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Obama si impegna a ridurre il numero degli aborti PDF Stampa E-mail

Obama si impegna a ridurre il numero degli abortiIl dono non annunciato che Benedetto XVI fa al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, per la prima volta in visita ufficiale in Vaticano, è l’istruzione “Dignitas Personae”, documento presentato alla fine dello scorso anno che ribadisce le posizioni della Chiesa in temi di aborto, eugenetica, ricerca sulle staminali. L’importanza simbolica è però notevole: è proprio sulla politica della vita che si è registrata la più ampia contestazione del mondo cattolico americano alla presidenza Obama. La promessa, in campagna elettorale, di firmare come primo atto del suo mandato il “Freedom of Choice Act”, che avrebbe esteso la possibilità di abortire in tutti gli stati degli Usa, l’apertura alla ricerca sulle staminali embrionali, cui i fondi federali erano preclusi durante l’era Bush, avevano fortemente preoccupato il mondo cattolico. Nei 35 minuti di colloquio che Barack Obama ha avuto con Benedetto XVI, il presidente americano si è personalmente impegnato a ...

...  lavorare per diminuire il numero degli aborti. E, in più, ha mostrato sensibilità per il tema dell’obiezione di coscienza, che negli Stati Uniti riguarda la riforma del sistema sanitario: ora, i medici sono costretti a cooperare all’aborto, l’auspicio della Santa Sede è che quest’obbligo non ci sia più.

Si è trattato di un incontro “veramente cordialissimo”, ci tiene a sottolineare il portavoce vaticano Federico Lombardi. Il presidente Usa, aggiunge, ha “un grande carisma e una grande gentilezza”.

Il corteo presidenziale arriva intorno alle 16: il programma prevede prima un incontro con il segretario di Stato Bertone, e quindi l’incontro con il Pontefice. La delegazione che accompagna Obama è di 16 persone, e include la moglie Michelle, le figlie Malia e Sasha e la suocera Marian Robinson.

Sempre sorridente, Obama si intrattiene con Bertone e con il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati Dominique Mamberti per circa 20 minuti. Quindi, si rega nella biblioteca di Benedetto XVI, dove avviene l’incontro tra i due. “Benvenuto, Mr President”, dice il Papa. “Grazie moltissimo. È un grande onore per me”, replica Obama. Nel mezzo dei flash, Obama ironizza: “Lei si sarà abituato ad essere continuamente fotografato. Io mi ci sto ancora abituando”. Il Papa nota che Obama sarà stanco, gli chiede del G8. “E’ stato molto produttivo – replica il presidente – abbiamo stanziato 20 miliardi di aiuti. Una cosa concreta”.  È anche un modo di rompere il ghiacchio: in tutti gli incontri diplomatici di questi giorni, Benedetto XVI ha chiesto aiuti per le nazioni più povere, attenzione per l’Africa, e ribadito il richiamo dell’ultima enciclica “Caritas in veritate” per una finanza etica. Enciclica che è stata donata al presidente Obama.

Poi, inizia il colloquio a porte chiuse, che dura più di mezzora. Il tema principale riguarda la difesa e la promozione della vita, tema – recita il comunicato finale della Segreteria di Stato – che è “nell’interesse di tutti e costituisce la grande sfida per il futuro di ogni nazione e il vero progresso dei popoli”. L’assistente del Papa, padre Georg Gaenswein, nel comunicare ai giornalisti il dono della “Dignitas Personae”, dice che la lettura del documento “potrebbe aiutare il presidente a meglio comprendere la morale cattolica”. Quando il Papa gli mostra il dono, Obama prima commenta: “Già, ciò di cui abbiamo già discusso”. Poi aggiunge: “Avrò da leggere in aereo”.

Non solo le politiche della vita: anche i temi dell’immigrazione sono entrati nel colloquio. La Santa Sede ha premuto molto per il ricongiumento famigliare, e Obama – che deve fronteggiare negli Usa l’esodo dei Latinos – si è impegnato a trovare una soluzione.

Si è parlato anche di politica internazionale, in particolare sulle prospettive di pace in Medioriente, sulle quali ci sono forti convergenze tra l’amministrazione Usa e la Santa Sede. Sono entrate nell’agenda dei colloqui anche la crisi economico-finanziaria (e sicuramente Benedetto XVI ha rilanciato i temi dell’enciclica) e l’aiuto allo sviluppo, soprattutto nell’Africa e dell’America Latina, ed il problema del narcotraffico. Infine, si è sottolineata l’importanza dell’educazione alla tolleranza in ogni Paese.

“Abbiamo l'aspettativa di relazioni molto forti”, dice Obama, congedandosi dal Papa. “Presidente prego per lei, per il suo lavoro”, ha replicato Benedetto XVI. E Obama saluta infine con “Dio la benedica”.

Al termine del colloquio, le impressioni sono molto positive. “Ho parlato personalmente con il Papa – dice padre Lombardi – e mi ha detto di essere molto soddisfatto. Il Papa ha messo tutti i temi sul tappeto, ma sarebbe sbagliato pensare che volesse sottolineare le divergenze. Sulle divergenze che esistono si possono cercare cammini comuni”. Come, ad esempio, sui temi della vita, riguardo i quali, conclude padre Lombardi “le posizioni del Papa e della Chiesa hanno trovato un interlocutore attento, pronto ad ascoltare”.

Il tema, tra l’altro, è molto d’attualità in America. Lo scorso lunedì, l’amministrazione Obama ha reso note le linee guide sulla ricerca delle staminali embrionali. Linee meno “liberal” di quanto si potesse presagire: non si potranno creare embrioni appositamente per la ricerca, nemmeno con la clonazione terapeutica, niente ibridi e via libera solo alle staminali embrionali che rispondono a precisi criteri etici che riguardano il consenso informato. Sono disposizioni che, tra l’altro, non aprono alla ricerca alle staminali embrionali, ne rendono semplicemente possibile l’accesso ai fondi federali. Le divergenze restano, ma sono sicuramente meno profonde di prima.

di Andrea Gagliarducci

 
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