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Anche in Polonia arrivano i libri sugli Angeli di Don Stanzione PDF Stampa E-mail

Anche in Polonia arrivano i libri sugli Angeli di Don StanzioneIl libro di don Marcello Stanzione “ Gli angeli nostri amici” edito in Italia dalle Paoline di Milano e giunto alla sesta edizione, è stato recentemente tradotto in polacco. Per il sacerdote salernitano che collabora a diversi siti internet come DentroSalerno e Pontifex è una bella soddisfazione riuscire ad arrivare anche in Europa orientale. Altri libri di don Marcello sono stati tradotti anche in francese, portoghese ed inglese. E’ usando le parole di Sant'Ambrogio: "Dovremmo pregare l'angelo che ci è stato affidato come custode,"che San Bernardo giustamente ci ricorda i doveri che abbiamo nei confronti del nostro Angelo Custode: "Riverenza alla sua presenza, devozione per la sua benevolenza, fiducia nelle sue cure. Ricordati sempre che sei in presenza del tuo Angelo Custode," egli ammonisce il suo discepolo. "In qualunque posto tu sia, in qualunque segreta nicchia tu ti nasconda, ringrazia il tuo Angelo Custode. Non fare mai in presenza del tuo Angelo custode quello ... 

...  che non faresti in mia presenza. La grande dignità e santità dei tuoi santi angeli rende il dovere di riverenza indispensabile per noi. In presenza dei grandi della terra, gli uomini sono modesti e rispettosi; in verità, però la loro dignità è incomparabilmente inferiore a quella degli angeli minori. Perciò noi dovremmo sempre rivolgerci al nostro santo Angelo piamente e modestamente, allontanando ogni parola, ogni gesto o azione che potrebbe dispiacere o affliggere il nostro amico e guida celeste. Ricordarci continuamente della presenza del nostro Angelo santo è un mezzo eccellente per superare le tentazioni. Se noi amiamo davvero il nostro Angelo Custode, non possiamo non avere cieca fiducia nella sua potente intercessione presso Dio e una solida fede nella sua volontà di aiutarci. Questo ci porterà frequentemente a invocare il suo aiuto e la sua protezione, specialmente nel tempo della tentazione e della prova. Questo ci spingerà anche a chiedere il suo consiglio per i molti premi che ci affliggono, sia grandi che piccoli. Molti santi hanno fatto di esso una pratica senza intraprendere mai niente senza aver prima chiesto consiglio al loro Angelo Custode”. Ecco anche esattamente cosa significa etimologicamente il loro nome, in ebraico come in greco. Malaak - Malachim al plurale - vuol dire “portatore di messaggio”.

La traduzione greca della Bibbia dei Settanta impiega naturalmente la parola angelos la cui radice rinvia all’idea di novella, di informazione e, di conseguenza, di messaggero. Sant’Agostino lo ricorda ai suoi lettori, nel IV secolo, quando il senso cristiano della parola comincia a velarne il primo significato : “Angelo designa la funzione e non la natura. Tu chiedi come si chiama questa natura ? Spirito. Tu domandi la funzione ? Angelo. Da quello che è, è uno Spirito, Da quello che fa, è un Angelo”. Questo ruolo di messaggero, di ambasciatore di Dio presso gli uomini, tutti gli Angeli, anche i Principi dei Serafini, lo hanno un giorno, così come lo prova la visita di Gabriele, che non è certamente uno Spirito subalterno, a Nazareth ; o quella di Raffaele, che presenta se stesso come essendo “uno dei sette che stanno sempre davanti a Dio”, a Tobia ed alla sua famiglia. Tutti gli Spiriti celesti sono dunque un giorno messaggeri di Dio, ma solo gli ultimi tra di essi non sono che questo : inviati di Dio presso gli uomini. E’ per questo che il nono Coro è quello degli Angeli.

Lo Pseudo-Dionigi, poggiandosi sui primi Padri ed il loro insegnamento teologico, non esita nel vedere negli Angeli gli iniziatori dell’umanità ai misteri divini. “Nei tempi che hanno preceduto la Legge e nel tempo della Legge, gli Angeli hanno guidato i nostri avi verso le realtà divine, prescrivendo loro delle regole di condotta, rivelando loro, come interpreti, le sante ordinanze, le visioni segrete dei misteri che non sono di questo mondo, o diverse profezie”. Ma la visita dell’Angelo ed il suo insegnamento non sono fine a se stessi. Il suo solo scopo, come lo dirà San Bernardo, è di preparare l’incontro dell’anima con Dio e di cancellarsi nell’istante in cui questo incontro si produce, come il negoziatore di un matrimonio regale che si eclissa alla porta della camera nuziale. Portare la parola di Dio agli uomini è la missione per eccellenza degli Angeli, ma non è che un aspetto degli atti che essi non smettono di compiere al servizio del Creatore. Sant’Agostino lo afferma : “Tutte le creature angeliche servono Cristo”.

Questo servizio consiste in una associazione delle creature spirituali superiori nel governo divino. Dio traccia i piani di questo governo e dona direttamente le Sue istruzioni ai Serafini ; a questo si limita la Sua azione. Egli ne confida l’esecuzione agli Angeli. Questi non smettono di rendergli conto affinché li guidi e li illumini. “Non sono tutti degli Spiriti amministratori ?” chiede San Paolo (Lettera agli Ebrei 1, 14). “Ogni creatura visibile è retta dall’azione di uno Spirito celeste” (Sant’Agostino). “Nel mondo visibile, tutto è governato dalle creature invisibili” (San Gregorio Magno). Queste affermazioni fondano tutta la credenza agli Angeli custodi, dai più elevati tra loro che presiedono alla corsa degli astri e dei pianeti fino a quelli che proteggono gli individui. Perché gli Angeli hanno un ruolo di tutela. Gioiendo già della visione beatifica, gli Angeli non possono meritare di più da se stessi, qualunque desiderio ne abbiano. Così come lo dice uno di loro a Mechtilde Taller : “Se noi fossimo capaci di invidiare gli uomini, noi li invidieremmo di poter soffrire per la gloria di Dio...” Non potendo immolarsi all’Amore, gli Angeli lavorano nell’aumentare la gloria divina dall’umanità. Ma essi lo fanno anche perché sono colmi di una immensa carità e di una compassione che agisce verso gli uomini. Essi sanno che formano con noi una sola città di Dio e lavorano nell’aumentarne il numero dei cittadini con tutto il loro potere.

di Alfonso Giusti

 
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