1 Settembre 2009: quarta giornata per la salvaguardia del creato |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Il 1 settembre 2009 la Chiesa cattolica celebra la quarta giornata per la salvaguardia del creato. L’obiettivo di tale giornata è quello di far prendere sempre più coscienza ai cristiani che l’impegno per il creato fa parte dell’ azione pastorale ordinaria della Chiesa. Oggi di fronte a tendenze panteistiche di alcuni movimenti verdi, è bene che i cristiani si ricordino che nel “Credo” che ogni domenica si recita nella celebrazione eucaristica festiva essi professano la loro fede in Dio Padre, creatore del cielo e della terra, e che poi Dio ha creato tutto per mezzo ed in vista di Cristo. Il cristianesimo considera la creazione come opera di Dio, che resta sempre il Signore del creato, cosicché l’uomo non ne diventa mai il padrone assoluto, ma riceve da Dio il mondo come un dono per il suo bene e, affinché come collaboratore di Dio, lo porti a compimento nel migliore dei modi. Per la teologia cristiana, le cose create sono il segno di Dio e ne portano l’impronta, ed è proprio ... ... attraverso di esse che l’uomo naturale, senza una particolare rivelazione divina, sperimenta la bontà e la bellezza di Dio. Scrive san Paolo nella Lettera ai Romani: “Dalla creazione del mondo in poi le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l’intelletto delle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Rom 1, 20). Il creato non ha solo una valenza economica, pragmatica e utilitaria, ma ha anche un valore religioso ed estetico, cioè attraverso la sua contemplazione l’uomo si deve elevare spiritualmente e filosoficamente alla divinità. Allora la devastazione ecologica e l’avvilimento della natura sono per i cristiani quasi un sacrilegio, cioè una grave profanazione di quel tempio di Dio che è il creato e rientra nella categoria morale di peccato sociale. Al corretto rapporto dell’uomo con l’ambiente il santo padre Benedetto XVI dedica alcuni paragrafi dell’enciclica “ Caritas in veritate”. Il papa scrive che il creato “ è stato donato da Dio a tutti e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera”. Nell’enciclica il pontefice censura l’incetta delle risorse naturali che genera sfruttamento e frequenti conflitti e l’accaparramento energetico che rappresenta un grave impedimento per i paesi poveri. Benedetto XVI poi sottolinea che “ il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale”. Il tema di quest’anno è sull’aria come dono di vita. Infatti è evidente a tutti che senza aria non c’è vita. Ed è evidente che le tante emissioni- si pensi solo al traffico automobilistico- abbiano gravemente inquinato l’aria. Da ciò emerge un problema non soltanto per la salute dei singoli ma anche a livello planetario perchè i cosiddetti “gas serra” non più assorbili nel ciclo naturale, contribuiscono al cambiamento climatico. In questo 2009 in cui ricorre l’ottavo centenario della presentazione della regola da parte di san Francesco a papa Innocenzo III, è il Cantico delle creature di frate Francesco a fare da sfondo a tale giornata di sensibilizzazione. Il santo d’Assisi infatti ringrazia il Signore “ per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo”. Nel messaggio firmato dalla commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e dalla commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, si afferma che in quanto credenti i cristiani sono chiamati ad un particolare impegno di custodia del creato. Tale attenzione nasce appunto dalla fede cristiana e trova il suo fondamento nella Parola di Dio. Il documento ricorda la Genesi in cui Dio soffia nelle narici dell’uomo per indicare che ogni forma di vita rinvia in ultima analisi allo “ Spirito”. Si sottolinea anche che Gesù, dopo la risurrezione, alita sui discepoli donando il suo Spirito. Ma, insieme al “soffio della vita” si manifesta anche il peccato di cui la crisi ecologica è una conseguenza. Quindi se come cristiani si prende coscienza del peccato che nasce da un rapporto sbagliato con il creato, si è pure chiamati alla conversione ecologica. Il documento dei vescovi fornisce alcune indicazioni pratiche come il ridurre l’uso dell’auto o del riscaldamento; ottimizzare l’uso dell’energia a partire dalla progettazione degli edifici; valorizzare le energie pulite e rinnovabili. Solo così si potrà attuare quel principio di precauzione a tutela delle generazioni future ma anche di quei poveri della terra che già patiscono gli effetti perversi dei mutamenti climatici. di don Marcello Stanzione |
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