A Capri scoprimento lapide in onore di Benedetto XVI |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions In un mio precedente articolo sull’iconografia degli angeli presente nell’isola di Capri ho ricordato che quando il famoso medico svedese Axel Mounthe, nel 1876, giunse per la prima volta nell’isola di Capri, la chiesetta dedicata all’Arcangelo Principe delle Milizie Celesti, che si trovava sopra una costruzione romana, era in rovina. Il pavimento era coperto fino all’altezza d’uomo con i resti della volta crollata, i muri erano nascosti da edera e caprifoglio selvatico e centinaia di lucertole giocavano allegramente tra folti arboscelli di mirto e di rosmarino. In seguito Axel Mounthe acquistò l’attiguo vigneto con la Casa di Mastro Vincenzo, ed unendoli con la cappellina ed il sottostante rudere romano costruì la sua Villa San Michele, alla quale dedicò il libro intitolato “La storia di San Michele”. Pubblicato a Londra nel 1929, tradotto poi in oltre 40 lingue, è stato uno dei maggiori best seller del ‘900. l’opera ha contribuito a far sì che Villa San Michele sia visitata annualmente da ... ... centinaia di migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Lo stesso cardinale Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, avendo letto tale libro in gioventù, fu incuriosito di visitare Capri e ricevette per due volte il premio culturale Capri-San Michele ed alloggio anche a Villa san Michele creata dal famoso medico svedese. Nella mattinata di domenica 12 settembre 1992, il cardinale Joseph Ratzinger celebrò la santa Messa nella chiesa parrocchiale di Santa Sofia in Anacapri. Nella serata del giorno precedente aveva ricevuto, nei giardini dell’Eden Paradiso, il premio Capri-san Michele della nona edizione, per il suo libro “Svolta per l’Europa?” edito dalla editrice san Paolo. Il premio gli era stato consegnato dal presidente della corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. La relazione sull’opera del cardinale era stata svolta dal presidente dell’università cattolica del sacro Cuore il compianto prof. Adriano Bausola. Dopo la celebrazione eucaristica, in compagnia del segretario particolare mons. Joseph Clemens, del direttore editoriale di allora della san Paolo, don Antonio Tarzia e dell’addetto stampa Marco Roncalli, si era recato per la colazione a casa del prof. Raffaele vacca, ideatore del premio culturale. A casa vacca che è situata in un violetto di Piazza Boffe, a poca distanza dalla Chiesa di santa Sofia, aveva gustato qualche fetta della particolare torta casalinga preparata da Maria, moglie di Raffaele, che da allora era stata denominata “Torta Ratzinger”. Al termine della colazione il cardinale aveva autografato alcune copie del suo libro e rilasciato una breve intervista sulla teologia della liberazione alla giornalista de “ Il Mattino”, Donatella Trotta. Lasciò la casa in compagnia di mons. Clemens, don Tarzia, Roncalli, Raffaele e Maria Vacca, per giungere Villa San Michele dove alloggiava. Dopo aver percorso il breve vicoletto , appena svoltato in piazza Boffe, una bambina di allora 5 anni, Martina Caso, vedendolo con lo zucchetto, la talare filettata con la fascia rosso porpora e la croce pettorale d’oro, rivolgendosi al cuginetto Fabiano Caso, di 7 anni, gli domandò. “ chi è quello? Il bambino rispose gridando: “ E’ il papa! E’ il papa!”. Allora il cardinale molto divertito si mise a ridere, mentre don Antonio Tarzia disse a Raffaele Vacca. “ Qui, se dovesse avverarsi, dovete mettere una targa ricordo, perché ogni profezia va onorata”. Il cardinale continuava a ridere mentre Raffaele Vacca, citava la Scrittura: “ Per bocca dei fanciulli….”. A ricordo di tale fatto, recentemente è stata collocata una lapide in piazza Boffe con la scritta: “ In questa pazza due ragazzini anacapresi, nella mattinata di domenica 12 settembre 1992, chiamarono profeticamente Papa il cardinale Joseph Ratzinger autore dell’opera “ svolta per l’Europa”, vincitrice della IX edizione del Premio Capri- S. Michele ed eletto il 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto XVI”. Tale lapide posta ad Anacapri vuole ricordare un avvenimento profetico grazioso accaduto nell’isola. Non di quelli che fanno la storia , perché non sono decisivi, ma la umanizzano, l’adornano come piccole luci. di Don Marcello Stanzione |
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