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Satanismo e criminalità giovanile PDF Stampa E-mail

Satanismo e criminalità giovanileIl “Satanismo”, da un punto di vista storico e sociologico, può essere definito come l’adorazione e la venerazione da parte di gruppi organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale e liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia (Massimo Introvigne). Alcune correnti teoriche riconducono al Satanismo la totalità delle azioni criminose commesse, anche solo apparentemente, in “nome di satana”. Altri identificano con tale termine solo una specifica tipologia satanista, quella “occultista”, che crede nelle stesse tesi dei cristiani, “rivisitandole” in chiave blasfema. I satanismi propongono una “formula” chiara ed efficace: “il Satanismo”, come si evince dal Compendium Daemoni, “è individualismo, autoconsapevolezza e rinascita interiore; è un culto/religione/filosofia personale”. Tale impostazione teorica permette che esistano differenti modi di manifestare il proprio satanismo, tanti quanti sono le persone che ... 

...  vi aderiscono, ma di concordare sull’assunto di base. Il Satanismo così inteso rifiuta qualsiasi tipo di dogma perché ha l’obbligo di mettere tutti in discussione continuamente. L’unica divinità è l’uomo stesso e satana è il Simbolo da onorare; il satanista non ha bisogno di pregare perché deve, da solo, provvedere a ciò di cui ha bisogno. Il Satanismo è, per stessa ammissione dei satanismi, “egoismo, individualismo, guerra a tutto ciò che ostacola il raggiungimento del piacere”. Le correnti principali nella quale gli studiosi suddividono il fenomeno sono Quattro: 1. Un satanismo “razionalista”, che propone una visione anticristiana del mondo, fondata su anticonformismo, edonismo e trasgressione della morale tradizionale. Qui satana rappresenta il male invertito al Bene. 2. un satanismo “ occultista”, che predica una visione del mondo vicina a quella cristiana, ma che ha scelto il campo opposto dell’avversione a Dio e del servizio al demonio. 3. un satanismo “acido”, in cui il culto del demonio non deriva da scelte filosofiche, ma serve a giustificare le devianze come uso di droghe, oppressione psicologica, violenza, maltrattamento di animali, stupri, pedofilia, “suicidi”, omicidi. Per tali ragioni, i culti  “acidi”sono ritenuti i più pericolosi sul piano sociale e noi fra poco forniremo diverse testimonianze di efferati delitti. 4. infine il “luciferismo”, di ispirazione “gnostico-manichea”. Qui Lucifero è ritenuto superiore a Satana, e considerato “ principio” soprannaturale posto sullo stesso piano di Dio; e pertanto altrettanto necessario. Questa corrente propone perciò una visione dualistica del mondo, in cui operano due principi, Dio e lucifero, contrapposti e complementari, in una lotta senza fine.

Per quanto riguarda l’estensione numerica del Satanismo in Italia esistono stime diverse, prodotte dalle varie associazioni che operano in questo settore. Il “Rapporto del ministero dell’Interno” del 1998 calcolava il numero dei gruppi luciferiano-satanisti in una decina per un totale di 200 adepti. Cifre che secondo il telefono antiplagio sarebbero largamente sottostimate. Secondo questa associazione i gruppi satanici in Italia sarebbero circa 500. Basti pensare che nella sola Sardegna telefono antiplagio ha ricevuto nel 2004 più di 1000 segnalazioni. Dal rapporto del ministero degli Interni del 2004 sul satanismo emerge che il 57% di questi gruppi si troverebbe al Nord, il 27% al Centro e il18% al Sud e nelle Isole. Le Regioni maggiormente coinvolte sono Lombardia, Lazio e Veneto. Per quanto riguarda poi l’identikit dei soggetti coinvolti in genere essi hanno un’età media intorno ai 35 anni e il 51% è di sesso femminile, il 35% possiede la laurea o il diploma, mentre il 32% la sola licenza elementare. Che il satanismo sia un fenomeno in crescita è purtroppo una triste realtà. Ciò che oggi preoccupa è il coinvolgimento dei minori, a causa della facilità con cui essi possono reperire informazioni su internet, infatti il 33% dei soggetti attratti dal satanismo e stregoneria lo sono attraverso la rete e sono giovanissimi. Nel rapporto del Ministero dell’Interno si legge che il 21% di essi ha un’età tra i 15 e i 17 anni, il 9% tra gli 11 e i 14 anni, il 3% ha tra i 6 e i 10 anni.   Gli episodi di cronaca coinvolgono giovani e adolescenti in quel “satanismo acido”, a volte sottovalutato, che può sfociare, come in questi casi, in atti estremi, che vanno oltre la semplice “religione del Demonio” ostentata dai “razionalisti”.

Il 14 marzo del 1998, Nadia Roccia, una diciottenne di Castelluccio dei Sauri, in provincia di Foggia, viene ritrovata strangolata nel garage di casa. Le forze di polizia, con il coordinamento del PM Alfredo Viola, fermano due ragazze, compagne di Nadia nella quinta D dell’istituto magistrale “Poerio” di Foggia, con l’accusa di omicidio premeditato. Sono Anna Maria Botticelli e Maria Filomena Sica, entrambe appena maggiorenni, ed amiche del cuore della Roccia. La vicenda presenta molti punti oscuri, anche se le dinamiche del delitto appaiono certe. La sera dell’omicidio, la Botticelli e la Sica attirano con un pretesto l’amica nel box di casa, la uccidono strangolandola con una sciarpa o un altro indumento e inscenano una impiccagione con una corda da ginnastica. Per rendere credibile il suicidio, accanto al cadavere lasciano una lettera, preventivamente fatta firmare da Nadia con l’inganno, nella quale la ragazza confessa di essersi tolta la vita perché lesbica, e perché non sopporta più i pettegolezzi del paese. Ad indirizzare gli investigatori sono le testimonianze di alcuni amici e la perizia del medico legale, secondo il quale Nadia è morta per soffocamento. Inoltre, in casa di una delle ragazze viene trovata la macchina per scrivere, utilizzata per compilare la lettera-testamento. Se gli autori del delitto sono individuati, rimangono ancora incerte le motivazioni di tale gesto. Le piste sono tante. La prima teoria è quella dell’omicidio per un rito satanico o una iniziazione esoterica, che sembra trovare fondamento in alcune intercettazioni telefoniche e nelle perquisizioni delle abitazioni delle due ragazze, in cui sembra si siano rinvenute lettere, libri, oggetti personali (un medaglione) e quadri raffiguranti immagini sataniche. Poi c’è l’elemento omosessuale, cioè se la vittima fosse davvero lesbica e se lo fossero anche le due amiche, che l’avrebbero uccisa durante un incontrollato gioco erotico. Infine, si parla anche del possibile condizionamento di uno di quei misteriosi “giochi di ruolo” nei quali quando esce l’ordine o la carta dell’impiccagione, bisogna “farsi strangolare”. Il movente fornito dalle ragazze, nel corso degli interrogatori con le forze di polizia, è quello di aver ucciso Nadia su ordine del padre defunto della Sica, apparso in sogno alla Botticelli. Il perito di parte, lo psichiatra Francesco Bruno, docente di criminologia alla Sapienza di Roma, ritiene che Anna Maria Botticelli e Maria Filomena Sica non fossero capaci di intendere e di volere la sera del delitto, ma che, al contrario, agissero inconsapevolmente in una sorta di stato di dormiveglia.

“La tesi del Prof. Bruno, coadiuvato dalla moglie, Simonetta Costanzo (psicologa), è quella del contagio psichiatrico, della «follia a due», uno stato mentale molto raro che sopraggiunge quando due persone entrano insieme e nello stesso momento in un tunnel di pazzia, in un vortice irrazionale che cessa di esistere solo quando la follia è compiuta. In questo caso sarebbe stata la personalità dominante di Annamaria ad attirare nel vortice di follia la Sica, anche se, ovviamente, la persona che risulta condizionata dall’altra – ha spiegato il Prof. Bruno – deve avere una certa predisposizione alla distorsione della realtà. Il 9 febbraio 2000, la Corte di Assiste di Foggia, in primo grado, condanna le due ragazze all’ergastolo.

L’OMICIDIO DI SUOR LAURA MAINETTI

Alcuni fatti di cronaca, accaduti in Italia e all’estero, sembrerebbero confermare la tesi del collegamento tra satanico giovanile e un certo tipo di musica rock. L’episodio più sconcertante è l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 6 giugno 2000, da tre ragazze di diciassette anni. La religiosa, conosciuta da tutti per la sua bontà e per la sua carità, è stata colpita da diciannove coltellate.
Si è trattato di un vero sacrificio esame dedicato al diavolo. Le tre ragazze, infatti, erano appassionate di esoterismo e rock satanico. Nei loro diari gli inquirenti hanno trovato immagini e i testi delle canzoni di Marilyn Manson e poi simboli diabolici come la crocfe rovesciata e il “sei sei sei”, numero biblico dell’Anticristo.
La suora era una persona disponibile, sempre pronta a correre in aiuto di chi era in difficoltà. La sera del delitto, una delle ragazze le telefonò fingendosi disperata perché era rimasta incinta dopo aver subito una violenza sessuale in famiglia e le chiese un incontro, ma era una trappola.
La religiosa è stata convinta a recarsi in una zona isolata, in mezzo al bosco, e il giorno dopo è stata ritrovata in una pozza di sangue, trafitta da diciannove coltellate al volto, alla gola e al torace.
Durante gli interrogatori, le tre ragazze hanno rivelato che a “Satana sarebbero bastate diciotto coltellate”. Sei colpi per una, in modo da comporre il diabolico numero “sei sei sei”. Ma il colpo dato in più, secondo le giovani, avrebbe rovinato il rito.
Le ragazze hanno raccontato che suor Maria Laura, mentre riceveva le coltellate, era in ginocchio e pregava a mani giunte. Le sue ultime parole sono state: “Signore perdonale”, mentre le ragazze continuavano a trafiggerla e a insultarla: “Muori, bastarda”.
La cosa più inquietante è che le diciassettenni, per rafforzare quel folle patto, hanno compiuto una serie di riti satanici. Uno, in particolare: ognuna delle tre assassine si è procurata una ferita, alla mano o al polso, per raccogliere un bicchiere di sangue da bere come eterno giuramento e dono di vestizione nel nome di Lucifero. La notizia della morte di suor Maria Laura Mainetti è stata diffusa da Radio Vaticana e l’episodio ha suscitato tanto stupore e commozione per il martirio di questa suora.
In occasione dell’omicidio della suora, don Agostino Clerici, direttore del settimanale della Diocesi di Como, in un articolo ha scritto: “Il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità; la maleducazione troneggia dove manca l’educazione; il male serpeggia quando gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il male. Tutto è ancora più drammatico in quell’età in cui ai “lutti” dell’infanzia dovrebbero sostituirsi le “nascite” della vita adulta.
L’adolescente ha bisogno di essere amorevolmente e tenacemente educato al sacrificio. Solo il sacrificio partorisce il bene. Oggi lo si rifugge, in una società dell’avere che lasci trasparire sempre più la povertà dell’essere.
E se il sacrificio non conduce ai valori, il suo posto è preso fatalmente da un protagonismo malsano. La noia occupa un vuoto di ideali. E il gioco è un gioco… di morte. È accaduto a Chiavenna”.

OMICIDI SATANICI NEL VARESOTTO. UCCISI NEL NOME DI SATANA: DUPLICE OMICIDIO DI FABIO TOLLIS E CHIARA MARINO (1998)

Busto Arsizio. Svolta nell’inchiesta sugli omicidi a sfondo satanico nel Varesotto. Tre persone sono state arrestate dai carabinieri su ordine di custodia cautelare firmato dal Gip di Busto Arsizio, Adet Toni Novik. Secondo gli inquirenti, il provvedimento smantella completamente la setta delle “Bestie di Satana”, accusata dei delitti.
Gli arrestati sono Paolo Leoni, noto come “Ozzy”, di Corsico ed Eros Monterosso di Sesto San Giovanni, entrambi di 27 anni, e Marco Zampollo, 28 anni, di Brugherio. Secondo gli inquirenti, i tre sono gli organizzatori del tentato omicidio di Fabio Tollis e Chiara Marino, avvenuto il 31 dicembre 1997, e del successivo riuscito assassinio dei due ragazzi, uccisi e sepolti nei boschi di Somma Lombardo il 17 gennaio 1998. Gli arrestati, non avendo materialmente partecipato ai delitti, sono accusati di concorso in omicidio pluriaggravato e premeditato e tentato omicidio pluriaggravato e premeditato.
Il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, ha sottolineato che gli arrestati “sono ragazzi normali, comuni, che si possono incontrare tutti i giorni per strada”. E incensurati. Leoni abita a Corsico e lavora al banco del pesce di un grande supermercato; Monterosso è impiegato in un’azienda; Zampollo è operaio. Pizzi ha aggiunto che “Leoni è una delle personalità di spicco del gruppo”; questo carisma gli deriva “dalla sua particolare attenzione agli aspetti satanici della setta. Faceva e fa musica rock e heavy metal e ha questo aspetto del capo”. Inoltre il padre di Paolo Leoni una ventina di anni fa aveva ucciso la sua amante, una cantante, con le stesse modalità con cui sono stati massacrati i giovani vittime della setta.
La ricostruzione del duplice omicidio che emerge dalle indagini è da brividi: Mario Maccione, all’epoca minorenne, impugna un coltello e colpisce Fabio con una furia tale che la lama si spezza. Fabio viene massacrato con 80 coltellate inferte con una mazzola da muratore. E mentre urla, cerca disperatamente di sottrarsi a quelle “Bestie” che uccidono in nome di Lucifero, Nicola Sapone gli tappa la bocca ficcandoci dentro un riccio e poi lo sgozza. Infine è una vera e propria orgia di sangue prima di gettare i corpi inermi dei due fidanzatini in una fossa scavata da diversi giorni in quel bosco degli orrori a Somma Lombardo. Buttano dentro quei due e prima di ricoprirli con la terra tutti ci urinano sopra. Maccione si fuma una sigaretta e butta sopra quei corpi il mozzicone.
In questo atroce duplice delitto sono finiti sotto inchiesta anche Paolo Leoni, detto Ozzy (come Ozzy Osborne, leader del complesso metal dei Black Sabbah9, 27 anni, dipendente di un supermercato di Cesano Boscone, considerato “il capo carismatico” delle Bestie di Satana che si trasformavano nelle notti di plenilunio in vere e proprie belve. I carabinieri nella sua abitazione di Corsico trovarono teste di caprone e stelle a cinque punte (simbolo del satanismo) appese nella sua stanza da letto le cui pareti erano tinteggiate di nero. Lui avrebbe organizzato, pianificato, ideato la morte di Fabio e Chiara. A ricostruire quella notte degli orrori era stato Pietro Guerrieri, detto “Wedra”, nell’interrogatorio reso il 4 giugno scorso. Svelò che la notte di Capodanno del ’97 Chiara fu costretta ad un rapporto sessuale con Fabio, sull’auto di Guerrieri, una Renault 4, nel parco dell’Acquatica a Milano. Intanto Leoni infilò petardi nel serbatoio della benzina; uno si spegne, l’altro dà vita ad un piccolo incendio. Era quella la notte designata per la morte di Fabio e Chiara. Ma doveva esserlo già da alcuni giorni prima. Lo raccontò Andrea Volpe: Chiara Marino fu narcotizzata e condotta in una zona frequentata da tossicomani. Qui avrebbe dovuto essere soppressa con una dose di eroina, ma il piano saltò per l’avvicinarsi di una pattuglia dei carabinieri e venne rinviato. Anche il secondo tentativo rifallì, ma non il terzo.
Ozzy disse che Chiara, con cui ebbe anche una relazione, doveva essere uccisa perché stava uscendo dal gruppo e per le “bestie” era un pericolo. E lui l’avrebbe convinta a stare nel gruppo. Ma solo per ammazzarla.
Addirittura, secondo le confessioni rese agli investigatori, Maccione, uscito da uno dei suoi stati di trance in cui dice di entrare in contatto col “Signore delle tenebre, Dio del Male”, riferì che Chiara doveva essere uccisa perché incarnava la Madonna.

OMICIDIO DI MARIANGELA PEZZOTTA (2004)

 Mariangela era tornata a casa come tutte le sere. Poi, verso le ventiquattro aveva ricevuto una telefonata ed era uscita. L’hanno ritrovata i carabinieri in una serra nel giardino di una villetta in via Colombo tra Golasecca e Coarezza. Era stata trasportata là dopo essere stata uccisa.
A compiere il delitto sono stati Elisabetta Ballarin, 18 anni, residente nella villetta teatro dell’omicidio, e con lei il fidanzato Andrea Volpe, 27 anni, residente a Gallarate. Il giovane in passato aveva avuto una relazione affettiva con la vittima. I due, dopo aver sparato a Mariangela, hanno nascosto il corpo della ragazza in una serra. Al mattino hanno cercato di nascondere l’auto della vittima decidendo di farla affondare nel canale Villoresi in località Maddalena.
Nel compiere questa azione hanno avuto un problema e l’auto si è incastrata restando in bilico. A quel punto un abitante del luogo ha chiamato i carabinieri. Al loro arrivo i militi hanno trovato i due giovani in stato confusionale. Li hanno portati in caserma e di lì a poco, dopo la loro confessione, hanno rinvenuto nella serra nel giardino della villetta il corpo senza vita di Mariangela Pezzotta di 27 anni, originaria di Somma Lombardo e figlia del capogruppo di Forza Italia nel consiglio provinciale di Varese, Silvio Pezzotta.
Le ammissioni di Andrea Volpe sul delitto Pezzotta stanno chiarendo definitivamente il quadro di quanto avvenuto quella notte maledetta del 24 gennaio. L’assassinio di Mariangela Pezzotta non fu un atto isolato compiuto dal solo Andrea Volpe con Elisabetta Ballarin, ma un delitto di gruppo, premeditato, per far tacere per sempre la ragazza, che “sapeva troppo”. Sarebbe stato Nicola Sapone ad ordinare ad Andrea Volpe di uccidere la ragazza la notte del 24 gennaio, una notte di luna piena.
Di fronte al procuratore Pizzi e al pm Masini, Andrea Volpe ha confermato le ammissioni di Mario Maccione laddove questi asseriva di essere stato contattato da lui poche ore prima del delitto. Volpe si sarebbe “strafatto” di eroina e tranquillanti per trovare il “coraggio” di sparare alla sua ex fidanzata. Non aveva fatto i conti, però, con la difficoltà di seppellirne il cadavere e di farne sparire l’auto. Per questo Volpe chiamò Nicola Sapone che, giunto nel bosco di Golasecca, prima infierì con una vanga contro Mariangela ancora agonizzante, poi cercò invano di cancellare le tracce dell’orrendo delitto.
Volpe accusa inoltre la sua compagna Elisabetta Ballarin di aver partecipato attivamente all’assassinio e di aver saputo già in anticipo della cosa, a differenza di quanto sostenuto dalla diciottenne. In conclusione oggi tantissimi giovani sono affascinati dai fenomeni legati al mondo dell’occulto, satanismo compreso. E’ dunque facile intuire che laddove essi non possiedano una solida formazione cristiana, l’aderirvi, dopo essersi avvicinati anche solo per curiosità, si riduce il più delle volte a un procedimento automatico. Cosa può spingere un giovane ad accostarsi all’occultismo? Spesso la curiosità, o il piacere di trasgredire; oppure il desiderio di ottenere poteri sovrumani, la necessità di superare e vincere le proprie timidezze ed incapacità di relazionarsi. Va sottolineato che frequentare luoghi ed operatori dell’occulto, partecipare a sedute spiritiche o sataniste, riti di stregoneria, equivale a consegnarsi spontaneamente al demonio.

di Don Marcello Stanzione

 
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