Il Papa visiterà la sinagoga di Roma |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Benedetto XVI andrà in visita alla Sinagoga di Roma il prossimo 17 gennaio: la data è stata ufficializzata dalla Sala Stampa della Santa Sede e dalla Comunità Ebraica di Roma. Per la terza volta, dunque, Benedetto XVI si reca in visita in una sinagoga: nel 2005, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, si recò in visita nella Sinagoga di Colonia; nel 2008, durante il viaggio negli Usa, visitò la sinagoga di Park East. Un’attenzione, quella per il mondo ebraico, che è stata sempre molto forte nel pontificato di Benedetto XVI. Nonostante alcuni incidenti di percorso, che non hanno impedito lo svilupparsi dei rapporti. Il viaggio di Benedetto XVI in Israele quest’anno, ad esempio, è avvenuto nonostante nei mesi immediatamente precedenti era scoppiata la polemica sul processo di beatificazione di Pio XII e poi quella relativa al caso Williamson, il vescovo lefevbriano che – dopo la revoca della scomunica – è finito nell’occhio del ciclone per le sue dichiarazioni anti-semite. Una bufera, ... ... quest’ultima, che aveva portato i rabbini italiani a cancellare la loro presenza alla giornata di riflessione ebraico cristiana. Quest’anno, invece, il rabbino capo di Roma Di Segni e il presidente dell’assemblea dei rabbini Giuseppe Laras hanno incontrato il presidente della Cei Bagnasco, e hanno confermato che quest’anno gli ebrei ci saranno: il tema sarà il quarto comandamento della numerazione ebraica, “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. E avverrà il 17 gennaio. Lo stesso giorno in cui Benedetto XVI, ventiré anni dopo Giovanni Paolo II, varcherà la soglia della sinagoga di Roma. Tra l’altro, il 17 gennaio coincide quest’anno con la festa ebraica romana del Moed di Piombo, che ricorda quando, il 12 gennaio 1793, una pioggia provvidenziale salvò il ghetto dall’incendio ad opera di un gruppo di rivoltosi. Sono ancora molte le questioni sul tavolo riguardo il dialogo ebraico-cristiano. Ma, ad onor del vero, non riguardano tutto il mondo ebraico. Basti pensare che recentemente Benedetto XVI ha ricevuto gli esponenti della fondazione ebreo-americana Pave the Way: questi hanno proposto di nominare Papa Pio XII “giusto tra le nazioni”, dopo aver svolto una grande campagna per riabilitarlo all’interno della comunità ebraica. Non si perdona, a Pio XII, il suo “silenzio” riguardo la Shoah. Proprio la Shoah è stato un tema controverso nei rapporti tra Benedetto XVI e gli Ebrei. Durante le polemiche per il processo di beatificazione di Pio XII, il Papa ha condannato la Shoah. E ha ribadito questa condanna espresso anche nella lettera indirizzata ai vescovi dopo il caso Williamson. Una lettera nella quale, ha commentato malignamente qualche membro della Curia, c’è più amicizia per gli ebrei che per i suoi vescovi. Ma la questione non manca di essere posta ogni qual volta è possibile. L’ultima volta a Praga, durante il recente viaggio: un giornalista tedesco ha fatto notare come “non ci sia stato un cenno” del Papa allo sterminio degli Ebrei in Repubblica Ceca, che pure fu devastante. Gli fu risposto che “la condanna del Papa è stata ferma e inequivocabile”. Polemiche che in realtà gli ebrei hanno già archiviato. Più che sulla polemica, puntano sul dialogo. “L’atteso incontro di Papa Benedetto XVI – dichiara il rabbino Di Segni – è per noi la prosecuzione di una strada d’incontro. L’appuntamento è un grande segno di attenzione, rispetto e volontà di partecipare ad un progetto di pace che deve essere condiviso”. È la linea del Papa, che punta a riscoprire le radici del cristianesimo attraverso il dialogo con gli Ebrei. Non è un caso che circa un anno fa, l’Osservatore Romano ospitò un articolo del rabbino Di Segni sul significato della festa ebraica dello Yom Kippur, e successivamente ha dedicato spazio all’altra faccia della questione, e cioè a come il Nuovo Testamento abbia rivoluzionato i simboli del kippur, con un articolo di Christopher Robert Abeynaike, sacerdote e biblista africano. Andrea Gagliarducci |
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