Vicenda Boffo - primi sviluppi |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Benedetto XVI chiama il presidente della Cei Bagnasco, gli chiede “notizie e valutazioni sulla situazione” riguardante la vicenda del direttore di Avvenire Boffo e “ha espresso gratitudine e apprezzamento per l’impegno della Cei e del suo presidente”. E il Vaticano torna a confermare la solidarietà al direttore di Avvenire, affermando inoltre che non c’è nessuna spaccatura tra la Santa Sede e la Cei. “I tentativi di contrapporre la segreteria di Stato e la Conferenza Episcopale non hanno consistenza”, assicura il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Mentre Berlusconi sottolinea che non c’è nessuna frattura con il Vaticano, con il quale il suo governo ha “dialogo quotidiano”. L’annuncio della telefonata del Papa a Bagnasco viene dopo quello della telefonata tra il cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano, e Boffo, sembrerebbe smentire una distanza tra Santa Sede e Cei. Il portavoce vaticano Federico Lombardi ha sottolineato come “vi è accordo ... ... tra la Santa Sede e la Chiesa in Italia, nel rispetto delle rispettive competenze, ed essendovi frequente contatto e profonda conoscenza e stima fra il cardinale segretario di Stato e il presidente della Conferenza Episcopale. Pertanto i tentativi di contrapporre la Segreteria di Stato e la Conferenza Episcopale non hanno consistenza”. Ma la chiave della questione è proprio “nel rispetto delle rispettive competenze” dove si ferma quella della Cei e dove inizia quella della Segreteria di Stato nei rapporti con il governo? Rapporti che non si sono raffreddati. “Non c’è stata nessuna distanza – sottolinea il premier Berlusconi – abbiamo continuato come sempre i nostri contatti e il nostro dialogo pressoché quotidiano con la Santa Sede”. E spiega che la sua non partecipazione alla perdonanza dell’Aquila “era stata concordata tra il sottosegretario Letta e la segreteria di Stato Vaticana”. Intanto, il Gip di Terni nega l’accesso agli atti del procedimento per molestie personali. I giornalisti potranno avere in copia il decreto penale di condanna, ma senza il nome della persona offesa. Secondo la ricostruzione di Panorama, si trattava di una donna giovane, fidanzata, ma non ancora sposata, al tempo delle molestie, che “appartiene ad una nota famiglia ternana che ha legami molto stretti con la Curia cittadina” “Ritengo – ha detto il gip Pier Luigi Panariello – che il diritto di cronaca possa essere soddisfatto attraverso la divulgazione del fatto, di come si è concluso il procedimento”, mentre la conoscenza degli atti processuali va riservata alle parti coinvolte che “se lo vogliono possono poi metterli a disposizione”. Tra l’altro, ha detto Panariello, i difensori di Boffo hanno chiesto copia degli atti del fascicolo in questi giorni.. Il direttore di Avvenire prepara la controffensiva. Ieri, il quotidiano dedicava alla vicenda le ultime tre pagine: a fianco dell’editoriale, le fotografie del certificato del casellario giudiziale e la cosiddetta “informativa”, definita “il foglio B”, che Boffo descrive come “uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare”. E corre una voce: che dietro la secretazione della vicenda Boffo ci sia un accordo tra il direttore di Avvenire e la Curia: se nessun nome verrà fatto, sarà lui stesso a mettere a disposizione il suo posto. Tra l’altro, la stessa famiglia della donna vuole chiudere la faccenda. “La vicenda - dice la madre della donna – si era completamente risolta e se qualcuno oggi l’ha ritirata fuori, ci sembra una cosa impropria”. di Andrea Gagliarducci |
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