Il martirio del Battista: la fine di una missione provvidenziale |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions “I pensieri di Dio non sono i pensieri degli uomini”. Comunque il piano superiore di Dio e dei suoi voleri è talvolta congiunto da un piano puramente umano. I divini disegni possono essere serviti dagli eventi anche quando vengono ad essere ispirati quaggiù dalle cattive intenzioni degli uomini. Non è questa la storia di San Giovanni Battista, della sua fine prematura ? Vi è là un vero assassinio, contornato dai più miserevoli intrighi ? La missione provvidenziale di Giovanni Battista è stata una delle più alte confidate ad un uomo : egli era “più che un Profeta,...il precursore del Messia”. Una volta data la sua testimonianza, annunciato il Messia, l’inizio del regno di Dio inaugurato dalla predicazione del Salvatore, Giovanni ne aveva concluso lui stesso alla fine del suo ruolo terreno. “Occorre che lui, (il Messia), cresca e che io (Giovanni) diminuisca”. Magnifica umiltà ! Giovanni si sente alla fine della sua missione. Egli non era più anziano di Gesù che di qualche mese. ... ... La sua gioventù non sembrava doverlo predestinare ad una morte prossima, il ritiro nella preghiera, come al tempo della preparazione alla sua missione, poteva essere per lui un modo di onorare il Signore e di servirlo. Gli eventi si svolsero differentemente. La cognata di Erode, Erodiade, nutrì cattive intenzioni contro Giovanni. Egli aveva rimproverato ad Erode l’impossibilità di prendere in sposa la moglie del suo proprio fratello ed Erodiade ne aveva concepito un risentimento profondo. Ella avrebbe voluto il castigo mortale di questo testimone imbarazzante della verità. Erode non osò, avendo per Giovanni Battista dei sentimenti di alta stima. Il pranzo orgiastico, una folle promessa del re a favore della figlia di Erodiade, che gli era piaciuta per le sue danze ed ecco la donna colpevole ed astiosa soddisfatta nel suo cattivo desiderio. Ella fece reclamare da sua figlia la testa di Giovanni su di un piatto. Attribuendo un valore a questa empia promessa, Erode, con rimpianto, ma col singolare scrupolo della fedeltà ad una tale parola, acconsentì al crimine odioso : “Il boia tagliò la testa di Giovanni nella sua prigione e la portò su di un piatto”. Giovanni proprio per le sue accuse e denunzie a coloro che non si denunziano mai impunemente, cioè i potenti, perde la sua vita terrena, ma acquista la sua vita in Dio. Egli accusa Erode della sua vita scostumata e sa benissimo che, così facendo, gioca, la propria testa. Questo Giovanni Battista è modello estremamente moderno, di una vita forte e nel medesimo tempo tutta umile. Tragica realizzazione della parola del Precursore : “Bisogna che lui (il Messia) cresca e che io diminuisca”. Dio si è nondimeno servito del mezzo di una morte criminale dopo la missione di Giovanni Battista, per richiamarlo nell’eternità che doveva essere tutta di ricompensa e di gioia, immediatamente dopo la morte di Cristo e, fin allora, nell’attesa del Limbo, comune ai Giusti dell’Antico Testamento. Noi talvolta siamo stupefatti da alcune sparizioni, le une premature, le altre consecutive a degli eventi umani incomprensibili, apparentemente fortuiti, talvolta criminali. Certo gli uomini custodiscono la loro libertà e da questa moltiplicano i loro errori. Ma quale che sia il loro modo di agire, Dio si serve degli eventi ed al bisogno ne modifica il corso. Ad ognuno ha dato la missione in questo mondo. L’essenziale per l’uomo è di compierla bene. È questo il pensiero di Dio. Il resto, i rimpianti e le altre considerazioni rischiano di essere nient’altro che dei pensieri degli uomini. di Don Marcello Stanzione |
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