Luigi IX: il re cristianissimo di Francia |
L’espressione “ Re cristianissimo” è stata una formula che nel passato indicava il posto riconosciuto alla religione di Cristo nella struttura stessa dello Stato. In San Luigi non è solamente un appellativo, un titolo ufficiale, ma la realtà d’una fede capace di trasportare più che delle montagne, ma di trasportare se stesso ed il suo popolo per la conquista dai mussulmani del sepolcro di Cristo. Luigi IX trascorse la maggior parte della sua vita sforzandosi di rappresentare la figura del sovrano cristiano ideale. A lui si debbono il rinnovamento dell’economia del paese, la fondazione di ospedali, la promozione della giustizia con leggi pubblicate sotto il suo nome, istituì la Camera dei conti, riformò nel 1263 la moneta che si impose rapidamente, contestando le prerogative signorili. Non lo si dimentichi. Il giudizio sulla storia è così spesso sommario e falsato dalla proiezione su di un tempo passato, dai pensieri, dalle concezioni, buone o cattive, dall’epoca ... ... posteriore in cui le si vive. Era figlio di Luigi VIII e di Bianca di Pastiglia. Usufruì della ricchezza economica accumulata dal nonno Filippo Augusto e di proprietà redditizie. Nacque a Poissy il 25 aprile 1214. Il padre morì quando aveva dodici anni e fu la madre a governare il paese fino a che Luigi non raggiunse la maggiore età. Fu incoronato re di Francia a Reims il 29 novembre 1226. Sposò Margherita, figlia maggiore di Raimondo Berenguer, conte di Provenza, a Sens, il 27 maggio 1234 ed ebbe undici figli, di cui nove sopravvissuti. Il re aveva il nobile scopo nell’indire la crociata contro l’Islam di poter permettere ai cristiani di potersi recare liberamente in pellegrinaggio alla tomba di Cristo a Gerusalemme e per questo combattè contro i mussulmani che occupavano la Terra Santa. Presso Damista nel 1249 vinse i saraceni, ma poi il suo esercito, decimato da una pestilenza fu sconfitto e lo stesso re fu fatto prigioniero nel 1250 ed infine fu riscattato dalla prigionia solo a un altissimo prezzo. Egli era terziario francescano ma dal momento che non poteva seguire le pratiche di povertà di Cristo e degli eremiti che tanto ammirava, emulava la loro umiltà e fece della penitenza una costante della sua vita. Si fustigava contro le tentazioni di lussuria e di golosità ed indossava un cilicio sotto le vesti regali e preferiva sedere per terra senza la minima affettazione. Il re era noto per l’onestà, specialmente nell’osservanza di patti e di accordi. Il comportamento di Luigi IX sempre estremamente imparziale era inusuale all’epoca, infatti una volta nominò una commissione speciale per indagare sugli abusi di potere della casa reale. Si sforzò sempre di promuovere la pace: proibì le guerre private tra i signori feudali ed anche sovrani stranieri gli chiesero di fare da giudici nelle loro contese. La sua umanità e generosità erano eccezionali, fondò un ospedale per trecento ciechi, donava regolarmente cibo ai poveri ai suoi cancelli, servendoli di persona, mentre per ogni provincia del regno teneva elenchi di persone bisognose che aiutava. In tutta Europa si ammiravano le università, come la Sorbona, le raffinate cattedrali e le sue varie fondazioni monastiche come Royaumont, Vauvert e Maubisson. Soprattutto era famosa la Sainte Cappelle a Parigi costruita da Luigi nel 1245- 1248 come cappella privata del re e della sua famiglia. Era fedele alla Chiesa e ai suoi ministri. Godeva della compagnia di sacerdoti virtuosi ed intelligenti che consultava per istruire la sua coscienza. In diverse occasioni invitò san Tommaso d’Aquino per discutere di importanti affari statali e per ascoltare i suoi arguti ragionamenti. I suoi biografi spesso ricordavano il suo buon umore con la sua risata ed i suoi scherzi da cui si tratteneva il venerdì in memoria della passione del Cristo e pretendeva che anche gli altri facessero lo stesso.. Nel 1230 proibì l’usura e non la tollerò neppure agli ebrei, che sino allora erano stati esentati; non permetteva atti osceni o discorsi volgari a corte e chiunque veniva sentito bestemmiare veniva citato a giudizio. Era un autentico sostenitore della pace anche come fonte di benessere economico. Il re era restio a entrare in guerra ma non esitava a farlo se lo riteneva necessario: se la pace del regno cristiano era minacciata, la guerra era motivata. Considerava il compito supremo di un monarca cristiano il mantenimento di una cristianità compatta che non poteva tollerare la presenza al suo interno di forze contrarie che minacciavano l’unità. I nemici del Cattolicesimo per lui erano soprattutto mussulmani, ebrei, eretici e gli omosessuali. Per raggiungere i suoi obiettivi Luigi IX cercava di integrare queste persone e, se non vi riusciva, cercava di eliminarle per il bene della società. I suoi contemporanei lo ritenevano certamente un santo non tanto per i suoi successi politici o militari quanto per il suo comportamento giusto, modesto e coraggioso anche durante la prova: nella malattia, in prigione, e quando perse la moglie ed il figlio. Luigi IX ebbe l’ardire di intraprendere un’altra crociata contro l’Islam, quando il sultano di Egitto si impadronì di gran parte della Palestina: fu vinto dalla peste scoppiata nel suo esercito di sessantamila uomini. Steso su di un letto, coperto di cenere e cilicio, con le braccia aperte come in croce, spirò il 25 agosto 1270, pronunciando le parole del salmo 5,8: “Entrerò nella tua casa, Signore, e adorerò nel tuo santo tempio”. Il papa Bonifacio VIII canonizzò Luigi a Orvieto il 6 agosto 1297. di Don Marcello Stanzione |
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