egli risponde che essi lo fanno per due motivi : dapprima per obbedienza verso Dio, che li ha incaricati, ma soprattutto per amore, per amore verso Dio, per amore verso sé stessi e per amore verso noi uomini : “In verità, per volontà di Dio, di cui essi rappresentano la più profonda pietà nei confronti di noi uomini, come è giusto. E per noi, poiché essi compatiscono in noi la loro propria immagine e per loro stessi, poiché essi attendono con grande nostalgia che noi torniamo a percorrere le loro vie piene di luce.” Questi pensieri poi vengono ulteriormente approfonditi da San Bernardo che si collega quindi in modo molto bello alla necessità di amore fraterno: “forse vi ricordate ancora, ciò che noi… abbiamo detto in merito all’amore trinitario ed alla cura degli Angeli nei confronti di noi uomini, che ha bisogno di servirsi cospicuamente dell’amore fraterno. E’ così facile da capire : per chi non ama il proprio prossimo, le suddette cause per l’amorosa preoccupazione degli Angeli per noi uomini non esistono . Gli Angeli quindi ci ameranno per amore di Cristo, se essi sono costretti a riconoscere per mancanza di amore reciproco tra di noi che noi non siamo assolutamente figli di Cristo? E gli Angeli, ci ameranno per noi stessi, cioè per la somiglianza della nostra anima spirituale con la loro natura spirituale, se sono costretti a vedere, che noi non amiamo coloro che fanno parte come noi ella natura, sì, se essi dovranno dedurre dai nostri reciproci conflitti che noi abbiamo un orientamento più carnale che spirituale ? Infine ci ameranno per sé stessi e per fare sì che noi entriamo a far parte, come essi si aspettano, della loro Comunità se a noi, cosa che ci è ancor lontana, manca quel mezzo di coesione, che possiamo conquistare soltanto insieme a loro, cioè il legame dell’amore ? Come possono gli Angeli aspettarsi che le mura eterne della loro città celeste vengano ricostruite da noi, se essi riconoscono e vedono che noi uomini non siamo pietre vive, che si lasciano unire insieme, e se vedono che noi siamo soltanto polvere, che il vento fa volare sulla terra e che il singolo soffio di una parola ci getta in un vortice e che la brezza più leggera di un sospetto ci distrugge completamente ?” L’insegnamento sugli Angeli di San Bernardo indica ancora qualcosa che egli ha elaborato meglio di chiunque altro nel suo tempo, ovvero la relazione degli Angeli con Cristo che il Signore e Re anche degli Angeli, anche se Cristo anche da uomo è indicibilmente superiore agli Angeli, anche se egli si è abbassato volontariamente nella sofferenza profondamente al di sotto degli Angeli. Alla morte liberatrice di Gesù Cristo, il Dio fattosi uomo, anche gli Angeli sono debitori di ogni grazia, così come noi esseri umani. Si tratta di quell’interpretazione che in seguito si troverà nelle disquisizioni del Beato Giovanni Duns Scotus e gli Scotisti. . Soltanto rafforzati attraverso la grazia liberatrice di Gesù Cristo i buoni Angeli possono sussistere nella lotta per la decisione. Per questo anche per loro, come afferma Bernardo, era necessaria la redenzione. Addentriamoci ora brevemente su ciò che San Bernardo afferma in merito agli Spiriti Maligni ed ai loro sostenitori. Egli chiede soprattutto quale sia stato il vero e proprio peccato di Lucifero; egli risponde che è stato l’orgoglio di voler essere uguale all’Altissimo, arrogandosi, nonostante fosse stato creato dal nulla, di porsi sullo stesso piano del suo Creatore, con audace spudoratezza, di ciò che spetta soltanto al Figlio dell’Altissimo, ovvero l’uguaglianza dell’essenza di Dio Padre. In questo modo l’orgoglio del Primo Angelo divenne anche invidia, con la quale egli invidiava il Figlio di Dio e la nobiltà innata del Padre. Forse nel momento della caduta di Lucifero e dei suoi seguaci l’invidia nei confronti di noi uomini ha già avuto un ruolo ? Bernardo ritiene che sia possibile, che Lucifero sapesse già che gli uomini sarebbero stati creati e chiamati alla medesima magnificenza degli Angeli . La punizione per il suo orgoglio e la sua invidia furono tali che egli fu separato dalla maestà della quale era dotato, e fu scacciato dal Cielo, che è abitato dai santi Angeli e che si trova nelle immediate vicinanze dell’Altissimo, dove avrebbe dovuto trovarsi anche la dimora di Lucifero. Dove ? Bernardo qui sostiene l’opinione secondo la quale Lucifero sarebbe stato cacciato temporaneamente nel Regno dell’Aria insieme ai suoi seguaci, per essere qui lacerato interiormente per la prima volta dall’invidia. Sin dal primo giorno però il luogo dell’esilio di Lucifero e dei suoi seguaci sarà il fuoco dell’infero. Da quel momento però sia a lui che ai suoi, viene permesso di indurre gli uomini al male. “Non soltanto vinti sono essi (gli Spiriti Maligni), bensì anche giustiziati e dannati. La sentenza è pronunziata anche se ancora non annunciata solennemente. Il fuoco è già pronto per il diavolo, anche se egli non è stato ancora gettato per sempre nel fuoco, bensì la sua opera deleteria può continuare ancora per un po’. Il Signore del Cielo lo ha reso uguale al suo martello, martello per tutta la terra, con il quale gli eletti vengono picchiati per la loro salvezza e completezza, mentre gli abietti con esso verranno stritolati per la loro dannazione”.

Don Marcello Stanzione

 
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