Giro di nomine congelato. In attesa di Giustizia e Pace |
Il giro di nomine che ha coinvolto parte della Segreteria di Stato Vaticana e delle nunziature è stato l’ultimo prima dell’estate. Per il dicastero chiave, il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si dovrà aspettare probabilmente la fine di ottobre, quando il sinodo per l’Africa sarà finito e il relatore del sinodo sarà libero da impegni e potrà prendere nelle mani il nuovo incarico. Da tempo è risaputo che al posto del cardinal Martino, attuale presidente di Giustizia e Pace, sarebbe stato designato un africano. Ed è quasi certo che si tratterà del cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson, attuale vescovo di Cape Coast, a cui è stata affidata la relazione generale del sinodo per l’Africa, che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. Il nome di Turkson è rimasto sottotraccia nel dibattito di questi ultimi mesi: nominato in una rosa di possibili successori di Marino a febbraio, la sua candidatura è poi sbiadita, e si era fatta strada l’ipotesi che a prendere la guida del dicastero Giustizia e Pace sarebbe ... ... stato monsignor Robert Sarah, segretario del Pontificio Consiglio per l’Evangelizzazione dei Popoli. Mantenere un basso profilo su Turkson è stata una scelta precisa: non bruciare la nomina, per poterci riflettere al meglio e riorganizzare con cura il dicastero. Che perde anche il suo segretario: monsignor Crepaldi, che ha seguito passo passo la stesura dell’ultima enciclica, e ne è stato il principale promotore, è stato promosso arcivesco di Trieste. Al suo posto, andrà con tutte le probabilità Mario Toso, salesiano, esperto di Dottrina Sociale, tra i consulenti dell’enciclica Caritas in veritate (il testo è passato tra le sue mani per le ultime e decisive revisioni), cui è appena scaduto il mandato di rettore dell’Università Salesiana. Un’altra nomina “salesiana” in vista, dunque, a testimonianza che l’influenza del cardinal Bertone, segretario di Stato, è ancora alta. Eppure c’è chi ha letto nelle ultime nomine papali un segnale per Bertone, verso il quale alcuni in Curia mostrano una certa insofferenza. Il segnale sarebbe stato il maggior peso degli italiani ai vertici delle nunziature apostoliche: Luigi Gatti, Gabriele Caccia e Franco Coppola sono stati destinati rispettivamente alle “ambasciate” in Grecia, Libano e Burundi. In particolare, la nomina di Caccia era attesa: questi ha passato 16 anni in Segreteria di Stato, e da tempo era assessore della prima sezione per gli affari interni, un posto chiave per la gestione dei dossier più scottante. Con la nunziatura, è stato promosso arcivescovo. Al suo posto va Peter Brian Wells, consigliere di nunziatura presso la stessa sezione della Segreteria di Stato, che ha avuto il suo momento di visibilità durante la visita di Obama in Vaticano: c’era anche lui, a fianco al Prefetto della Casa Pontificia Paolo De Nicolò. Resta invece ancora da definire chi occuperà il posto di monsignor Fortunato Baldelli (nominato in Curia) a Parigi. La nunziatura vacante di Parigi lascia presagire ad altri movimenti importanti: il posto, per tradizione, apre la strada per una carriera “cardinalizia”, e dunque molto si capirà degli equilibri di Curia quando sarà nominato il successore di Baldelli. La rosa, per ora, si stringe a due nomi: Celestino Migliore, ora osservatore all’Onu, e Luigi Ventura, attualmente nunzio in Canada. di Andrea Gagliarducci |
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